Nel corso d’una recente intervista di Bloomberg alcuni personaggi chiave del lancio della Xbox, quella originale del 2001, hanno rivangato i ricordi di quei tempi e delle scelte che portarono allo sviluppo della prima console di casa Microsoft.
Si è parlato molto del suo particolare design, specie quello del controller, il grosso Duke, come fu battezzato a suo tempo. Aaron Greenberg, oggi general manager del marketing dei giochi per Xbox, ha dichiarato come al tempo fu presa troppo alla leggera la sfida di lanciare un simile prodotto in Giappone.
“Nei focus group, i consumatori in Giappone tenevano in mano l’originale controller Duke e dicevano ‘è cosi grande’” ha detto Greenberg. “Tenevamo molto a che le cose fossero compatte. Il nostro mindset era, come andiamo a sviluppare un business console globale avendo al contempo successo in Giappone? Siamo stati un po’ ingenui riguardo a quanto sarebbe stato complicato”.
Non è una novità che Xbox abbia sempre avuto vita difficile in Giappone, e tutt’oggi sta ancora lavorando per scavarsi una nicchia in quel mercato tanto difficile.
Il responsabile dell’hardware, Tom Holmdahl, ha dichiarato riguardo il controller della originale Xbox che “qualcuno potrebbe dire che non fosse la cosa più piacevole esteticamente, ma era davvero iconico”. Cosa che, in effetti, il Duke è stato, tanto da essere recentemente ricomparso sul mercato in una versione ammodernata.
L’ex responsabile di SEGA in America, poi divenuto con Xbox 360 head of Xbox, Peter Moore, ha raccontato riguardo il controller che “eravamo soliti chiamarlo ‘incredibile Hulk’ perché era grande e verde”, continuando poi, accantonati gli scherzi, dichiarando che “c’era la consapevolezza che questa era una compagnia che ci avrebbe preso presto o tardi. CHe se Gates, Ballmer e gli altri erano davvero convinti che questo sarebbe stato un mercato in cui dovevano esserci, loro avevano tutte le risorse, il talento, l’esperienza e la pazienza a lungo termine per riuscirci”.
Dai tempi della prima Xbox sono corsi ben vent’anni e tre generazioni di console si sono susseguite e, nonostante alcuni errori e incidenti di percorso, c’è da dire che l’intento di Microsoft di confermarsi in questo mercato è stato raggiunto in pieno e, anche se il Giappone continua a essere un territorio difficile, qualche apertura c’è stata.
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