Riot Games sta vivendo un periodo di crescita a dir poco incredibile. Le basi gettate con League of Legends hanno portato lo studio americano verso un’espansione che tocca diversi generi fino ad arrivare al mondo dell’intrattenimento con Arcane. Questa espansione ha, salvo qualche piccola eccezione, un punto che accomuna tutte le produzioni: il mondo di League of Legends. Le esperienze proposte da Riot sono solide, interessanti e mai scontate, ricordandoci una giovane Blizzard che trasformava in oro tutto ciò che toccava, inizia dunque l’era di Riot Games?
La storia dei videogiochi ci insegna che alcune certezze sono più incrollabili di altre, se pensiamo a nomi come Rockstar Games, Naughty Dogs, Valve, Blizzard Entertainment (almeno fino a qualche tempo fa, ndr) o lo stesso nome di Hideo Kojima è facile capire quanto determinati studi di sviluppo abbiano ridefinito il modo di giocare nel corso degli anni. Quasi sempre infallibili, dallo stile inconfondibile, capaci di rivoluzionare e di rivoluzionarsi nel corso degli anni, i pilastri dell’industria sono quella certezza che giustifica l’hype e che ci accompagna in esperienze incredibili, infondendo linfa vitale nella nostra passione. Riot Games non è giovanissima e non è sconosciuta ma ha sempre coltivato il proprio orticello con un titolo come League of Legends che dal 2009 detta le regole nel mondo dei MOBA. Si, sappiamo benissimo che esistono altri titoli di questo genere e che la competizione tra Dota e League of Legends spesso ha un carattere più riconducibile alla vera e propria console war ma è innegabile che, nel tridente composto da League of Legends, Dota ed Heroes of The Storm, il MOBA di Riot Games sia quello più conosciuto e più giocato al mondo, lasciando a chi ha voglia di discutere la patata bollente. Con l’acquisizione di Riot Games da parte del colosso cinese Tencent, Riot Games ha acquisito quella sicurezza e quell’intraprendenza necessaria per mettere a frutto più di dieci anni di duro lavoro su un singolo titolo che, oltre a dimostrare un’incredibile longevità, non smette mai di rinnovarsi e di evolversi. La proposta di Riot Games si espande, prima timidamente e poi in maniera prorompente affondando le sue radici in diversi settori dell’intrattenimento videoludico, dal mobile con League of Legends: Wild Rift fino ad intervenire in maniera anche importante in due settori molto difficili da conquistare come quello dei Trading Card Games con Legends of Runeterra e gli FPS Arena con un brillante Valorant che entra in competizione diretta con l’indiscusso Counter Strike.
Giocando diverse produzioni Riot Games, dal piccolo Hextech Mahyem fino al più complesso Ruined King, mi sono reso conto di come le produzioni Riot Games siano legate da un filo invisibile che accomuna le esperienze di gioco pur passando su generi completamente diversi. Non si tratta soltanto della lore di League of Legends, dei suoi mondi e dei suoi eroi, ma dell’impostazione generale dell’esperienza di gioco che lascia percepire quella solidità, quella ricerca della perfezione che solo Blizzard è riuscita a dare su PC nel corso degli anni. Riot Games cresce e lo fa nel modo giusto, senza quella palese avidità che accomuna diversi studi. Certo, i margini di guadagno sono immensi anche in questo caso ma se pensiamo a Riot Forge ed ai progetti come Hextech Mahyem, Ruined King già usciti o progetti futuri come CONV/RGENCE, Song of Nunu o il picchiaduro Project L da poco annunciato, è chiara la direzione verso un’esperienza single player sicuramente meno redditizia di titoli come Valorant o League Of Legends. Si tratta di un’espansione strategica mirata a toccare diversi generi nel migliore dei modi, il tutto seguendo un processo di sviluppo ben definito, solido e funzionale. Riot Games potrebbe essere la nuova Blizzard, quello studio capace di stupire i giocatori su PC e di far innamorare le community dei suoi personaggi, delle sue storie e dei suoi mondi. Costruire un universo non è sicuramente qualcosa che accade dall’oggi al domani, servirà tempo e saranno molte le prove da affrontare e superare ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. La qualità di Arcane è la prova di quanto Riot Games abbia investito non soltanto denaro e risorse ma anche amore e passione in un mondo dal potenziale immenso come quello di League of Legends. Non basta essere sulla bocca di tutti per essere famosi, bisogna esserlo per i giusti motivi e dare la giusta carica. Guardando i primi filmati di gameplay di CONV/RGENCE non si può che restare ammaliati di fronte al taglio artistico, al carattere ed alle potenzialità espresse dal titolo.
Pur paragonando Riot Games a Blizzard Entertainment, siamo ben consci del fatto che non c’è ancora quel peso mediatico e ludico capace di scuotere l’intera industria del videogioco. Riot Games sta gettando le basi da una parte con titoli di grosso calibro come Valorant e dall’altro attraverso piccoli ma efficaci progetti mirati a tenere una costante attenzione sul mondo di League of Legends, manca ancora il “Diablo” tuttavia, manca quel titolo capace di ridefinire un genere, di restare nella storia dei videogiochi, escludendo League of Legends. Ci sono tutte le premesse perché questo accada e pensare che tutto sia nato da una mod di Warcraft III, rafforzando ulteriormente il legame concettuale tra Blizzard Entertainment e Riot Games. La nascita, la crescita ed il tramonto di un fenomeno mediatico avvengono in un arco temporale imprevedibile, Blizzard sta vivendo quella che sembra essere una crisi difficilmente risolvibile, resterà comunque presente ma è difficile se non impossibile ritornare a vedere quel guizzo creativo di un tempo, Riot Games, nonostante i suoi 12 anni di vita è invece agli albori di quello che potrebbe essere un viaggio incredibile. Tanti progetti, tanta carne al fuoco ed un impatto mediatico in continua crescita, tutto sotto l’egida di un modello di sviluppo al momento inattaccabile. Blizzard Entertainment ha bisogno di un erede e Riot Games ha tutte le carte in regola per diventarlo.