Non sono mai stato un grande appassionato di giochi sportivi o di guida, né per le discipline “reali” che ispirano questi titoli. Eppure ho sempre guardato i piloti di rally con una sorta di ammirazione per la sfida che ogni volta si trovano ad affrontare: piste sporche e scivolose, auto blindate con tanto di abitacoli che diventano altiforni in periodo estivo e gabbie ghiacciate in inverno, rischio dietro ogni curva.
SPORCHIAMOCI LE MANI
Dev’essere questo uno dei motivi che spinge sviluppatori come i ragazzi di Codemasters a puntare nella direzione del gioco di guida fortemente spinto verso la simulazione nuda e cruda. Tralasciando meccaniche decisamente più arcade che potrebbero accontentare alcuni giocatori ma scontentare molti altri, si parla di un titolo che parte da una solida base tecnica per offrire una sfida intrigante anche a chi (come il sottoscritto) non sente un’attrazione naturale verso i giochi di guida.
LE AUTO NON BASTANO MAI
Se un titolo di questo genere riesce a colpire anche chi, come me, non prova grande attrazione verso il genere sicuramente la strada è quella giusta. Parliamo ora delle modalità di gioco: è possibile cimentarsi in gare classiche su tracciati a caratteristiche preimpostate o personalizzabili. A nostra disposizione avremo un gran numero di bolidi moderni ma è anche possibile afferrare il volante di vetture storiche per esperienze decisamente retrò. Nonostante possa sembrare una caratteristica ormai presente in molti giochi di guida, qui si va ad impattare il gameplay in modo deciso proprio grazie alla spiccata anima da simulazione presente in DiRT Rally 2.0: se i veicoli moderni riescono a gestire con tecnologia all’avanguardia le difficili piste proposte, i mezzi storici hanno ovviamente parecchie lacune sul fronte tecnico e tali mancanze vanno compensate da una maggiore abilità e manualità. Di fatto sembra di cambiare completamente gioco quando si passa al volante di una vettura con caratteristiche così diverse. A livello pratico il gioco mostra un concept ben costruito che di certo appassionerà i fan di questa disciplina ma potrebbe anche, come descritto in precedenza, catturare l’attenzione anche di chi non vive di pane e giochi di corse.
CI SIAMO QUASI
Quali sono i dubbi in merito? I giochi di guida hanno sempre un comparto single player che attira l’attenzione fino ad un certo punto, ma anche il multiplayer se non adeguatamente concepito rischia di spegnersi con relativa velocità. Il sistema di controllo poi, come già menzionato, potrebbe fare la differenza tra un’esperienza entusiasmante ed una piatta collezione di giri di pista con poche emozioni, soprattutto vista la natura “simulativa” di DiRT Rally 2.0. Set-up professionali come quelli visti durante l’evento milanese non sono proprio la regola nelle case di utenti comuni: molto potrebbe dipendere da questo. Di certo il titolo targato Codemasters presenta un comparto tecnico di tutto rispetto con luci ed effetti ambientali di alta qualità, il tutto corredato da un gameplay incentrato sulla simulazione e sull’alto livello di difficoltà che ne potrebbe derivare. Staremo a vedere, ma di certo le sensazioni sono più che buone.