Se esistono alcuni giochi che hanno definito gli anni appassionati della mia gioventù (mai terminati e tutt’ora vivi e vividi, beninteso) uno di questi è certamente Diablo. Per uno come me, intrigato dall’occulto e dall’oscurità, il primo Diablo ha rappresentato una pietra miliare sia per le meccaniche di gameplay all’epoca assai particolari, sia per l’ispirato universo dark fantasy nel quale sono immerse le vicende narrate. Ho speso un infinito numero di ore sia ad apprendere le nozioni di gioco in modalità single player, sia ad apprendere quanto l’umanità possa essere crudele in modalità multiplayer. Poi, circa alla metà di quell’anno…
Autore: Simone Granata
Personalmente trovo sempre interessanti le storie di sviluppatori indipendenti “incastonate” nel mercato videoludico attuale. Un po’ perché io stesso sono uno sviluppatore indipendente (empatia?) ed un po’ perché ritengo che le storie di persone comuni senza grossi capitali/grossi supporti alle spalle siano spesso cariche di significato umano e professionale. Siamo in Italia, paese nel quale i videogiochi hanno sempre avuto vita difficile nonostante l’espansione irrefrenabile: chi scrive queste righe veniva emarginato per questa passione durante gli anni ’80/’90 e sono certo che la stessa cosa è capitata a molti tra voi, lettori “stagionati”. Queste difficoltà si spiegano in parte tramite…
Cos’è esattamente Resident Evil Gaiden? Non so voi, ma personalmente ho sempre avuto un debole per l’esplorazione, in generale. Adoro cercare, scoprire, muovermi nel sottobosco per trovare qualcosa di nuovo e sconosciuto ai più: meno nota è la cosa, più piacere provo nello scoprirla e studiarla. Ecco perché, personalmente, voglio trascinarvi con me e festeggiare questo 25° anniversario della saga Resident Evil/Biohazard esplorando uno dei titoli meno noti e meno (ingiustamente) considerati della serie. Resident Evil Gaiden (noto in Giappone come バイオハザード外伝 BioHazard Gaiden) rappresenta un “unicum” nella serie, in anticipo sui tempi dei primi Umbrella Chronicles o persino dei…
E così è arrivato Marzo, mese che notoriamente dà il via ad una stagione sinonimo di temperature in aumento con annesse uscite e grigliate in compagnia. Visto e considerato però che, nel corso dell’ultimo anno, il nostro nuovo compagno di vita Covid-19 pare volerci intrattenere ancora un po’, siamo qui a parlare di cose da poter fare a casa. Videogiochi ovviamente, ma indie del sottobosco più recondito e sconosciuto che tenterò di portare alla vostra attenzione per farvi scoprire Itch.io, sito di altissimo valore ma da noi purtroppo semi-ignorato. Siete pronti a questa mini-carrellata di titoli primaverili? Questo giro lo…
Il genere platform ha certamente definito ciò che oggi chiamiamo “videogioco”. Se è pur vero che attualmente, con la potenza di fuoco lato grafico/tecnico, questo genere (nell’accezione più “pura e 2D” del termine) vive in uno spazio un po’ più ristretto rispetto al passato, il mondo indie in particolare non ha mai smesso di sfornare prodotti di qualità proprio relativi a salti-e-piattaforme. Sono esempi lampanti Super Meat Boy e Celeste, due titoli di grande successo per il mercato indie ma appartenenti ad “epoche” totalmente differenti. Il primo, ad opera dell’ormai noto Edmund McMillen, ha definito i suoi tempi come uno…
A chi non piace la “famiglia”? Probabilmente solo con questa domanda sarebbe possibile scatenare una diatriba molto ampia sull’argomento. Esistono famiglie ottime, normali e pessime ovviamente. Ma c’è una famiglia allargata, un nucleo assai più ampio che ci accomuna tutti ed è quella che normalmente chiamiamo “umanità”; famiglia che molto spesso dimentichiamo. Il piccolo team indipendente (è composto da due persone) Pirita Studio sembra voler mettere al centro un feeling di questo tipo nel titolo d’esordio Mutropolis, avventura grafica punta-e-clicca nel senso più classico del termine che oggi andiamo ad esaminare. Molto arriva dai giochi firmati LucasArts, alcune idee originali…
Se leggete queste righe, siete sopravvissuti come me al 2020 e siete finalmente liberi di tornare sulla vostra rubrica preferita (si spera!) che vi conduce per mano attraverso i meandri del videogioco indipendente. Questo mese su The Indie Dungeon andiamo ad esaminare due titoli estremamente differenti tra loro, sia a livello di gameplay sia a livello di scelta estetica. Seppur entrambi in pixel art, i due giochi presi in esame mostrano chiaramente il livello di inventiva “fertile” che trova terreno di crescita su Itch.io, sito che (non mi stancherò mai di dirlo) rappresenta un vero e proprio santuario semi-sconosciuto qui…
Premessa doverosa: non ho mai personalmente provato simpatia o particolare stima per CD Projekt Red né per i videogiochi che lo studio polacco ha sfornato nel corso degli anni. Diciamo che, in un’ipotetica tabella con una curva ad iperbole, ciò che CD Projekt Red fa è quasi agli antipodi rispetto a ciò che mi piace giocare: più in fondo dei prodotti simili ai loro ci sono solo i giochi di calcio/sportivi/automobili. Sono anche una persona abbastanza disillusa riguardo al mondo, alle persone, alla favola che ci raccontano sulla “forza dell’amore che vince sempre” ed altre baggianate simili. Sono fermamente convinto…
Quando parliamo di Left 4 Dead, parliamo di un titolo che di fatto ha rappresentato un’epoca importante per il gaming su PC. Serie targata Valve (con tutto ciò che ne consegue a livello di “memes” sulla mancanza del terzo episodio) ha ottenuto ampio consenso grazie alla sua formula co-op “hardcore” ed alla presenza dell’elemento vincente per antonomasia nei titoli horror: zombie, valanghe di zombie. Meccaniche di gameplay semplici ma assai divertenti e perfette per scatenare missioni al cardiopalma tra amici o sconosciuti online. Nel 2015, seguendo strettamente le orme di Left 4 Dead, uscì (decisamente in sordina) Warhammer: End Times…
Di certo molti tra voi provengono dalla mia stessa epoca videoludica. Un passato da molti ricordato, da altri utilizzato come fonte di ispirazione, da altri ancora nostalgicamente usato come metro di paragone per le release odierne. Un errore in gran parte commesso da chi conosce poco del mercato attuale: realizzare videogiochi adesso è qualcosa di completamente diverso rispetto a soltanto 10 anni fa. Facilitazioni di vario genere, connessioni, smart working e soprattutto tools adatti hanno permesso ad un gran numero di sviluppatori di realizzare i loro sogni, le loro visioni, i loro progetti ficcati nel cassetto anni fa e mai…