Parlare di Persona 4 nel 2023, quindici anni dopo l’uscita del capitolo originario su PlayStation 2 e a ben due lustri dal rilascio della edizione Golden per Playstation Vita, può sembrare abbastanza bislacco. Ma siamo portati a farlo in virtù della release, avvenuta pochi giorni fa – il 17 Gennaio per l’esattezza, di Persona 4 Golden per tutte le console di nuova generazione, Nintendo Switch inclusa. L’immissione di questo capitolo e del precedente, Persona 3 Portable, nel Game Pass Ultimate rappresentano il definitivo declino dell’esclusività Sony dei prodotti Atlus e, quindi, la prima reale possibilità per un utente Microsoft di mettere le mani su delle gemme JRPG universalmente riconosciute come tali.
Considerando che l’esodo dalla madrepatria Sony ha portato con se, per la prima volta nella storia della serie, la localizzazione in italiano tanto di Persona 3 Portable, quanto del più recente Persona 4 Golden, capirete bene che l’occasione per esaminare da cima a fondo questi titoli è quanto mai ghiotta. Vediamo se questo quarto capitolo, approdato sulle sponde Microsoft nella sua versione definitiva, ha retto bene, o quantomeno decentemente, lo scorrere degli anni. Pronti alla nostra recensione di Persona 4 Golden?
Un biglietto di sola andata per Inaba
Affrontare dunque, Persona 4 nel 2023, vista la presenza, sempre su Game Pass Ultimate, di Persona 5 Royal, è un piacevole obbligo che ci spianerà la strada per una fruizione consapevole dell’ultimo nato del franchise Persona, consapevoli comunque di avere tra le mani un titolo solido e valido anche se datato.
Contrariamente a quanto visto in Persona 5 Royal, ambientato nell’urbe metropolitana di Tokyo, gli eventi di Persona 4 Golden si svolgono, in completa antitesi, nella ridente cittadina di Inaba, dove il protagonista (di cui potrete scegliere liberamente le generalità), si trasferirà per proseguire gli studi sotto la reggenza dello zio, Ryotaro Dojima, e in compagnia della sua cuginetta Nanako.
Già dal prologo, in cui ci vedremo trasportati in una dimensione “altra”, ci verrà detto che la quiete apparente verrà interrotta da eventi traumatici e che noi saremo portati a fare da “collante” per ricucire lo strappo che si verrà a creare di li a poco. Ed è infatti questione di poche giorni, un paio di settimane per la precisione, affinché prenda il via una serie di efferati delitti, culminanti con il ritrovamento di cadaveri, le cui cause del decesso sembrano essere ignote.
Perfezionato e completamente localizzato in italiano
La narrazione popolare vuole infine che questi omicidi avvengano contestualmente alla apparizione di una fitta nebbia e che, nelle piovose notti in cui l’assassino entra in azione, i televisori, pur se spenti, trasmettano il misterioso “Midnight Channel”, che risulterà essere un “canale di collegamento” con una dimensione oscura, permeata da ombre e da mostri generati dalla proliferazione di pensieri negativi.
Sarà dunque nostro compito metterci alle calcagna del misterioso assassino, per ostacolarne la progressione, indagando i misteri del Midnight Channel e trovandoci a fare i conti, nel mentre, con delle ombre, autoalimentate dalle nostre paure, dai nostri timori e dalle nostre insicurezze, venendo dunque a liberare la nostra vera Persona.
Mai come in questa saga, le trame imbastite, episodio dopo episodio, dai ragazzi di Atlus, ci fanno brillare gli occhi per livello di rifinitura e, soprattutto, per la fitta stratificazione delle stesse, fruibili con semplicità ma anche, per chi volesse immergersi a tutto tondo nei mondi creati ad hoc dalla software house nipponica, dotati di una lore gradualmente permeabile che ci svelerà segreti su segreti e chiavi di lettura sempre più profonde.
Ed è anche, ma non solo, per questo che Persona 4 Golden, pur avendo sul groppone più di due lustri di attività, non sfigurerebbe se affiancato a determinate release odierne, risultandone invero vincitore sotto diversi aspetti.
La storia di Persona 4 Golden può essere interpretata, senza alcuna esitazione, come un romanzo di formazione collettivo, in cui giovani protagonisti, alle prese con insicurezze e paure individuali, dovranno maturare collettivamente, innestando un percorso di crescita e maturazione personale che sarà fondamentale per fronteggiare, dopo essere entrati in contatto con la parte più remota dei loro io, le loro Persona, il killer che si nasconde nella dimensione celata dentro Midnight Channel.
Detta così, la trama sembrerebbe pervasa da una oscura negatività, più prossima a quella di uno Shin Megami Tensei V ma, a riportare il tutto nei canoni autoimposti da Atlus alla saga Persona, giunge la caratterizzazione dei personaggi, studenti liceali rappresentati a tutto tondo, con le loro problematiche extra-narrative usate come meccanismo per interrompere l’incedere di una narrazione che, altrimenti, sarebbe scivolata in una cupa autoreferenzialità.
