In questi giorni è letteralmente esplosa in Italia la polemica riguardante l’obbligatorietà del Green Pass, certificato dedicato a tutti i vaccinati anti COVID-19 che gli consente di poter accedere a tantissimi luoghi altrimenti inaccessibili. Tanto per fare un rapido esempio infatti, chi è vaccinato ed è di conseguenza provvisto del certificato di cui sopra può pranzare all’interno di un ristorante, visitare un museo oppure ancora accedere allo stadio così da vedere, finalmente, la partita della propria squadra del cuore.
Questa decisione del Governo italiano (ma in realtà anche altri Paesi del mondo hanno preso la stessa decisione) ha ovviamente scontentato chi non vede nella campagna vaccinale un valido ed importante aiuto nella lotta contro il terribile Coronavirus (per vari motivi), portando alla ribalta operazioni non propriamente eleganti oppure addirittura illegali.
Proprio in tal senso infatti segnaliamo come in queste ore sia andata in scena una maxi operazione della Polizia di Stato, denominata “Fake Pass“, che come suggerisce con forza il nome stesso è andata a contrastare chi ha deciso di mettere in atto la vendita di Green pass falsi, permettendo in questo modo anche a chi non è vaccinato di poterne acquistare uno, ovviamente pagando del denaro.
La Polizia italiana ha quindi messo letteralmente i bastoni tra le ruote a questo commercio online di falsi Green pass Covid 19 riuscendo a bloccare nientemeno che 32 canali su Telegram che avevano messo in vendita queste certificazioni, ovviamente false e quindi neppure funzionanti.
Chi aveva architettato questa operazione illegale si presentava con il seguente messaggio:
“Ciao, ti spiego brevemente come funziona. Attraverso i dati che ci fornisci (nome e cognome, residenza, codice fiscale e data di nascita) una dottoressa nostra collaboratrice compila un certificato vaccinale e (quindi sì, risulti realmente vaccinato per lo stato) e da lì in green pass”.
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