I droni sono oggetti problematici, per svariate ragioni. Poche leggi ne governano l’uso, chiarendo cosa si possa e cosa non si possa fare. Una tra queste ultime cose prevede il divieto, definito dalla normativa europea, di far volare droni nei pressi delle zone considerate “critiche” e, malauguratamente per un turista messicano di 41 anni, il Duomo di Milano è una di queste zone.
Il turista, probabilmente e plausibilmente ignaro di questa normativa, e forte nella sua futura difesa della totale mancanza di cartelli che segnalino il divieto nei pressi del monumento simbolo di Milano, non voleva fare altro che scattare alcune foto aeree del Duomo, probabilmente da postare sui propri profili social e conservare come ricordo della vacanza oltre oceano.
Purtroppo per lui degli agenti Ghisa del Nucleo Operativo Duomo lo hanno acciuffato e, dopo avergli sequestrato il drone, poiché considerato aeromobile in transito su un’area “critica”, gli hanno appioppato una multa salatissima per violazione del codice della navigazione, che può costare una pena fino a tre mesi di reclusione. La multa ammonta alla stratosferica cifra di 33 mila euro: abbastanza soldi per acquistare un’auto nuova, e nemmeno delle più economiche.
Siamo già al terzo sequestro di droni effettuato dal Nucleo Operativo Duomo da inizio 2021, e probabilmente non sarà neppure l’ultimo. Ora toccherà a giudici e avvocati giostrare la situazione. Va però detto, a favore del turista, che la mancanza di cartelli che avvisino di questo divieto, probabilmente inesistente nel suo paese natio al di la dell’Atlantico, gli vale quantomeno da scusante e, vista la mole di turisti extra-europei attratti dal celebre monumento, forse sarebbe il caso di posizionare qualche cartello che avvisi del divieto. La cosa senza dubbio potrebbe prevenire una buona parte delle violazioni future, oltre che rendere meno ambiguo ogni eventuale procedimento giudiziario conseguente a una violazione analoga. Cosa ne pensate?