Parlare di questo capitolo di The Legend of Heroes non equivale a fare una semplice recensione. Questo tanto per una fanbase tanto silenziosa quanto numerosa, quanto per la natura dell’ultimo nato in casa NIS America. The Legend of Heroes: Trails into Reverie rappresenta infatti l’ultima iterazione di un franchise che, attraversando tre diversi archi narrativi, ci narra le gesta di Rean Schwarzer & soci da oramai ben nove titoli.
La fase di progettazione, ed il rilascio, di ogni nuovo episodio fa convergere su NIS America gli occhi adoranti di strali di fans, desiderosi di conoscere il seguito di una storia, tanto finemente narrata, quanto arzigogolata per via di incredibili risvolti narrativi. Ed eccoci giunti, dunque, a mettere le mani sull’ultima incarnazione di questo franchise. Ci troviamo dunque di fronte ad una mera operazione commerciale o, al solito, ad un episodio degno di essere vissuto e giocato appieno? Delle due, la seconda ma, con qualche eccezione. Scopriamone di più con la nostra recensione di The Legend of Heroes: Trails into Reverie.
Una storia lunga decenni
Provare a riassumere in poche righe la trama della saga di The Legend of Heroes equivarrebbe a cercare il proverbiale ago nel pagliaio, non tanto per incapacità o per mancanza di voglia ma per la assoluta sovra-abbondanza del materiale di partenza. Stiamo parlando infatti di una saga nata, in Giappone, nel lontano 1989 e di cui solo i recenti episodi han visto, dopo un silenzio pluriennale, la luce in occidente.
L’invasione del mercato americano ed europeo è infatti iniziata nel lontano 2005 con i tre episodi della saga di Gargharv, pubblicati, tra l’altro, in ordine cronologico sbagliato. Insomma, per trovare una luce in fondo al tunnel è necessario arrivare alla trilogia di Trails in the Sky che, pur con sette anni di ritardo, nel 2011 varcò i confini del suolo giapponese, deliziando i palati del pubblico occidentale.
Quella che conosciamo maggiormente, per ovvie ragioni cronologiche è la quadrilogia di Erebonia, in occidente conosciuta come Trails of Cold Steel I-IV. I primi due capitoli, pubblicati su PsVita e PlayStation 3, riscossero un successo così grande da convincere a localizzare in inglese i rimanenti due capitoli, che videro la luce su PC, Nintendo Switch e PlayStation 4.
Un gioco di nicchia, fiero di esserlo…
Vi starete, sicuramente, chiedendo il perchè di tutta questa contestualizzazione. Ebbene, il motivo è presto detto: The Legend of Heroes: Trails into Reverie non si pone in una continuity canonica ma si va ad inserire nella sottosaga di Crossbell, ambientata dopo i primi tre episodi (saga di Gargharv), ma parallelamente agli eventi narrati nella quadrilogia di Trails of Cold Steel, di cui abbiamo recensito il quarto episodio.
Gli eventi di quella che fu la dualogia di Crossbell, ora trilogia grazie a The Legend of Heroes: Trails of Reverie, si svolgono però in un altro continente del regno di Zemuria, andandosi ad incastrare, a mo di complemento narrativo, nelle gesta della saga principale, espandendone e completandone le linee narrative. Non pare difficile desumere che la fruizione di questo Trails of Reverie, già arzigogolata di suo per via di un livello narrativo mai direttamente evidente, è possibile solo agli appassionati della saga o, per lo meno, a chi abbia giocato i quattro episodi di Trails of Cold Steel e, ancora meglio, The Legend of Heroes: Trails of Azure, ri-edizione PlayStation 4/5 di The Legend of Heroes: Ao no Kiseki, pubblicato nel 2011 per PSP.
The Legend of Heroes: Trails into Reverie viene dunque a configurarsi come un gioco criptico e di nicchia che, paradossalmente, si crogiola e compiace di esser tale, non facendo nulla per mettere in una ovattata confort zone i nuovi giocatori della saga. Con le dovute premesse narrative, se siete habituè della saga, questo The Legend of Heroes: Trails into Reverie rappresenterà una delle più belle rivelazioni dell’anno. Se, invece, non vi siete mai addentrati nel mondo di Zemuria, vi converrebbe declinare questo episodio ed iniziare dal primo Trails of Cold Steel, reperibile facilmente per PC e PlayStation 3.
Un capitolo atipico… ed inatteso
Gli eventi narrati in The Legend of Heroes: Trails to Azure portarono a compimento l’arco narrativo parallelo di Crossbell, iniziato da The Legend of Heroes: Trails from Zero, ri-rilasciato a settembre 2022, andando a formare una dualogia fatta e finita, con pochissimi spunti narrativi lascati in sospeso. Da qui la genuina sopresa nel vedere questo episodio agganciato alla continuity della saga di Crossbell.
Dati (e gioco) alla mano, l’INTO nel titolo ci parla di una scelta atta a dotare questo capitolo di una narrazione trasversale, atta a completare gli eventi narrati nei due episodi originari e ad aggiungere carne al fuoco, comburente capace di dare nuova linfa vitale (ed un punto di vista differente) agli eventi simultaneamente narrati nella saga parallela di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel.
