La fine di ogni anno è sempre il momento migliore per ricordare quello che è stato, e lo celebriamo con 12 recensioni. Siamo lì che fissiamo il nostro albero, magari con un bel bicchiere di spumante, e mentre sorseggiamo ricordiamo il passato e progettiamo il futuro. Lo abbiamo fatto anche noi quest’anno, come ogni anno, osservando il lavoro svolto. Lo abbiamo fatto con orgoglio, certi di aver reso un servizio onorevole per la comunità videoludica italiana.
Ricordiamo, quindi, il 2022 con una selezione di 12 titoli, uno per ogni mese. Non è una classifica, ma solo un modo per onorare il lavoro svolto dai nostri redattori. Testimonianze e racconti delle loro esperienze, come il progetto suggerisce, confezionate in formato recensione. Il Grazie più grande va a loro, che, nonostante i loro molteplici impegni della vita di tutti i giorni, riescono a ritagliarsi parte del loro tempo per raccontarvi il loro punto di vista e consigliarvi al meglio.
Ed è con questa consapevolezza che affrontiamo il 2023, certi di avere una squadra forte e coesa, pronta per affrontare le sfide che il nuovo anno ci riserverà. Grazie a loro, ma soprattutto Grazie a voi.
Auguri di buone feste.
Gennaio | Nobody Saves The World
L’anno iniziava con un po’ di sana irona, proveniente dal fantastico mondo dell’indie. Il buon Alessandro di Liberto ci accompagnava nel magico universo di Nobody Saves The World, costruito dal talentuoso DrinkBox Studios. Essenzialità e una forte carica di humor, sono questi i due elementi vincenti di un gameplay capace di tenervi incollati alla sedia come per magia.
Quest’ultima è il filo conduttore di tutta la storia. Da aspirante Nostramagus, la vostra missione è quella di liberare un mondo che nessuno è apparentemente in grado di salvare. Il titolo non è di buon auspicio, ma se vi capita recuperatelo perché merita.
Febbraio | Horizon Forbidden West
Faceva ancora freddino, se non ricordiamo male, ma Aloy è tornata per scaldare i nostri cuori e farci provare nuove emozioni. Alberto Destro è stato il nostro inviato dal perduto e pericoloso West, teatro degli eventi di Horizon Forbidden West. Guerrilla Games ci regala un’avventura degna di questo nome, costruendo degli ecosistemi ambientali che non conoscono limiti.
Anche i cieli e i fondali marini diventano esplorabili, con una storia che sembrava aver detto tutto ma che in realtà ha aperto nuovi ed interessanti scenari per il futuro. Le numerose nominations agli ultimi TGA la dicono lunga sulla qualità di questo titolo, al di là delle belle parole spese in sede di recensione. Arriverà questa primavera come titolo presente in abbonamento PS Platinum?
Marzo | Elden Ring
Nella nostra selezione non poteva che mancare il re incontrastato di questo 2022, colui che si è accaparrato l’ambizioso riconoscimento del Game Of The Year. È toccato a Loris Lo Maisto l’arduo compito di cimentarsi in Elden Ring, l’ultima fatica del buon Miyazaki. Il padre fondatore dei souls non si è limitato in nulla, con un gameplay che definire “spietato” è oltremodo riduttivo.
Eppure, quel essere dannatamente punitivo ha saputo convincere tutti, o meglio tutti quelli che hanno voluto accettare la sfida lanciata dal noto game director giapponese. La formula magica di questo successo è ormai stata svelata, e ancora oggi il titolo regala segreti da scoprire e sfide da cogliere. Un successo assolutamente meritato.
Aprile | Road 96
Un bel viaggio quello intrapreso da Kevin Ferrari in Road 96. Nella sua versione per console Xbox Series X il titolo ha mantenuto la sua anima, con una storia che alla fine è sembrata ancora più attuale dei fatti narrati in game. Quella distopia vagamente ispirata all’America di Trump, è stata reso ancora più attuale dalla fuga del popolo ucraino che oggi conta circa 14 mln di persone sparse in europa e nel mondo.
L’elemento della fuga è la chiave narrativa di Road 96, con storie che vede adulti ed adoloscenti intraprendere un viaggio per raggiungere il confine di Petria. E nel bel mezzo del cammin di nostra vita, l’elemento procedurale funge da fattore sorpresa, senza fornire alcun punto di riferimento sul perché e il per come. Un po’ come succede tutti i giorni, con una cosa chiamata Vita.
Maggio | This War Of Mine: Final Cut
Restiamo ancora in un tema che ha tenuto banco per tutto il 2022 e che purtroppo tenderà a far parlare di sé anche nel 2023: la guerra. Il buon Matteo Marchetti è stato testimone degli eventi narrati in This War Of Mine: Final Cut, in questa triste e cruda graphic novel che approdava sul mondo console con un porting “rischioso”.
Il punta e clicca nasce (e muore) su PC e il tentativo di costruirsi una credibilità anche fuori dalla zona di comfort è apprezzabile. In parte riuscito – con tutti i suoi limiti – a farne da padrone è la trama, condita da questa vena artistica noir che ricorda molto lo stile di Zack Snyder.
