La guerra della next gen si combatte su tutti i fronti, primo su tutti quello audio. Se i mesi che hanno accompagnato il lancio di Series X/S e PS5 sono stati scanditi da proclami altisonanti su 4K e 60fps, trilioni di teraflop, Ray Tracing, DLSS e RDNA2, le settimane di assestamento post-lancio che, non senza intoppi, ci hanno condotto a questi cinque mesi iniziali di nona generazione hanno visto la componente sonora assumere un ruolo sempre più da protagonista nel contesto dell’esperienza di gioco omnicomprensiva. Se delle Pulse 3D di PlayStation abbiamo già avuto modo di parlare nel dettaglio qualche giorno fa, oggi vogliamo addentrarci nell’analisi delle peculiarità dell’Xbox Wireless Headset, la risposta di casa Microsoft – parimenti introvabile come la “cugina” Sony e, al netto di qualche leggera imperfezione, ugualmente importante nell’economia ludica del macro-universo di Redmond. Un headset che, dietro un nome forse un po’ scontato e un prezzo assolutamente accessibile, nasconde un hardware interessante e, grazie al supporto Dolby Atmos, una delle caratteristiche più ambite dai giocatori audiofili più esigenti.
La sostanza, prima della forma
Se molti costruttori di headset tendono a lasciar correre la propria fantasia a briglie sciolte, incastonando led cromatici all’interno di linee sinuose e futuristiche, Microsoft va letteralmente per la propria strada offrendo al consumatore un device dallo stile più serioso che minimalista, impreziosito dai toni verdi immancabili che delineano il profilo dei padiglioni e il logo Xbox impresso nel padiglione destro. Siamo di fronte ad un design pulito e formale, con un peso assolutamente contenuto e una forma tradizionale che, ironia della sorte, va dannatamente a braccetto con Series X ma rischia di essere il proverbiale pugno in un occhio col bianco candore di Series S.
Estratto dalla confezione, l’Xbox Wireless Headset trasmette da subito un senso di solidità. Le plastiche costruttive appaiono robuste e piacevoli al tatto, eliminando ogni possibile impressione di giocattolosità. Al tatto, le parti esterne regalano un buon feedback aptico, che viene confermato dalla foam morbidissima di cui si compongono i padiglioni e dalla finta pelle che le ricopre. Di nuovo, stiamo parlando di un prodotto convincente in termini di ergonomia e comfort – grazie anche alle forme generose dei padiglioni, che avvolgono interamente e in modo uniforme i lobi dell’utente, garantendo così un valido isolamento sonoro – nonostante l’assenza di un sistema attivo di cancellazione del rumore; l’archetto superiore, con un anima metallica al proprio interno e un rivestimento esterno morbido e gradevole al tatto, permette di scaricare adeguatamente il peso dell’intera struttura, scongiurando affaticamenti o fastidi per le sessioni di gioco più durature. Come è lecito aspettarsi, le parti a contatto con la pelle dell’utente saranno sottoposte ad aumenti di temperatura fisiologici al prolungarsi della sessione di utilizzo, ma è una situazione che gli appassionati di questa tipologia di headset conoscono alla perfezione.
L’archetto dell’headset è regolabile lungo l’asse verticale, e garantisce una buona versatilità e facilità di utilizzo. Come per gran parte degli headset in questa fascia di mercato, i padiglioni non vantano alcun grado di libertà sulla struttura principale che li sorregge, risultando pertanto fissi e non ruotabili. Una soluzione “libera” avrebbe segnato un ulteriore punto, in termini di praticità, a favore del device Microsoft, che tuttavia porta a casa il risultato col piccolo microfono direzionabile – che, pur non essendo staccabile e/o retraibile può essere arrotolato attorno al padiglione sinistro, garantendo in questo modo una pratica soluzione in caso di non utilizzo.
