Autore: Francesco Dovis

Francesco Dovis

Complice una formazione professionale nel settore, decide di adottare l'approccio giornalistico anche nel trattare un argomento che oggi è diventato di costume al pari di musica o spettacoli. Da sempre videogiocatore multipiattaforma, in virtù di questo definisce la sua esperienza in materia "caleidoscopica".

Ormai si moltiplicano gli esempi di giochi che puntano sull’aspetto drammatico delle loro storie per coinvolgere gli utenti/spettatori; quest’ultimo, un’accostamento non casuale, dato che per via del sempre maggiore taglio cinematografico il confine spesso si confonde diventando quasi impercettibile. Pertanto se l’obiettivo diventa suscitare emozioni, allora bisogna anche guardare a come lo si fa, perché questo settore, ancora non sempre maturo nel trattare il discorso narrativo (salvo alcuni rarissimi esempi di scrittura), sovente ricorre all’inelegante “strattonamento emotivo” per andare a colpo sicuro. Captain Spirit è un episodio pilota, se dovessimo usare un gergo da telefilm. Similmente alla loro opera prima…

Continua a leggere

Uno dei titoli più presenti nelle sale giochi di tutto il mondo è stato sicuramente Metal Slug. Arcade allo stato puro per antonomasia, capace di divertire un pubblico trasversale e vastissimo grazie al suo carico di azione e al perfezionamento della formula corri&spara. Nonostante la serie sia ferma in panchina ormai da anni, SNK ne approfitta per riproporre il settimo capitolo, che qui in Europa aveva avuto una diffusione piuttosto limitata quando venne pubblicato su Nintendo DS. Metal Slug XX è una conversione con contenuti extra di MS7 e come il predecessore ormai non sfrutta più l’hardware Neo Geo che…

Continua a leggere

Andando in controtendenza con quanto fatto per Wolfenstein e Dishonored 2, Bethesda ha deciso di pubblicare dei nuovi contenuti per Prey, ma stavolta senza produrre una vera mini campagna, quanto una semplice espansione, piuttosto fuori dagli schemi. Man on the Moon – R.E.M. I presupposti di Mooncrash sono piuttosto semplici: il protagonista deve eseguire una simulazione ambientata sulla base lunare della Transtar, da cui far fuggire tutti i membri del personale sopravvissuti all’attacco dei Typhon. L’idea di giocare nei panni di un individuo estraneo ai fatti, anziché controllare direttamente i malcapitati, non è però un artifizio narrativo e si coniuga…

Continua a leggere

Negli ultimi anni siamo stati abituati ad una massiccia riproposizione di giochi dell’era 16bit tramite la Virtual Console dei sistemi Nintendo, i quali hanno ripresentato molti classici di quell’epoca anche a chi non li aveva giocati. Non avendo più una sua linea di console, Sega ha dovuto ripiegare su alcune raccolte tematiche, con una distribuzione meno costante in termini di diffusione. Molti titoli del catalogo Mega Drive inoltre sono il prodotto di una Sega eclettica come poche, capace di creare nuove IP con grande versatilità e costanza, senza ricorrere ai soliti brand, ma con l’effetto collaterale di non cementificare la…

Continua a leggere

Le sole idee non bastano, quando si sviluppa un videogioco. Come se ci fosse bisogno di ribadirlo, sviluppare un titolo è un’attività complessa, richiede competenze non solo di programmazione, ma anche un’idea chiara di cosa sia il game design. Qualora invece ci si convinca che basti creare quello sbigottimento da condivisione sui social network per riuscire a vendere un prodotto, il risultato potrebbe assomigliare ad Agony, e non è un complimento. I programmatori hanno presentato sin da subito Agony come un titolo orrorifico che puntava molto, se non tutto, sulla sua atmosfera e sulla sua ambientazione raccapricciante. Il protagonista infatti…

Continua a leggere

Nonostante siano in molti a rifarsi ai giochi degli anni 90, pochi si dimostrano all’altezza dei suoi migliori esponenti, vuoi per un uso della grafica in pixel grossolano, vuoi per un game design non sempre ragionato. Gli sviluppatori di Fox N Forest tuttavia si sono presentati con un prodotto finito i cui meriti vanno oltre la semplice emulazione e raggiungono un qualità convincente. La nostra protagonista è una volpe forse non troppo furba, in quanto si è fatta ingannare da un’allodola che le ha strappato l’impegno di liberare la foresta da una vasta schiera di creature malvage. Con questa motivazione…

Continua a leggere

Zone of the Enders è un prodotto che fa parte del periodo migliore di Konami, in cui per Hideo Kojima non era utopia l’ipotesi di svincolarsi da Metal Gear Solid per lavorare a qualcos’altro. In una di queste fugaci scappatelle fuori dal recinto degli stealth, il nostro ha fatto da produttore per la serie con cui ha reinterpretato i giochi di mech. Il risultato è stato talmente buono da lasciare il segno con soli due capitoli. In assenza del un terzo (chiesto da anni dai fan) Konami però fa un timido passo in avanti, riproponendo il secondo in realtà virtuale, per…

Continua a leggere

Sul fronte dei giochi di robot sembra esserci calma piatta dal un bel pò di tempo. Armored Core è in panchina in quanto From Software è occupata con il filone dei soulslike, mentre Zone of The Enders verrà riproposto al massimo nel formato della realtà virtuale, senza un vero capitolo nuovo. Pertanto gli appassionati di mech devono guardare al panorama indie che, tolto Gundam di Bandai, sembra essere l’unico appiglio per trovare uscite di questo tipo. Gaijin Robots Project Nimbus: Code Mirai infatti è stato sviluppato grazie ad una campagna Kickstarter e si propone agli amanti delle serie di robot…

Continua a leggere

Dragon’s Crown fa parte di una categoria particolare: da un lato basato su meccaniche arcade, semplici immediate e sempre accessibili e valide per qualche partita spensierata, dall’altro su di una grafica disegnata a mano, che non basandosi su pixel e texture tridimensionali finisce per non sentire l’obsolescenza tecnica rispetto a prodotti più conformi agli standard del loro periodo. E’ così che il picchiaduro a scorrimento di Vanillaware viene riproposto a distanza di 5 anni rispetto il suo debutto senza colpo perire, mantenendo la stessa cosmesi raffinata che lo aveva contraddistinto all’uscita e la stessa giocabilità che lo rende ancora godibile…

Continua a leggere

Più viene mostrato materiale sul seguito di Red Dead Redemption e più sale l’interesse verso questo gioco. Dato che il western come ambientazione videoludica è stato ampiamente sfruttato, vale la pena dedicargli una retrospettiva sulle proposte più significative, oltre a quella di Rockstar, che già tutti conoscono. Gun Smoke e Sunset Riders: l’era pixel E’ facile iniziare da qui. Tecnicamente potremmo cominciare anche da prima, dato che il western ha colpito l’immaginario del pubblico già dagli anni 60 nel cinema e di conseguenza è stato presente sin dagli albori dei videogiochi, nell’era Atari e Commodore. Tuttavia Gun Smoke è forse…

Continua a leggere