Come avrete ben capito, la densità della narrazione rappresenta una delle tare distintive di questo Persona 4 Golden e l’inserimento della localizzazione italiana, anche se limitata ai soli sottotitoli, permetterà la fruizione di questo piccolo grande capolavoro anche a chi non mastica la lingua di albione: a completamento del tutto, sarà possibile scegliere se ascoltare dialoghi inglesi o se fruire, per i puristi del sol levante, della originaria versione giapponese.
Persona 4 Golden – Un romanzo di formazione collettivo
Persona 4 Golden porta in nuce tutte quelle migliorie che avrebbero poi aiutato Atlus, svariati anni dopo, a creare Persona 5 e che troveremo, presumibilmente, in Persona 6, rumoreggiato come esclusiva Playstation 5. Ci troviamo davanti ad un JRPG old school in cui dovremo occuparci tanto dei combattimenti, regolati da un sistema di interazione a turni che, ancora oggi, può far scuola a molti suoi concorrenti, quanto dell’esplorazione dei dungeon e, ultimo, ma non per importanza, la gestione della socialità (social link).
Questa ultima feature comporterà una sempre maggiore familiarizzazione con NPC e nostri compagni di liceo, arrivando a creare una dimensione di conoscenza altra che ci permetterà di sentirli sempre più vicini, grazie alla consapevolezza delle loro storie individuali. Ciò ci permetterà di empatizzare con loro e di essere ancora più coinvolti, qualora gli stessi venissero presi di mira dal serial killer. Non solo empatia ma, anche, affinamento della potenza dei nostri Persona: quanto più riusciremo a socializzare, tanto più svilupperemo affinità con gli arcani dei tarocchi, donando dunque a questa componente un peso ben maggiore del puro e semplice orpello narrativo.
Quanto ai dungeon, forse unico vero “punto debole” di questo Persona 4 Golden, generati proceduralmente, risultano essere abbastanza anonimi e monotoni, nonostante l’incombente presenza delle Ombre a vivacizzare il tutto. Non riesco però, personalmente, a considerarlo un difetto vero e proprio: tocca sempre ricordare che P4G affonda le proprie radici nell’era PlayStation 2 e che, quello che oggi ci sembra desueto, era allora qualcosa di impensabile, con l’hardware a disposizione.
Tecnologicamente, c’è di che esser soddisfatti
La versione Golden, qui recensita, presenterà al suo interno due social link aggiuntivi, rispetto alla originaria per PlayStation 2 ed un arco narrativo completamente nuovo, arco che ci permetterà di accedere ad un finale nuovo di pacca. Troveremo inoltre nuove interazioni, qualche cutscene in più e una sorta di interazione asincrona con i giocatori che stanno giocando, in quel momento a Persona 4 Golden, al fine di monitorare le loro scelte all’interno dei rispettivi playthrough: aggiunta simpatica ma, di fatto, poco importante.
Persona 4 Golden altro non è che la riproposizione, su console, della versione uscita nel 2020 per PC. Ritroveremo anche qui la possibilità di scegliere tra ben cinque livelli di difficoltà, con la possibilità di tarare anche il livello di sfida degli enigmi, così come la possibilità di effettuare dei salvataggi veloci e la funzione “riprova” per porre rimedio, senza dover percorrere nuovamente tutto un livello, nel caso di perentorio Game Over.
Graficamente il prodotto Atlus si presenta in due modi differenti: la tara stilistica delle animazioni, raffinate e ben più nitide di quelle (già mirevoli) presenti nella versione PS2, è rimasta immutata, dotata di una classe e di una eleganza immane.
La conta poligonale, invece, fa storcere il naso: nonostante un lavoro di attualizzazione, spesso e volentieri stride il perfezionamento delle textures dei personaggi, innestati in dungeon qualitativamente inferiori. Siamo purtroppo ben lontani dalla perfezione stilistica vista con Persona 5 Royal. Il comparto sonoro svolge invece egregiamente il suo compito, riportandoci a quella fascinazione che, oramai quindici anni fa, ci fece innamorare delle lande di Inaba.
La recensione in breve
Persona 4 Golden, per la prima volta al di fuori dell’ecosistema PlayStation, si presenta in tutta la sua bellezza, nonostante i quindici anni intercorsi dalla sua prima gestazione.
Una trama ed un gameplay al passo con i tempi non accusano i segni del tempo, regalando ai possessori di tutte le macchine da gioco, una esperienza bella, matura e divertente, complice anche la presenza della localizzazione in italiano.
Graficamente altalenante, Persona 4 Golden inizia a mostrare qualche ruga, la cui vista però sopporteremo volentieri, per via della qualità generale del tutto.
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Voto Game-Experience