Il rilascio di una esclusiva console, su una piattaforma altra dovrebbe, normalmente, essere considerata come una vittoria e festeggiata come tale. La storia recente ci ha però insegnato che, non sempre, lo si può fare a scatola chiusa. Se poi prendiamo in esempio gli ultimi porting di esclusive Sony su PC, The Last of Us: Part I in particolare, pare più che normale andarci con i piedi di piombo. Con le dovute accortezze ci siamo dunque avvicinati al processo di recensione di Horizon: Forbidden West PC, sperando di non cadere vittima dei recenti luoghi comuni inerenti le conversioni da PlayStation a PC.
Ma, si sa, i luoghi comuni son fatti per essere smentiti e, fortunatamente per noi tutti, la versione PC di Horizon: Forbidden West non ha dato i medesimi problemi dei suoi illustri predecessori. Ci troviamo dunque di fronte ad un prodotto realizzato con tutte le attenzioni spettanti ad una produzione AAA, soprattutto in caso di debutto su piattaforma master race. Ma scopriamone di più con la nostra recensione di Horizon: Forbidden West PC.
Il ritorno di Aloy
Horizon: Forbidden West, giunge su PC nella versione Complete Edition, contenente il DLC Burning Shores, rilasciato in esclusiva PlayStation 5 poco più di un anno fa. Il debutto di Aloy sulla master race, avviene dunque con tutte le frecce disponibili nella faretra della eroina Sony, già disponibili al day one. Torniamo dunque a vestire i panni di Aloy, ritrovandola esattamente dove Horizon: Zero Dawn si era concluso, con certezze ed interrogativi lasciati in sospeso alla conclusione del capostipite del franchise.
Sei mesi dopo la liberazione della Conquista, e la contestuale sconfitta delle macchine, troviamo dunque Aloy alle prese con un mondo tutt’ora in subbuglio: una eroina che cerca di sfruttare i ritrovati tecnologici del XXI secolo, per donare alla umanità una nuova possibilità di pace ed equilibrio.
Le azioni da lei compiute in Zero Dawn hanno lasciato, alla collettività, un mondo profondamente mutato, nel bene e nel male, ma tutt’ora senza pace. Aloy dovrà ripercorrere infatti il percorso dei padri pellegrini, icona e metafora di evangelizzazione di un mondo da scoprire. Spingendosi sempre più ad ovest, la nostra alter ego digitale dovrà ricostruire e ri-attivare GAIA, una intelligenza artificiale capace di azioni di terraformazione.
Così facendo si scontrerà però con la piaga rossa, una maledizione che sta distruggendo l’ecosistema, rendendo di fatto la vita impossibile per la razza umana. La ri-attivazione di GAIA permetterà ad Aloy di ripristinare la biosfera al fine di rendere la terra nuovamente abitabile dagli uomini, annullando, contestualmente lo status di minaccia della vita meccanica presente sul pianeta. Questo l’incipit di una storia che ci porterà a vagare nell’ovest proibito, con il fine ultimo di svelare (quasi) tutti i misteri nascosti nell’immenso open world made in Guerrilla Games.
More of the same, ma di qualità
Horizon: Forbidden West si mette, non solo narrativamente, nella scia del suo diretto predecessore. Tanto l’open world ideato dai ragazzi di Guerrilla Games per Horizon: Zero Dawn, quanto le dinamiche di interazione con lo stesso tornano in questo sequel, portate però alla massima potenza.
Prendete infatti tutto quanto visto in Horizon: Zero Dawn e spingete sull’accelleratore. Avremo dunque un mondo di gioco completamente open world, di molto più esteso di quello visto nel diretto predecessore, che già da sé varrebbe l’acquisto per gli appassionati del genere. Aggiungiamo un comparto grafico – tecnico debitamente derivativo (ambo i titoli basano le loro fondamenta sul Decima Engine), ma risultante dalla organica evoluzione di un motore grafico già di suo di altissimo livello e un comparto narrativo molto più complesso ed approfondito di quello del primo episodio.