Hardware e tecnologia
A confermare l’evoluzione e la costante ricerca svolta da Microsoft nel segmento delle periferiche audio, per questo Wireless Headset ci si è spinti ancora oltre in termini di ottimizzazione dell’handling. La quantità di bottoni e comandi inseriti nella scocca è ridotta al minimo, e a parte la porta USB-C per la ricarica (15 ore di autonomia a fronte di una ricarica 3 ore per una full charge, più una fast mode che garantisce 4 ore di utilizzo a seguito di una ricarica non superiore alla mezz’ora), gli unici tasti presenti sono accensione/accoppiamento del dispositivo e un secondo pulsante per la attivare e disattivare il microfono. È qui che entra in gioco la brillante intuizione di Microsoft, già vista nelle Surface Headphones, di sfruttare al meglio le risorse a disposizione: due ghiere girevoli collocate sulle estremità dei padiglioni permettono di regolare il volume (padiglione destro) e di mixare audio e chat in game (padiglione sinistro).
Se sul fronte costruttivo ci muoviamo in un perimetro conservativo, con un peso di circa 310 grammi e due driver al neodimio di 40mm ciascuno, è nel campo delle codifiche e degli standard audio che le cose si fanno interessanti. Il device supporta lo standard Bluetooth 4.2 e il protocollo WiFi 2.4Ghz proprietario di MS. Quest’ultimo garantisce supporto nativo dell’headset da parte di tutte le console dell’ecosistema di Redmond, di PC e Mac tramite USB (sfruttando l’apposita porta USB-C presente nell’headset) e, non ultimo, il supporto ad un’infinita pletora di device mobile per i quali è prevista la connettività BT. Nota doverosa, parlando di Bluetooth: l’hardware Microsoft si affida esclusivamente al codec SBC, usatissimo nel contesto del gaming ma meno “battuto” quando si parla di musica e cinema. Viene da sé come il target principale dell’Xbox Wireless Headset sia proprio il gaming, lasciando comunque una piccola porta aperta l’ascolto “di natura casual” di altro materiale. Manca del tutto il supporto alla connessione su Pad tramite jack da 3.5mm, una scelta cruciale nell’economia delle Pulse 3D che qui viene abbandonata: dimentichiamoci quindi un utilizzo del device su altre console, al di fuori della famiglia Xbox.
Figlia del citato doppio supporto, nonché feature estremamente interessante per l’Xbox Wireless Headset, è la possibilità di gestire contemporaneamente due segnali provenienti dalle citate connessioni, in modo da collegarlo a due dispositivi distinti. Un plus strepitoso per un hardware collocato nella fascia di prezzo “dei 100€”, che permette di ascoltare l’audio proveniente dalla console (magari con chat in game attiva) e, allo stesso tempo, usare come sottofondo musicale un pezzo sparato in BT da un dispositivo mobile o, addirittura, effettuare una chiamata vocale con un telefono cellulare. Un plus che si traduce in un fattore comodità e praticità d’uso che, nel panorama console, non teme rivali.
Infine, non possiamo non dar menzione speciale al microfono, altro elemento di punta del pacchetto non solo per valori intrinseci qualitativi (comunque evidenti), ma e soprattutto per l’opzione di auto-muting (il mic si disattiva in autonomia se non utilizzato, riattivandosi non appena riprenderemo a parlare) impostata su tre livelli, che permettono di eliminare in modo più o meno evidente il rumore di fondo. Al livello più alto, abbiamo potuto verificare come gran parte dei rumori che normalmente fanno da sottofondo alle nostre sessioni vengano effettivamente abbattuti, garantendo al contempo una qualità dei dati trasmessi di altissimo livello.
Prova sul campo
Uno degli aspetti meglio riusciti dell’Xbox Wireless Headset, una volta indossato, è il suo sapersi integrare in modo istantaneo nell’ecosistema Microsoft. La gestione del device, lato Xbox, è del tutto integrata nella dashboard, offrendo invece per PC un’app dedicata omologa alla controparte console. Da applicazione potremo gestire il microfono, come già anticipato, e attivarne il monitoraggio mandando in cuffia la nostra voce. Interessante spazio di manovra anche in termini di personalizzazione sonora, dove la presenza di cinque preset distinti permetterà all’utente di scegliere quale profilo sia più incline ai propri gusti, cercando al contempo una soluzione funzionale anche per la visione di film o l’ascolto di musica – da sottolineare che, se da un lato lo spettro di frequenze entro cui agire è comunque notevole, dall’altro è evidente come l’headset di Microsoft dia il proprio meglio nel contesto gaming.
