Autore: Simone Granata

Simone Granata

Circa 30 anni di passione videoludica, nata nell'infanzia per poi sfociare in interesse che sfiora il morboso. "Nintendese" madrelingua, ma odio vero per le tifoserie: la qualità innanzitutto. Pensate che i videogiochi siano cose per il tempo libero? Cose per le quali sprecare solo alcuni minuti della giornata?

Viviamo senza dubbio nell’epoca dei metroidvania e dei soulslike, soprattutto quando si guarda al mercato indie. Sono innumerevoli i titoli rilasciati negli ultimi anni appartenenti a queste due particolari categorie, compresi i giochi che si trovano esattamente nel mezzo come il ben noto Blasphemous ed il recente GetsuFumaDen: Undying Moon che ho trattato io stesso. Mescolare action, platform ed RPG in salsa dark fantasy è diventato spesso sinonimo di ottime vendite e guadagni, quindi non è una sorpresa vedere tanti titoli che tentano di ricavarsi una nicchia personale nell’affollato panorama indie. Tra i tanti giochi, spicca per estetica e qualità…

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Difficile parlare di GetsuFumaDen: Undying Moon senza prendersi un attimo di pausa per “guardarsi alle spalle” e capire da dove viene questa particolare serie. Distribuito inizialmente su Nintendo Famicom solo per il territorio giapponese nel 1987, l’originale GetsuFumaDen (月風魔伝) ha esaurito la sua spinta propulsiva abbastanza rapidamente, ma ha continuato a muoversi nel sottobosco con release diluite nel tempo. Il gioco in realtà è famoso più per la sua “legacy” tecnica: le meccaniche base realizzate per GetsuFumaDen hanno infatti fornito la piattaforma per la costruzione di titoli targati Konami ben più celebri come Castlevania II: Simon’s Quest, The Goonies II…

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E’ ormai da qualche anno che l’evento E3 ha assunto un significato diverso per il popolo nintendaro. A partire dal celebre “strappo” avvenuto in pieno “periodo Iwatiano”, l’E3 di Nintendo è ormai diventato sinonimo di Direct speciale, di circa 40 minuti di durata, con annunci di spessore e qualche bomba inaspettata. Potremmo riassumere così la diretta terminata poco fa, a conclusione di un E3 decisamente poco esaltante in generale: la frase “Nintendo salva l’E3” l’abbiamo sentita già altre volte ma in questo caso ci voleva veramente poco per far vedere qualcosa di meglio rispetto alla concorrenza. Fortunatamente, la casa di…

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Per capire qualcosa di MechWarrior 5: Mercenaries, è necessario fare alcuni passi indietro per capire la genesi di questa serie più longeva di quanto si potrebbe pensare. Tanto per cominciare è bene ricordare che MechWarrior è una serie nata nel lontano 1989 con la release del primo gioco omonimo, portato persino in Giappone su Sharp X68000 e PC-98 con il nome di Battletech: Ubawareta Seihai. “Ma non si chiamava MechWarrior?” vi chiederete voi a questo punto, ma la domanda trova una risposta assai semplice: la serie di videogiochi è tratta da un celebre (ai tempi) gioco da tavolo chiamato appunto…

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Se dovessi citare una serie che mi ha insegnato ad apprezzare uno dei miei generi preferiti (lo sparatutto a scorrimento) citerei senza dubbio R-Type. Fin dal primo episodio, rilasciato nel lontano 1987 nella sua incarnazione arcade, la serie targata Irem si è distinta dai prodotti della concorrenza grazie ad alcune idee di gameplay assai interessanti che hanno fidelizzato ed appassionato un gran numero di giocatori. Dai fasti del passato (sia per questa serie che per altre simili) arriviamo ai tempi moderni in cui questo genere è, piaccia o no, relegato a produzioni di livello più basso. Ma non tanto basso…

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Resident Evil Village sta ottenendo successi di critica e pubblico: ultima incarnazione di una serie storica, da sempre sinonimo del genere survival horror, che mette a segno un altro buon colpo dopo il successo sancito dalla “rinascita” dell’episodio VII. La serie principale (quella accompagnata dal “numerino” dopo il titolo, per intenderci) è ovviamente quella più seguita e nota a livello generale, ma come molti di certo sapranno esistono un gran numero di spin-off e capitoli che narrano side stories. Uno di questi, che personalmente considero la cosa migliore mai capitata alla serie nell’ampio spazio temporale intercorso tra Resident Evil 4…

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Sono una persona che critica aspramente le scelte sbagliate, soprattutto quando reiterate nel tempo e impattanti su qualcosa che adoro in particolar modo. Chi mi legge sa che non mi sono mai risparmiato nell’attaccare chi ritengo meritevole di suddetto attacco, e Capcom è stata al centro di molte mie discussioni per come ha portato avanti la serie che è sinonimo di survival horror. Dopo l’arcinoto Resident Evil 4, uscito prima su Nintendo GameCube e successivamente su qualunque altra cosa possibile, ho detestato le derive imbarazzanti prese dalla serie con i capitoli 5 e 6, più le altre varie incarnazioni di…

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Una doverosa premessa sul nuovo film di Mortal Kombat: chi scrive queste righe non é mai stato un grande fan delle trasposizioni cinematografiche di videogiochi vari. Sarà per il fatto che, considerata anche la mia veneranda età, ho vissuto sulla mia pelle le tragiche esperienze del film Super Mario Bros ed altre “perle” scaturite dalla mente malefica di alcuni registi negli anni ’90-inizio 2000. Sarà che considero i videogiochi un tipo di entertainment completamente diverso dal cinema, con buona pace dei vari “cinema e videogiochi vanno a braccetto” ed i difensori degli (spesso deludenti) giochi-esperienze-cinematografiche. Poi, il 10 Novembre 1995,…

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Il successo della mini-serie Left 4 Dead è stato planetario, ovviamente. Di fatto l’opera targata Valve South ha generato un filone di titoli co-op dal ritmo frenetico, giochi che hanno appassionato molti giocatori e li hanno spronati a collaborare per la sopravvivenza. Lontano dai riflettori però si muove, da anni ormai, un’altra mini-serie che sta dimostrando di avere “muscoli” adatti a sopravvivere assai più a lungo. Sviluppata dai ragazzi del team Fat Shark, Warhammer: Vermintide ha aggiunto meccaniche da “light-RPG” al concept inizialmente identico a quello introdotto da Left 4 Dead, migliorando notevolmente l’esperienza e guadagnandosi una schiera di appassionati…

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Solitamente non ho timori ad ammettere un cambio di idea o di aspettativa su qualcosa/qualcuno. E’ successo negli ultimi anni con Capcom, celebre software house giapponese che è stata in grado (almeno in mia opinione) di risollevare una serie dalla polvere in modo egregio. Sto parlando di Biohazard/Resident Evil, serie che ha creato il genere survival horror e che dopo l’apprezzatissimo quarto episodio ha subìto una spirale discendente fino a toccare fondi impensabili con il sesto capitolo. Poi il cambio di passo, deciso e diretto: prima persona, ritorno ad uno stile horror quasi anni ’80 e tanta qualità sia lato…

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