Giugno | The Quarry
La nostra regina dell’horror Erika Berselli ci ha portato in un bel campeggio degli orrori, ricordando quei film di paura degli anni 80. The Quarry è stata la prima esperienza di Supermassive Games fuori dalla Dark Picture Anthology, ricordando i bei tempi di Until Dawn. Qualcuno, infatti, lo ha paragonato ad un successore spirituale del titolo del 2015, ma siamo ben lontani da quello spessore narrativo.
La trama appare come un qualcosa di già visto, sia sul fronte videoludico che cinematografico, ma il gameplay coinvolge il giocatore in maniera attiva nella storia. I pop corn, cortesemente, solo al cinema.
Luglio | Stray
Se siete amanti degli animali (e anche se non lo siete) nel vostro palmares non può mancare assolutamente un’esperienza come quella regalata da Stray. Non sappiamo se il nostro Alessandro di Liberto, mentre giocava all’ultima meravigliosa uscita sul campo di BlueTwelve Studio e Annapurna Interactive, accarezzava il suo gatto in stile boss Artiglio.
Resta il fatto che quanto a carica di creatività abbiamo un vincitore in questo 2022. Il legame tra le varie componenti di gioco è alchemico, oltre ad essere dannatamente tutto equilibrato nel miglior dei modi. Un’avventura muta, dove le situazioni parlano più delle emozioni.
Agosto | Saints Row
Quarto capitolo o remake della serie? Un dubbio che non è riuscito a dipanare il nostro Dino Cioce ma che è stato il volano di tutta l’esperienza di gioco di Saints Row. Deep Silver Volition e la neo giunta Plaion (ex Koch Media) ripartono da dove eravamo rimasti con i capitoli precedenti, sfruttando però il potenziale grafico delle console di nuova generazione.
L’idea è quella di scrollarsi di dosso l’eterno paragone con GTA, puntando tutto su quella vena ironica che definisce tutte le situazioni ai limiti della follia. Lo è sempre stato e sempre sarà. D’altronde qui trovate tutto quello che non è in GTA (paragoni permettendo).
Settembre | Soulstice
Una volta l’Italia era conosciuta nel mondo come “Mafia, Pizza e Mandolino” ma adesso qualcuno deve anche includere un quarto sostantivo, quello dei Videogiochi. Il nostro Giovanni Tommaselli non si è risparmiato giocando a Soulstice, osservando dei fisiologici paragoni con alcuni mostri sacri del calibro di Bayonetta e Devil May Cry. Reply Game Studios propone un hack’n’slash dai contorni classici – se lo intendiamo sotto il profilo del solo gameplay – riservando alla dinamiche di combattimento e alla reattività del sistema dei controlli un ruolo di assoluto rilievo.
Il risultato che ne viene fuori è un titolo in grado di farvi dimenticare ogni paragone di sorta, un’esperienza originale e che si lancia verso una logica di serializzazione.
Ottobre | Mario + Rabbids Sparks Of Hope
Le parole del nostro Kevin Ferrari trasudano di attesa ben ripagata. Mario + Rabbids Sparks Of Hope si presenta a distanza di 5 anni del capitolo precedente, con una formula che assomiglia ad un more of the same, ma che poi si rivela un false friend un volta agguantato il controller tra le mani. Il gameplay cala in complessità, rivolgendosi ad un pubblico più giovane ma senza scadere mai nel banale.
Di fatto mancava questo approccio didattico, in grado di sviscerare nel migliore dei modi le dinamiche di uno strategico. Il mix tra RTS e “a turni” crea un coinvolgimento fantastico, tra i migliori in casa Switch.
Novembre | God Of War Ragnarok
Alessandro di Liberto ci ha accompagnato nell’ultimo viaggio di Kratos, alle prese con un’apocalisse di cui ne è stato in parte l’artefice. God Of War Ragnarok si è presentato come possibile aspirante al GOTY, ma ha dovuto lasciare il posto ad Elden Ring. Si ricomincia da dove ci eravamo lasciati, con il mondo che reclama le nostre teste. Troviamo un guerriero stanco, molto più “padre” rispetto al primo capitolo, con Atreus/Loki nel pieno della sua adolescenza che scalpita in cerca di risposte.
Kratos asseconda il figlio, si fida delle sue scelte (anche se talvolta scellerate) e in ogni azione si nasconde una morale. È una favola “a cuore aperto”, un passaggio di testimone. Di padre in figlio, la storia non finisce di certo con il Ragnarok. Magari è solo l’inizio di qualcos’altro, chi lo sa.
Dicembre | The Callisto Protocol
Ebbene, concludiamo il racconto del nostro anno videoludico, con quello che è stato un grande assente nella gloriosa notte dei The Game Awards. Un dramma, quello raccontato in The Callisto Protocol, in formato survival horror, descritto con una crudezza che non vedevamo da parecchio sulla scena videoludica. Anticipato come successore spirituale di Dead Space, a nostro avviso siamo andati già ben oltre questa nomea. Non per deboli di stomaco, questo è da sottolineare, da giocare tutto d’un fiato. Se amate il genere, non vi fate sfuggire questa preziosa opportunità. Un momento da cogliere prima dell’arrivo del remake di Dead Space.