Il comportamento dell’headset di MS è eccellente alle basse frequenze, con un suono corposo che dona mordente all’ascolto. Da apposita opzione sarà possibile boostare ulteriormente la potenza dei bassi, ma innalzarli troppo significherebbe rendere il suono artificioso, con un ovattamento a tratti evidente. Buono anche il comportamento dei mid, sebbene più ci si alzi in frequenza e più il missaggio con gli alti vada a perdere tratti di cristallinità, situazione ancor più udibile quando entra in gioco l’audio posizionale – specie in quelle situazioni dove le sorgenti sonore, più o meno distanti, tendono a sovrapporsi. Il comportamento meno ottimale agli alti deriva in parte alla potenza intrinseca del device: i driver da 40mm rappresentano la scelta più conservativa del settore, ma all’aumentare del volume è impossibile non percepire leggeri distorsioni sonore o un calo leggero di nitidezza in ambito di spazializzazione. Ma lo ribadiamo, per la fascia di mercato a cui è rivolto questo headset, difficilmente troverete qualcosa di più performante.
Restando in materia di audio posizionale, il comportamento del device è eccellente, specie alla luce del suo rapporto qualità/prezzo. La scelta di un codec tra quelli supportati influisce sul risultato complessivo, ma a fronte di situazioni audio limite (come fonti sonore laterali a distanza che si sovrappongono a dialoghi e musiche di sottofondo) in cui è fisiologico un certo appiattimento, il risultato va ben oltre la sufficienza. Le nostre prove con il recente Call of Duty (l’esperienza più convincente, al momento, su Xbox), Forza Horizon 4, Gears of War 5, Ori e Shadow of the Tomb Raider hanno portato a casa, ciascuno a proprio modo, degli ottimi score, a conferma della spinta data in questo settore dal colosso di Redmond. Xbox Wireless Headset, vista la propria natura stereo, supporta in modo nativo le codifiche Windows Sonic, Dolby Atmos e DTS. Poco convincente il primo, che compensa la propria totale gratuità con un risultato – specie in termine di posizionamento – appena sufficiente e, in molti frangenti, a malapena distinguibile. Dolby Atmos si conferma scelta per eccellenza per il gaming, e crea una spazialità sonora a 360 gradi che, nei titoli supportati, dona all’esperienza di gioco un livello di immersione impressionante. Da ricordare che, in dotazione con l’headset, è inclusa una licenza Atmos fino a settembre 2021 (scaduta la quale sarà possibile acquistare il codec al prezzo di 17.99€). Chiude il terzetto DTS, che al prezzo di circa 20€ offre l’esperienza indubbiamente più orientata all’ascolto cinema/musica.
La recensione in breve
Se pensavate che la battaglia della next-gen si combattesse esclusivamente su risoluzione e fps, questi primi mesi di nona generazione dovrebbero avervi fatto cambiare radicalmente idea. L’audio, oggi più che mai, è componente primaria dell’esperienza globale offerta dalle console, e così come la concorrenza anche Microsoft introduce sul mercato, ad un prezzo onestissimo, un device eccellente, equipaggiato con una serie di feature e caratteristiche di cui difficilmente, alla stessa tacca monetaria, potremmo godere. L’Xbox Wireless Headset, col suo stile un po’ formale e l’ergonomia vincente, la possibilità di riprodurre in tempo reale due sorgenti sonore distinte, un microfono strepitoso e il supporto ai principali codec di virtualizzazione audio del mercato, rappresenta un acquisto imprescindibile per chiunque sia alla ricerca di un esperienza completa sotto ogni punto di vista. Certo, si tratta di un prodotto rivolto prevalentemente al settore gaming con qualche piccola sbavatura alle alte frequenze e che avrebbe potuto osare di più in termini dei driver: ma vivere la next generation di casa Microsoft con la potenza di Dolby Atmos sparato nelle orecchie, credeteci, è una di quelle esperienze che vale la pena di essere provata.
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Voto Game-Experience