Settato pochi mesi dopo gli eventi narrati in Trails of Cold Steel IV, la narrazione procede in modo parallelo e simmetrico, narrandoci le vicende di tre diversi gruppi di protagonisti, i cui destini si intrecceranno, ad un certo punto della trama, per affrontare, insieme, un nemico capace di annichilire tutte le fazioni in gioco fino a quel momento. Ci troviamo, dunque, nell’imminenza dei festeggiamenti per il ritorno alla indipendenza di Crossbell, interrotti ancor prima di iniziare da una rivolta armata ordita da Rufus Albarea che, munito di milizie in netto sovrannumero, ricaccia le SSS, reclamando Crossbell come territorio appartenten al suo governatorato.
Nel frattempo Rean Schwarzer, attualmente in ferie nella sua città natale, viene richiamato all’attività con lo scopo di rintracciare il principe Olivert e sua moglie, scomparsi in circostanze misteriose. C’è poi la linea narrativa del misterioso C, linea di cui preferisco non parlare per non fornire elementi che risulterebbero inevitabilmente spoilerosi della trama, vero punto di forza di questa produzione NIS America.
Un prodotto enciclopedico
The Legend of Heroes: Trails into Reverie rappresenta una degnissima conclusione di ben due archi narrativi, risolvendo un gran numero di questioni precedentemente irrisolte ed aprendone altrettante, settando il punto di partenza per il futuro della saga, assurgendo ad un livello di narrazione quasi enciclopedico e traendo il meglio da ben due mega archi narrativi, lanciando il franchise verso il futuro.
Stesso trattamento “enciclopedico” viene riservato al gameplay, che ci permetterà, mai come prima, di impersonare fino ad un massimo di dodici personaggi, presenti contemporaneamente in gioco, ciascuno con le sue peculiarità ed uno stile di combattimento personale e personalizzabile. Le dinamiche di approccio ai combattimenti, infatti, sono create in guisa di continuità con il passato, ricevendo solo qualche leggero tune-up al fine di renderle più “attuali”, rimanendo però ben ancorate nel passato della saga.
Quartz, Arts, Craft ed S-Craft, peculiarità viste nelle precedenti iterazioni della saga, sono tutte presenti in questo ultimo episodio. Pur rimanendo sempre ancorato ad un sistema di gestione dei combattimenti a turni, la moltitudine di personaggi presenti aumenterà di molto le possibilità di approccio strategico al combattimento, votato alla collaborazione ed alla coralità. Appunto in tal guisa, unica novità del battle system, è la United Fronts, grazie alla quale potremo spendere la barra assalto per far avere vantaggi collettivi a gran parte del party impegnato nel combattimento.
A ravvivare un sistema che altrimenti, al netto delle piccole novità, potrebbe sapere di stantio, giungono i Reverie Corridor. A tal nome corrispondono una serie di dungeon generati proceduralmente, affrontabili con qualsiasi personaggio del roster, al fine di sbloccare potenziamenti e livellare i personaggi. Questa modalità, che si viene a configurare come un vero e proprio dungeon crawler, riesce nell’impresa di tirare fuori il meglio dal gameplay della saga, donando alla stessa una rigiocabilità infinita.
Una gioia per occhi ed udito
The Legend of Heroes: Trails into Reverie è un prodotto derivativo da Trails of Cold Steel IV con cui condivide, oltre al mondo ed alla lore di gioco, anche il medesimo motore grafico e, dunque, anche il comparto artistico. Ciò non va visto come un male in quanto, pur trattandosi di un gioco non specificamente progettato per PlayStation 5, se non per qualche texture più definita e per una cura maggiore nella pulizia del motore di gioco, l’ultimo nato in casa NIS America è, letteralmente, una gioia per gli occhi.
Una direzione artistica che, pur sapendo di già visto, riesce nel compito di tenere incollati allo schermo per tutto il playthrough donandoci una grafica di gioco di tutto rispetto e delle cutscenes allo stato dell’arte, in pura tradizione Trails of Cold Steel. Parimenti possiamo dire per il comparto sonoro: Trails into Reverie sfoggia infatti un doppiaggio inglese di tutto rispetto, che consentirà di godere di una maggiore immersività nel mondo di gioco. Manca purtroppo la localizzazione (anche solo testuale) in italiano o in lingue altre dall’inglese, ma vale la pena sopportare questa mancanza per godere di una serie che ha pochi eguali, per longevità e qualità, nel mondo degli J-Rpg contemporanei.
La recensione in breve
The Legend of Heroes: Trails into Reverie rappresenta la migliore conclusione possibile per ben due archi narrativi dipanatisi in almeno due decenni. Un prodotto solido, saldamente ancorato nel passato della saga, la cui fruizione prescinde dalla conoscenza dei diretti predecessori, si lascia giocare ed ammirare in tutta la sua bellezza. Manca purtroppo la localizzazione in italiano e un qualsiasi aggiornamento sensibile atto a svecchiare il gameplay. Ciononostante, è un must play, se siete fan della saga.
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Voto Game-Experience