Horizon: Forbidden West è la somma algebrica di tutti questi elementi, un prodotto fatto di tante eccellenze, unite da un fil rouge qualitativo atto a dimostrare la bravura dei ragazzi di Guerrilla Games, oltre che la duttilità del Decima Engine, spinto al suo attuale limite endemico.
Master Race: what else?
Se però, formalmente, la versione PC di Horizon: Forbidden West è assolutamente identica a quella PlayStation 5, le differenze iniziano a palesarsi prendendo in esame l’aspetto tecnico delle due sopraccitate versioni. Come successo nel caso della versione PC di Death Stranding, anche Horizon: Forbidden West, che condivide con il capolavoro Kojima Productions il motore grafico – fisico, è stato realizzato con dedizione assoluta al mondo master race.
Il Decima Engine risulta essere, infatti, tra i motori più scalabili presenti in circolazione. Risultato immediato di questa caratteristica è la possibilità di utilizzare Horizon: Forbidden West su un parco macchine vario, variegato e dalla difforme potenza computazionale. Potremo dunque attraversare le impervie lande dell’ovest tanto sulla steam deck, quanto su un PC entry level quanto, auspicabilmente, su un PC Ninja capace di spremere a dovere il motore grafico made in Guerrilla Games.
Per far questo, la versione PC di Horizon: Forbidden West si distingue per il supporto a tutte le tecnologie di upscaling proprietarie, atte a ridurre il carico di lavoro della GPU. Potremo dunque scegliere, previa verifica compatibilità con la scheda grafica equipaggiata nel nostro PC, tra DLSS 3, FSR 2.2 ed Intel XESS. Va sottolineato quanto il supporto per queste tecnologie proprietarie sia disponibile, perfettamente implementato e funzionante, sin dal Day 1, venendo dunque a configurare Horizon: Forbidden West come un porting a tutto tondo, nella cui realizzazione nulla è stato lasciato al caso. E’ in corso di lavorazione, invece, il supporto al frame generation dedicato offerto da FSR 3.
La potenza è nulla, senza controllo (cit.)
La parola chiave, nella realizzazione di Horizon: Forbidden West è stata accessibilità. Al momento in cui scriviamo la recensione, l’ultimo capitolo delle avventure di Aloy è perfettamente giocabile su Steam Deck, pur non essendo ancora un titolo “steam deck verified“, per quanto Nixxes stia lavorando duramente per ottenere questa certificazione.
Sin dal day 1 sono presenti dei preset grafici pre-impostati, che permettono di tarare il livello grafico del titolo Guerrilla Games a seconda del pc in uso. Sarà, ovviamente, possibile creare un preset personalizzato, al fine di adattare la resa finale alle proprie esigenze e, nemmeno a dirlo, alla potenza del proprio pc da gaming.
Il debutto su master race vede, come successo già per altri titoli dell’universo Sony approdati su PC, il supporto per i monitor Ultra-wide 21:9 e per quelli super Ultra-wide 32:9. Per la prima volta, assistiamo invece al supporto della configurazione triplo monitor, che ci permetterà di tenere un aspect ratio di 48:9, al fine di rendere ancora più immersiva l’esperienza di gioco di Horizon: Forbidden West. Scontato, ovviamente, il supporto 100% per il controller Sony Dualsense, con tanto di feedback aptico ma, anche, per qualsivoglia controller USB o Wireless compatibile con PC.
La recensione in breve
Nixxes porta su PC la migliore versione possibile di Horizon: Forbidden West. L'ultima creatura Guerrilla Games giunge infatti nella sua edizione definitiva, comprendente l'espansione Burning Shores e in perfetta forma. Grazie al supporto per tutte le tecnologie di upscaling e ad una grande scalabilità grafica del Decima Engine, sarà possibile giocare a Horizon: Forbidden West su qualsivoglia PC o addirittura su Steam Deck. Solo una ripetitività di fondo, data dalla natura "more of the same", seppur di qualità, di questo secondo capitolo, va ad inficiare una produzione altrimenti impeccabile.
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Voto Game-eXperience