L’esodo delle esclusive Sony PlayStation 5 su PC continua. Che si tratti di ragioni meramente commerciali, o di concorrenza al cosmo Microsoft, poco importa: fatto sta che, da un paio di anni a questa parte, quasi tutti i titoli in esclusiva PlayStation hanno varcato l’ecosistema di riferimento per approdare sui lidi della master race.
Dopo Death Stranding, Returnal, The Amazing Spider-Man e il suo spin off Miles Morales, è dunque la volta di passare sotto la lente di ingrandimento Ratchet & Clank: Rift Apart, nella sua incarnazione PC. Ci troviamo dunque davanti ad un capolavoro di conversione come Returnal o ad una debacle come quella di The Last of Us Parte I? Il titolo Insomniac Games si pone esattamente nel mezzo di queste due categorie, brillando di una luce propria leggermente offuscata da svariati problemi tecnici. Ma scopriamone di più grazie alla nostra recensione di Ratchet & Clank: Rift Apart in versione PC.
Nefarious. Ehi tu, ma non dovevamo vederci più?
Ratchet & Clank, più e più volte salvatori dell’universo, vengono universalmente riconosciuti come eroi e, per render merito alle loro imprese, viene organizzata una parata in loro onore nella città di Megalopolis. Per rendere la giornata ancora più speciale di quanto non sia, Clank si presenta al cospetto di Ratchet con un dimensionatore nuovo di pacca.
In tale maniera, Clank vuole permettere al fido compagno di avventure di viaggiare attraverso i vari piani dimensionali alla ricerca di altri Lombax, donandogli anche la possibilità (invero la speranza) di riuscire a riunire la sua famiglia, oramai dispersa da tempo immemore. Come in ogni “favola” che si rispetti, il lieto fine è ben lungi dal venire: a palesarsi, invece, è il Dott. Nefarious.
Spinto dalle sue usuali manie di grandezza e dalla smania di conquistare il mondo (oltre che dalla ossessione nello sconfiggere Ratchet & Clank, da cui ha sempre rimediato sonorissime sberle), riesce ad impossessarsi del dimensionatore e ad avviare una distorsione spazio-temporale pressochè totale.
Nella novella realtà alternativa, Nefarious è infatti diventato imperatore ed i Lombax vengono perseguiti, cacciati ed imprigionati, alla stregua di novelli nemici pubblici numero uno. Toccherà dunque a Ratchet & Clank mettersi in viaggio in questa dimensione alternativa alla ricerca di una soluzione capace di riportare ad un corso storico canonico la realtà distorta da Nefarious.
Una tech demo estesa (al mondo PC)
L’originale Ratchet & Clank: Rift Apart, uscito su PlayStation 5 a Giugno 2021, ha rappresentato, al netto di indubbie qualità videoludiche, una tech demo di primissimo livello per l’allora neonata console ammiraglia made in Sony. La spettacolarità dei cambi dimensionali (e la contestuale apparizione a schermo di una quantità di nemici e di effetti di luce, rigorosamente in tempo reale) mise in mostra le qualità del tanto (troppo… NdDix) decantato SSD di PlayStation 5.
L’assoluta mancanza di rallentamenti, innestata in un gameplay frenetico ed appagante, al contempo, per gli occhi, fu la cartina di tornasole del martellante battage pubblicitario dei mesi precedenti, mostrando quanto veritiere fossero le affermazioni inerenti la duttilità del drive a stato solido montato su PlayStation 5.
La transizione dal sistema di partenza al mondo master race, universo in cui la performanza grafico-tecnica è all’ordine del giorno, non è stata debitamente pubblicizzata, cosa che ci ha messo più di qualche pulce nell’orecchio, viste anche le innegabili qualità del titolo Insomiac Games. Ed eccoci qui ad analizzare le tante luci (e le altrettante ombre) di questo porting PC, curato dai ragazzi di Nixxes, già responsabili della conversione di Marvel’s Amazing Spider-Man e Spider-Man: Miles Morales per master race.
Ottimizzazione su PC: il tallone d’Achille di Sony
Ad ora Ratchet & Clank: Rift Apart rappresenta una delle produzione graficamente più stimolanti presenti su PlayStation 5. Forse solo Returnal è riuscito, pur con un gameplay semplificato e meno duttile di quello del titolo Insomniac Games, a replicare l’effetto di meraviglia generato dal titolo oggetto di questa recensione.
