Nonostante PlayStation 5 sia ancora nel fiore dei suoi anni c’è chi inizia già a parlare di PS6, seppur con qualche dovuta cognizione di causa. Si, perché pochi giorni fa a fare notizia è stata proprio PlayStation 6 la cui data d’uscita, da come sembrerebbe trapelare da alcuni documenti ufficiali Sony comparsi sulla rete, sarebbe fissata per il 2027.
PlayStation 5 avrebbe quindi davanti a sé ancora quattro anni ma una notizia del genere non può che stuzzicare la nostra fantasia e i nostri desideri più reconditi. Presa coscienza dei punti di forza ma anche e soprattutto delle criticità di PS5, ecco una carrellata delle 10 funzionalità che vorremmo vedere su PS6.
1. Disponibilità al lancio
Partiamo dalla questione più spinosa che ha attanagliato PlayStation 5 e che ha causato non poco malcontento. Seppur le ottime vendite registrate sinora facciano pensare a tutt’altro, PS5 è stata a lungo introvabile e persino oggi, a distanza di oltre due anni dalla release ufficiale, resta comunque difficile da reperire.
L’innalzamento del costo dei componenti a seguito della scarsa reperibilità dei materiali dovuta soprattutto alla pandemia SARS-CoV-2 ha inflitto un enorme mazzata alla produzione che, inevitabilmente, ha subito grossi ritardi. Console introvabili e bundle ai limiti della decenza sono stati infatti il leit-motiv del primo anno del ciclo vitale di PS5.
Se, come sembra, la grande macchina si è ampiamente rimessa in modo, PlayStation 6 potrà quindi beneficiare di una finestra di lancio meno problematica, con buona pace di scalpers e furbetti. Oltre a dissuadere i più avidi dal racimolare quanti più soldi a discapito di chi vuole semplicemente videogiocare, una cospicua base di unità disponibili già dal lancio garantirebbe anche un passaggio alla “next next gen” più drastico e meno arrancante.
2. Hardware competitivo
Non vi è alcun dubbio, un passaggio generazionale si ha, soprattutto, in termini di miglioramento sul fronte hardware. Lungi da noi mettere già la pietra tombale a un hardware che ha ancora tantissimo da esprimere come quello di PlayStation 5, siamo abbastanza certi che gli ingegneri in quel di Sony siano già al lavoro per progettare il futuro, futuro che inevitabilmente passerà dall’architettura della nuova console.
PlayStation 6 dovrà sicuramente dare una risposta a coloro che, com’è giusto che sia, si sono fatti ingolosire dalla scritta “8K” posta sul retro della scatola dell’attuale ammiraglia di Sony. La storia presente ci racconta però di titoli third party che faticano a mantenere gli 60FPS costanti senza dover ricorrere a stratagemmi quali lo scaler di risoluzione che, per forza di cose, finisce per precipitare sotto i 1080p.
Il nuovo hardware dovrà quindi garantire una forte scalabilità, e in fase di sviluppo e in termini di potenza nuda e cruda. Una spinta decisiva in favore di una next gen che dovrà realmente lasciarsi alle spalle quella precedente senza quindi più lo scoglio di decine e decine di titoli incatenati alle vecchie specifiche per i dettami del cross-gen.
Il framerate dovrà replicare quindi gli standard visti sui 4K, con picchi fino ai 120/144FPS. Un potenziale, quello di PS6, che potrà essere sfruttato dai developers gradualmente in maniere non dissimile alla generazione PS3, i cui giochi mostravano sostanziali cambiamenti fra l’inizio e la fine del suo ciclo vitale. Solo a queste condizioni un eventuale sovrapprezzo sarà totalmente giustificabile.
3. Tante nuove IP dai PlayStation Studios
“For the players”, così recita il motto che ormai da anni contraddistingue PlayStation. Massima che dimostra tutta l’attenzione di Sony verso i videogames e, ovviamente, verso le proprie IP, sempre più determinanti nell’eterna lotta contro la rivale di casa Microsoft. God of War, Uncharted, The Last Of Us, Horizon, Ratchet & Clank, Spider-Man, queste solo alcune delle frecce che ormai da anni caratterizzano l’arco di Sony, i veri e propri motori che spingono le vendite dell’hardware.
Con PlayStation 6, Sony potrà e dovrà raddoppiare i propri sforzi nel canalizzare sempre più fondi ed energia verso i propri studi interni in modo da imporsi sempre di più all’interno dell’industria. Alcune fra le IP più recenti, come Horizon, iniziano a sentire il peso delle numerose primavere sulle spalle.
Potremmo quindi dire che PlayStation 5 stia, almeno finora, vivendo di rendita con quanto di buono è stato fatto nelle precedenti generazione. L’auspicio è che quindi PlayStation 6 possa portare con sé anche tante nuove IP, oltre a quelle che abbiamo imparato ad apprezzare in questi anni.
I PlayStation Studios contano tra le proprie fila nomi del calibro di Naugthy Dog, Santa Monica Studio, Insomniac, Guerrilla Games, Sucker Punch per non parlare di Bluepoint Games, Bungie (ancora a secco su PlayStation) e Bend Studio. Insomma, è lecito quindi aspettarsi tanto da quella che potrà essere la lineup di PS6.
4. Un degno rivale di Game Pass
I passi compiuti da Sony nel recente passato per ampliare e migliorare l’offerta del PS Plus sono senz’altro notevoli, ma il gap con Game Pass è ancora, parafrasando Tananai, abissale. I recenti casi di Wo Long: Fallen Dynasty e Hi-Fi Rush dimostrano quanto la piattaforma di casa Microsoft sia sempre di più una fucina per titoli interessanti, senza contare la miriadi dei giochi che già popolano la ricchissima offerta.
