I giochi online sono diventati un’ancora di salvezza sociale per bambini e adolescenti durante la pandemia, ma stando a quanto dichiarato in queste ore dall’Anti Defamation League (ADL) attraverso un nuovo studio, il 62% dei giovani giocatori ha subito abusi e molestie mentre giocava online, dato questo piuttosto preoccupante visto che rappresenta oltre 14 milioni di giovani. Tra i giochi con più bulli e razzisti troviamo Fortnite, COD, Valorant e PUBG.
Secondo lo studio, i giocatori di età compresa tra i 13 ed i 17 anni hanno riferito di aver subito il maggior numero di abusi e molestie nei giochi sparatutto multiplayer e MOBA negli ultimi sei mesi. Circa l’89% di coloro che hanno subito abusi lo ha fatto quindi in Valorant, mentre il 62% ha subito tutto ciò all’interno di Rocket League.
Lo studio ha anche analizzato i canali all’interno di un gioco online da cui i giovani giocatori hanno ricevuto molestie. Circa il 43% di questi utenti ha riferito di essere stato molestato durante il gioco stesso, con trasgressori che lanciavano il gioco a loro spese oppure venendo bloccati direttamente da altri giocatori. Il 39% dei giovani giocatori ha poi affermato di aver subito degli abusi tramite la chat vocale in gioco, mentre il 24% ha affermato che è avvenuto attraverso app di chat secondarie, come Discord.
I giovani giocatori hanno riferito che i giochi che hanno favorito gli ambienti più ostili erano Valorant (42%), Call of Duty (42%), DOTA 2 (37%), PUBG (35%), Fortnite (34%) ed infine concludiamo League of Legends (34%). A causa di questa incredibile ostilità che hanno dovuto affrontare, in modo totalmente gratuita, hanno iniziato ad approcciarsi a questi titoli prestando maggiori attenzioni, arrivando addirittura in molti casi a smettere direttamente di giocarci per evitare ulteriori cyberbullismo.
Circa il 40% dei giovani giocatori è diventato più cauto o ha smesso del tutto di giocare a Call of Duty e PUBG, mentre invece circa il 21% ha fatto la stessa cosa con Rocket League e Minecraft.
Questo nuovo studio si è avvalso di un campione composto da 100 milioni di giocatori online, nella fascia di età 18-49 anni, con l’organizzazione che ha deciso di includere anche gli adolescenti nella sua ricerca quest’anno. L’analisi si conclude infine affermando che il 10% degli adolescenti ha riferito di essere stato esposto a discussioni in giochi multiplayer online sull’ideologia riguardanti la supremazia bianca, rispetto all’8% degli adulti.
Continuate a seguirci per non perdervi altre notizie di questo tipo.