Torniamo a parlare nuovamente di Monster Hunter Rise, e questa volta con una recensione per console next-gen (e precisamente PS5). Rendendo i giusti omaggi alla precedente esperienza su Switch del nostro Matteo Marchetti , il gioco approda sull’ammiraglia di Sony, dopo aver girato “largo” con una versione PC che risale agli inizi dello scorso anno. Insomma, uno strano percorso che lo ha portato a questo upgrade, che poteva solo che portare giovamento a tutta l’esperienza di gioco in genere.
Un conto è essere costretti a limitare il consumo di risorse, “castrando” alcuni aspetti del gioco. Un altro è avere tanti cavalli a disposizione da poter (e dover) sfruttare, onde evitare possibili figuracce, alzando i giri di un motore che era abituato a dei ritmi non molto sostenuti. Il grande vantaggio di questa versione next-gen di Monster Hunter Rise è stato il “rodaggio” fornito da quella PC, che ha permesso di cristallizzare un ecosistema di gioco idoneo per le console di nuova generazione.
Non è un caso, infatti, che si ha un inedita possibilità di regolare alcuni parametri come la densità di dettagli e il livello qualitativo delle ombre, oltre al fatto di lasciare in mano tutto questo ai “classici” preset gestiti dal sistema. Il tutto in funzione della famosa politica del compromesso grafica/prestazioni, a cui ormai siamo abituati. Tutto sommato, però, non ci possiamo che lamentare. L’esperienza in 60 fps è sempre garantita, spingendo sull’acceleratore si può anche arrivare a 120fps.
E non bisogna guardare le cose sotto un punto di vista diverso da quello che oggettivamente sono. Monster Hunter Rise è stato fisiologicamente concepito su Switch, per cui non si possono modificare delle logiche di base che furono concepite, in maniera essenziale, per essere meglio digerite sulla console Nintendo. Questo non vuol dire essere parte attiva di un qualcosa che può essere visto come “fuori posto”, ma solo eliminare il velo del pregiudizio e giudicare le cose come realmente sono. E senza proseguire oltre in inutili sproloqui, vi lascio alla recensione di Monster Hunter Rise, giocato nella sua versione per console PS5.
Una qualità grafica di nuova generazione
La vera grande novità di questo upgrade di Monster Hunter Rise è insita nel boost grafico offerto dalle console di nuova generazione. Non è di certo un mistero che la differenza tra le potenze di calcolo tra Switch e PS5/Xbox Series X è piuttosto lapalissiana. Ed è fisiologico che se uno sviluppatore si trova davanti “numeri” da sfruttare, giustamente ne approfitta per fare le cose in grande e senza badare troppo a spese. Ed è quello che ha fatto Capcom in questa versione next-gen di Monster Hunter Rise, puntando tutto sul potenziamento della sua veste grafica.
In tutto questo, però, c’è una bella novità che proviene dal mondo PC. Viene, infatti, concessa la possibilità di settare numerosi parametri del comparto grafico quali la qualità dell’immagine, le texture ad alta risoluzione, il filtro texture, l’occlusione ambientale, la qualità delle ombre, le ombre dinamiche, il movimento del fogliame, l’effetto mosso, la distorsione lente, l’effetto vignettatura, la profondita di campo (DOF), la grana pellicola e filtri colore personalizzati, oltre alla presenza dell’HDR.
Non manca nulla all’appello, giusto per evidenziare l’altissimo livello di personalizzazione fornito da questo upgrade next-gen di Monster Hunter Rise. Parametri che è possibile anche settare in maniera automatica, lasciando il pallino del gioco ai preset già calibrati dagli sviluppatori. Si tratta, però, di una scelta reversibile in ogni momento dell’esperienza di gioco, e si può intervenire anche quando si ha preso abbastanza confidenza con il gioco.
Vogliamo spostare la vostra attenzione su quest’ultimo aspetto, che è una piccola “chicca”, ma che merita un piccolo approfondimento. Sinora, nel mondo console, siamo stati abituati al “cotto e mangiato”, prendendo un titolo per come è, con pochissimi margini di personalizzazione sotto il profilo grafico. Non abbiamo modo di intervenire sulle numerose variabili che alimentano il motore grafico del gioco, con la scure che dimezza i frame rate se siamo degli incurabili esteti. Capcom mostra i muscoli del RE-Engine, e in attesa di vedere come si comporterà su Resident Evil 4 Remake, apre il cuore del suo motore grafico, lasciando all’utente carta bianca lato personalizzazioni. Insomma, un esperienza disegnata addosso.
Non si tratta di un “remake”, ma di un “upgrade”
Ha poco senso rifare una recensione di Monster Hunter Rise ripartendo da zero, come se non ci fossero già due esperienze precedenti – Switch e PC – e fosse un’ennesima prima volta. Di fatto, almeno per noi, non lo è, e come tale non lo sarà. Il gioco edito e sviluppato da Capcom non presenta nulla di nuovo sul fronte contenutistico, senza riservare missioni esclusive o nuovi personaggi all’ammiraglia Sony. Si sa già che arriverà Sunbreak quest’estate, DLC già navigato nelle due precedenti esperienze, indi per cui nulla di nuovo all’orizzonte.
Quello che invece trasuda di inedito è tutto il comparto grafico, che sfrutta come non mai la potenza delle console di nuova generazione. Monster Hunter Rise nasce già come titolo “generoso” sul fronte risorse, e il suo gameplay non era caratterizzato da meccaniche che richiedevano una curva di apprendimento ripida ed elitaria. Sovente, gli action RPG portano con se questa nomea, per quanto lo volontà sia sempre quella di trovare il giusto bilanciamento tra le varie componenti del gioco.
Monster Hunter Rise, forse anche più dei suoi predecessori, ci riesce. Il gameplay è alla portata di tutti, ed è anche coerente se parametrato alla console dove ha visto la sua genesi. Quando, però, transiti su console che hanno ospitato i vari souls, citando giusto il più illustre Elden Ring, ci si accorge che alcune meccaniche finiscono per essere “fraintese” come banali, o addirittura superficiali. Ed ecco il motivo per cui bisogna prendere il gioco di caccia di Capcom per quello che è, e nella sua nicchia – che al momento è solo minata dalla presenza futura di Wild Hearts – resta sempre una perla.
Certo, a distanza di più due anni dalla sua uscita, e con un esperienza PC all’attivo postuma a quella di Switch, qualcosina di più sul fronte delle offerte dedicate alla next-gen si poteva fare. Fermo restando che tutto il comparto grafico sopra evidenziato ha portato una ventata di novità a tutto il settore videoludico, a livello contenutistico si è rimasti, come dire, a bocca asciutta.
La recensione in breve
Monster Hunter Rise si rifà il trucco per essere in forma sulla nuova generazione di console. Sul fronte contenutistico non porta nulla di "dedicato", offrendo un'esperienza di gioco che si presenta altamente personalizzata sotto il profilo grafico. Tra gli ARPG è quello che meglio interpreta l'essenzialità del genere, senza presentare inutili complessità.
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Voto Game-Experience