L’arrivo su PC di Ratchet & Clank: Rift Apart era dunque atteso, in virtù della modularità del cosmo Master Race, anche per saggiare la bontà del motore grafico alla base della produzione Insomniac Games, in condizioni di potenza computazionale pressoché illimitata. E, se è vero che il risultato finale ci dona un prodotto graficamente appagante e con il pieno supporto del ray-tracing, a dispetto di quello parziale presente sulla versione PlayStation 5, va anche detto che l’ottimizzazione rappresenta, ancora una volta, il tallone d’achille (o DA KILLER) di Sony.
Sia chiaro, non ci troviamo di fronte ad un disastro pressoiché totale come nel caso di The Last of Us: Parte I, che nella sua versione PC faticava (e fatica tutt’ora, nonostante una moltitudine di patch) a trovare una stabilità degna di esser chiamata tale ma le magagne, pur messe in ombra da un comparto grafico-tecnico di primo ordine, ci sono, e anche in buona quantità.
Framerate e/o qualità?
Da un gioco come Ratchet & Clank: Rift Apart, noto per una palette cromatica fuori scala e per un comparto grafico capace di far strabuzzare gli occhi, ci saremmo aspettati una resa grafica trasversalmente equiparabile, a dispetto di configurazioni varie ed eventuali e, ovviamente, tenendo conto della notevole varietà di hardware presente nei PC in circolazione: questo si è rivelato essere parzialmente verificato.
Il tanto dibattuto SSD si dimostra fondamentale per la fruizione di Ratchet & Clank: Rift Apart. Nonostante sia possibile avviare il gioco su un hard disk tradizionale, la mancanza prestazionale derivante dall’assenza di un disco a stato solido impedisce al gioco di essere settato al di sopra dei 720p. L’utilizzo di SSD, meglio se M2 Gen 3 o 4, garantisce invece una fruizione del gioco simile a quella vista su PlayStation 5, pur se con qualche rallentamento durante i passaggi dimensionali. Fastidioso alla vista ma, sia chiaro, nulla che possa inficiare la frubilità del prodotto Insomniac Games.
Altrettanto non può esser detto, invece, per il comparto meramente grafico. Tutta la magnificenza grafica offerta da Ratchet & Clank: Rift Apart va però a scontrarsi con forti problemi di ottimizazzione. Dal lato NVIDIA, dette beghe impediscono una fruzione a framerate continuo con raytracing attivo, a meno che non si disponga di schede serie 40.
Se Sparta piange, però, Atene non ride: i possessori di schede grafiche basate su Chipset AMD hanno infatti riscontrato sistematici crash di sistema in caso di attivazione del Ray Tracing. Quello che parrebbe un “banale” problema di allocazione memoria video stupisce tanto perchè si sta parlando di schede grafiche dotate, rispettivamente, di venti e ventiquattro GB di VRAM quanto, soprattutto, in quanto anche la GPU di PlayStation 5 è AMD based. Ad ora è stato rilasciato un hotfix che permette agli utenti AMD di avviare il gioco retroinstallando i vecchi driver, ma un fix vero e proprio è ben lungi dal venire.
L’insostenibile leggerezza dell’essere (conversione su PC)
“Oh s**t. Here we go again”. Questa citazione da un famoso meme, ben riassume la situazione delle ultime esclusive Sony, quando si tratta di porting su PC. Graficamente, l’ultima fatica Insomniac Games, su PC di alta fascia, è una meraviglia per gli occhi, tanta è la bellezza che trasuda da ogni pixel. I problemi nascono, crescono e continuano a vivere quando si parla di scalabilità.
Anche su PC mediamente potenti, e comunque più performanti, a livello meramente tecnico, di una PlayStation 5, ci pare di assistere ad una versione “azzoppata”, in cui tocca sacrificare dettagli su dettagli per rimanere ancorati agli irrinunciabili 60 fps. Si ha come l’impressione, visti i risultati degli ultimi porting, di una crescente pigrizia nel processo di traslazione da una piattaforma all’altra, demandando gran parte del lavoro sporco alla scelta di schede più performanti, o all’utilizzo di tecniche di scalabilità dinamica (DLSS in primis) ad appannaggio di hardware di alta gamma.
La versione Steam Deck, pur girando dignitosamente, ci da tacita conferma di quanto affermato poc’anzi. Sia chiaro, non si chiedono i miracoli alle software house, solo un minimo di cura in più per un mercato, quello PC, con un potenziale molto ampio.
La recensione in breve
Ratchet & Clank: Rift Apart giunge su PC in tutta la sua magnificenza grafica, inciampando però, come da tradizione recente degli ultimi porting di esclusive Sony, in una ottimizzazione claudicante, che va a vessarne innegabili ed incontestabili qualità. Speriamo i ragazzi di Nixxes intervengano per porre rimedio a problemi più o meno grandi e per regalare agli utenti PC una esperienza di gioco all'altezza del blasone del titolo.
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Voto Game-Experience