Il ritorno del “Re” verrebbe quasi da dire, con Company of Heroes 3, con una recensione che presta il fianco per momenti di sano amarcord. Correva l’anno 2013 quando il secondo capitolo della fortunata saga ideata da Relic Entertainment regalava il suo ultimo appuntamento. I motivi di questo silenzio decennale possono essere svariati, anche se la software house è stata impegnata su diversi fronti tra cui Warhammer 40,000: Dawn of War III (2017) e Age of Empires IV (2021).
Il richiamo della battaglia è stato troppo forte, ma questa volta lo sviluppo è stato condiviso direttamente con la fanbase. Modder e giocatori storici sono stati chiamati in causa direttamente per decidere alcuni assett fondamentali del terzo capitolo della saga, tra cui il teatro degli eventi. La scelta è ricaduta sul Mediterraneo, e precisamente sui fronti africano e italiano. Potete scegliere questi due scenari di guerra in Company of Heroes 3, oltre alle 14 mappe in modalità multigiocatore.
Il gameplay non subisce degli scossoni importanti rispetto alla formula classica. I movimenti sul campo di battaglia sono divenuti più ragionati, sfruttando – in maniera intelligente – i ripari e i rifornimenti lasciati dal nemico. La logica del wave system consente di sfruttare nel migliore dei modi le pause, anche con la nuova feature della “pausa strategica” (disponibile solo in single player). Si capisce che la nuova volontà è quella di enfatizzare ogni singolo scontro, evitando le classiche avanzate a “kamikaze”.
Sul fronte grafico, possiamo solo goderci i 10 anni di esperienza accumulata dagli sviluppatori. Scenari fantastici, con un grande plauso per il livello di dettaglio presente nella campagna per la liberazione della penisola italiana. Un livello di distruttibilità senza precedenti, con le battaglie che questa volta non lasciano veramente scampo a nessuno. Solo l’intelligenza tattica del sommo stratega militare che si cela in voi potrà ideare la giusta pianificazione sul campo di battaglia, e portare a casa la vittoria. E tra il boato di un cannone e l’urlo incoraggiante del plotone, vi lasciamo alla nostra recensione di Company of Heroes 3.
Lo scenario del mediterraneo
Il “Concilio dei giocatori”, quello voluto da Relic Entertainment in fase di pre-produzione di Company of Heroes 3, ha optato per una soluzione che comprendesse la campagna di liberazione dell’Italia e quella Africana. Il concetto di buoni o cattivi, né tantomeno quello dell’eroe senza paura, non interessa (e mai ha interessato) gli storici sviluppatori della serie. L’obiettivo è solo uno: raccontare un pezzo di storia. Responsabilità che in passato è sempre stata affidata al gameplay, con il susseguirsi di incarichi e missioni che ricalcavano la matrice storica della seconda guerra mondiale.
Gli sviluppatori, unitamente a questo Concilio di pochi eletti, si sono trovati davanti ad un bivio prima di mettere le mani sopra al codice sorgente del nuovo capitolo: che direzione si vuole intraprendere? Per non scontentare nessuno, l’offerta è stata differenziata in sole due campagne al lancio: quella africana e quella italiana. Le due si presentato profondamente diverse a livello di fruizione e longevità, pur mantenendo un filo di coerenza sul fronte gameplay (anche se rispetto quest’ultimo assunto qualche riserva l’abbiamo).
Sul fronte africano si passa dalla parte dei nazisti, con 8 battaglie che celebrano l’ascesa della Deutsches Afrikakorps nei paesaggi desertici dell’Africa Settentrionale. Un fronte che Hitler riteneva strategico in ottica approvvigionamenti, fermo ancora sull’idea “romantica” di una guerra lampo. La storia ci ha insegnato il resto, anche se tutti conoscono chi si cela dietro il personaggio della Volpe del Deserto. Relic Entertainment costruisce la campagna africana con una interessante componente narrativa legata al generale Rommel e all’avanzata delle truppe tedesche nei vari villaggi, con tutte le implicazioni socio economiche del caso. Una campagna che vede un susseguirsi di missioni ed obiettivi da raggiungere, che scorre in modo piacevolmente veloce.
Se, invece, vogliamo ritornare sui libri di scuola per ricordare come è avvenuta la campagna di liberazione del fronte meridionale italiano, allora dobbiamo optare per le sequela di missioni che ci attendono nella nostra amata penisola. Qui, si vestono i panni degli alleati che, dopo, aver sbarcato nel porto di Salerno, puntano alla marcia trionfale su Roma e alla sua liberazione dalla morsa dell’Asse. Un approccio sicuramente ben più strategico rispetto alla campagna africana, che dedica meno spazio alla narrativa e più a quello tattico militare. Non esiste una strada tracciata per arrivare a quell’obiettivo finale prima delineato, e la scelta sul “come” raggiungerlo è tutta nelle mani del giocatore.