Del resto è molto più semplice approcciarsi a un videogioco sconosciuto se si ha la possibilità di provarlo senza ulteriori esborsi rispetto a quanto già previsto dal proprio piano di abbonamento. Questo ha permesso naturalmente ai developers di potersi prendere qualche rischio in più nello sviluppo dei propri titoli, ampliando così lo spettro delle possibilità realizzative.
Insomma, combinando l'”usato garantito” delle IP già presenti nel portfolio dei PlayStation Studios con quelle nuove che nasceranno da qui alla prossima generazione, l’evoluzione del PS Plus potrà essere un’arma in più per Sony e PlayStation 6 per imporsi definitivamente sul mercato.
5. Maggior supporto al cloud gaming
L’insuccesso di Stadia non può e non deve essere visto come un deterrente alla transizione verso il cloud gaming. La strada intrapresa dalle varie case produttrici è ben definita e porterà inevitabilmente a un graduale abbandono dell’hardware in favore dell’erogazione di servizi atti a portare nelle case di tutti le serie più amate senza l’ingombro di una console.
Xcloud e Ge Force sono un ottimo esempio delle potenzialità del cloud gaming, espresse anche grazie a un’evoluzione sempre più consistente delle infrastrutture di rete a livello globale, un tempo prerogativa dei soli paesi più sviluppati. Del resto la chiusura di PS Now lascia spazio a diversi scenari che potrebbero portare a una rivoluzione totale in positivo dei servizi online proposti da Sony per le sue console.
6. Più sinergia fra PlayStation e PC
L’esperimento del cross platform fra PlayStation 5 e PC, fino a qualche tempo fa prerogativa di Microsoft, ha sortito gli effetti sperati sia dai vertici alti della società giapponese, sia gli utenti finali. Sony ha infatti sondato il terreno negli ultimi anni portando su PC sempre più titoli first party, come God of War e Spider-Man, con risultati ampiamente soddisfacenti.
Abbiamo detto che le esclusive sono state per tanto tempo gli assi nella manica di PlayStation, ma le possibilità offerte dal cross platform devono essere viste più come una risorsa in più che non come un sacrilegio nei confronti della fanbase. Staccarsi definitivamente dal binomio esclusive/hardware non potrà che essere un’altra chiave di lettura vincente per approcciarsi al futuro dell’industria da parte di Sony.
7. Dimensioni (notevolmente) ridotte
Il titolo parla da sé. PS5 è semplicemente gigante. Davvero vorreste che PS6 sia un’altra portaerei da esporre con non poco imbarazzo in casa vostra? Noi di Game-eXperience crediamo fortemente di no.
8. Una GUI rinnovata
Ci piace immaginare che PlayStation potrà rivoluzionare il concetto di GUI, bruciando per una volta gli avversari sul tempo. La user experience made in Sony è passata da quella “silente” di PlayStation 1 e 2 fino a un vero e proprio media center con PlayStation 3 sulla falsariga di Xbox, l’indiscussa precorritrice delle interfacce grafiche multifunzionali.
Una GUI sempre più personalizzabile in base alle esigenze del giocatore potrebbe essere per PlayStation 6 una gradita ventata d’aria fresca nel campo della user experience. IA e machine learning potrebbero essere i fattori cruciali per contribuire alla realizzazione di una GUI sempre più dinamica e performante a ogni accensione della console.
9. VR sempre e comunque
Seppur trattasi di una tecnologia ormai decennale con ampia diffusione in ambito PC, la Virtual Reality ha varcato i confini delle console soltanto grazie a Sony e al PlayStation VR. Non ce ne voglia assolutamente il Virtual Boy, ma il visore di casa Sony ha aperto la strada al possibile sviluppo di titoli tripla A, o comunque presunti tali, anche per la realtà virtuale.
Giunta alla sua seconda versione, il PlayStation VR potrà evolversi ulteriormente con PlayStation 6 arrivando addirittura a includere l’hardware necessario al funzionamento nel case della console, senza quindi ulteriori accrocchi ingombranti e, soprattutto, senza l’impedimento e l’ingombro dei cavi.
L’Air Link di Meta Quest 2 è un ottimo esempio di come una tecnologia simile possa essere fruita in maniera più comoda e confortevole sfruttando, come in questo caso, il Wi-Fi di casa propria. VR sì, ma possibilmente nella maniera più comoda e accessibile possibile.
10. Retrocompatibilità totale
Non possiamo pensare di goderci una nuova generazione senza la possibilità di portare a termine o rigiocare i nostri titoli preferiti del passato. La retrocompatibilità è spesso un fattore determinante nell’acquisto di una console, soprattutto per chi ha saltato l’appuntamento con la generazione precedente o semplicemente non vorrebbe vedere la propria collezione ridotta a un ammasso di plastica e policarbonato.
Che siate d’accordo o meno, il nostro sogno è quello di poter recuperare la nostra copia impolverata del primo Metal Gear Solid, estrarre il disco dal case, inserirlo nel lettore di PS6 e rivedere l’immortale sequenza introduttiva che ha segnato l’infanzia o l’adolescenza di noi tutti.
Probabilmente si tratta di un’utopia irrealizzabile, quel che è certo è che, sia essa a livello software tramite emulatori o fisica tramite chip che possano replicare l’architettura delle console precedenti, la retrocompatibilità è sempre più un fattore essenziale, magari anche con i dovuti prezzi e le dovute modalità. Toglieteci tutto insomma, ma non la nostalgia.