Le novità del gameplay
Ebbene sì, sono passati quasi 10 anni dal secondo capitolo di Company of Heroes e l’eredità di questo lontano passato è ancora viva e presente in questa terza iterazione della saga. Ovviamente, dagli errori commessi in gioventù si trae sempre un proficuo insegnamento, da lasciare ai posteri per quelli che verranno. Come noi, in questa nuova esperienza del famoso RTS militare. La volontà è stata quella di immergere e coinvolgere quanto più possibile il giocatore nello scenario della battaglia, cercando di accorciare quelle distanze veicolate dal essere troppo “strategici”.
Non si tratta più di impostare le pedine sulla scacchiera e dargli il compitino “vai dal punto A al punto B”, ma occorre prima di tutto studiare e sfruttare al meglio lo scenario di guerra. Con il nuovo sistema di movimento e gestione del riparo gli scontri diventano ben più ragionati rispetto al passato. Ogni soldato porta con sé un parco abilità che vanno oltre il “semplice” conflitto a fuoco, da attivare con parsimonia per non andare in crisi da “cooldown”. Si attende l’avanzata piazzando cariche ed esplosivi e impartendo all’artiglieria precise zone presidiare. E poi si aspetta l’ondata, senza conoscere in anticipo (salvo l’impiego del controspionaggio militare) gli intenti dell’altra parte e né tanto meno la composizione dello schieramento.
Questo ultimo aspetto funge da assist per introdurre la logica base del gameplay, quasi da inseguire come un credo per evitare imbarazzanti disfatte: conquista, ripara, costruisci ed avanza. Non esiste il concetto di base unica. Ci si muove per step, conquistando avamposti e risorse del nemico. Queste possono essere investite per costruire e potenziare la nostra piccola Compagnia di Eroi, anche se può non essere abbastanza per arrivare alla vittoria.
L’interpretazione del teatro di guerra porterà a fare anche delle valutazione sul come affrontare le possibili battaglie che ci separano dal raggiungimento dell’obiettivo, e magari optare per qualche piccolo aiutino da parte di extra-alleati (come ad esempio l’esercito dei partigiani). Tutto ha un prezzo, un tributo che viene onorato in formato di deviazione secondaria. Un modo intelligente per unire l’utile al dilettevole ed aggirare il fattore ripetitività.
Un comparto artistico “da battaglia”
Tra i vari aspetti che meritano una menzione d’onore, ci sentiamo di suggerire anche la componente artistica di Company of Heroes 3. L’obiettivo è piuttosto chiaro, immergere quanto più possibile nello scenario di guerra il giocatore. Per conquistare questo importante traguardo, oltre ad un rinnovamento generale del livello di dettaglio delle texture, si è pensato bene tentare la strada del realismo e della fisica. Procediamo per esempi, raccontandovi un momento della nostra esperienza di gioco.
L’esercito nemico vi sta devastando con dei colpi di mortaio che non vi consentono di procedere con il posizionamento della vostra artiglieria. Le esplosioni generano dei crateri sul terreno che a loro volta possono diventare dei ripari per nascondersi dal nemico e tendergli un imboscata. Nel mentre, un commando di cecchini ben addestrati si fionda verso il primo edificio a tiro, ma questo cade sotto i colpi di un panzer tedesco.
Una sintesi di come sono cambiate le animazioni e del livello di distruttibilità generale dello scenario di gioco, che non subisce più solo passivamente ma che diventa parte attiva della battaglia.
Meglio da soli o in compagnia?
Company of Heroes 3 vi permette di scegliere il vostro percorso di carriera nel mondo degli RTS. Con l’avanzata del mondo degli esports, e del multigiocatore in genere, fare dei confronti con il passato appare pressocché inutile. In 10 anni , il gaming ha completamente cambiato faccia e modalità di somministrazione, con l’avvento, tra gli altri, dei servizi di streaming e compagnia bella. Restando aderenti alla traccia, non esiste un modo giusto o sbagliato di giocare l’ultima iterazione della fortunata saga di Relic Entertainment, ma solo quello che per voi appare la migliore scelta.
Vi sono però delle feature che restano ad uso consumo della modalità in singolo. Come, ad esempio, la pausa tattica che vi permette di sospendere l’azione della battaglia per ragionare sul da farsi prima della prossima mossa. Un modo per riorganizzare le idee quando la situazione inizia a farsi pesante. Occorre, inoltre, menzionare la mappa strategica, una preview dove ci viene mostrato il teatro delle operazioni, il livello di presenza nemico, gli snodi strategici e la possibile presenza di alleati da aggiungere al vostro schieramento.
La modalità multigiocatore, che sia PvP che PVE, diventa una vero e proprio gioco a se, che ad oggi non presenta molte varianti in termini di attività extra da fare, ma solo delle mappe dedicate. Il titolo è arrivato da poco sugli scaffali e già lo sviluppatore ha fatto sapere che intende sostenere il gioco sul medio/lungo periodo, anche forte della presenza della community dei modder. Una bella favola insomma.
La recensione in breve
Si torna in guerra, quella dei libri di storia, quella che ci raccontavano i nostri nonni quando eravamo piccoli. A distanza di 10 anni dal secondo capitolo, la formula base non cambia molto. Il rinnovamento grafico è importante, con un livello di distruttibilità senza precedenti. Al momento sono disponibili solo due campagne in single player ed altrettante in multigiocatore. La prima espansione dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, indi per cui tenete duro.
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Voto Game-Experience