Ed eccoci arrivati al gran finale, di una corsa durata ben 9 puntate. Tra alti e bassi, momenti di calma e climax narrativi importanti, la serie di The Last of Us giunge al suo traguardo. I numeri le hanno dato ragione, visto che è stata già confermata la seconda stagione dello show. Pensate che è riuscita a battere, a livello di spettatori, anche House of the Dragon, lo spin-off del Trono di Spade. L’ultimo episodio ha registrato 8,2 milioni di spettatori in America, raddoppiando i numeri del primo episodio.
Il finale, così come il gioco, ha portato la sua carica di “divisività” ed ovviamente non potevamo non raccogliere questa eredità. Lo abbiamo, però, fatto diversamente rispetto quanto vi abbiamo abituato nel corso degli 8 episodi precedenti, con lo scrivente che ha preferito scendere in campo con la prima persona. Le motivazioni di questa scelta sono diverse, alcune di ragione strettamente personale, senza dimenticare mai il “senso critico”. Bene, vi lasciamo alla recensione dell’episodio 9 di The Last of Us, finale di stagione della serie Tv.
Nelle puntate precedenti
Ellie e Joel si incontrano per caso. Il destino ha deciso di farli incontrare nel corso del primo episodio, affidando al primo una pericolosa missione: trasportare quella che sembra essere una possibile cura per il Cordyceps. I due, accompagnati da Tess, partono in questo viaggio della speranza, affrontando i temibili clickers ed evitando i non amorevoli morsi degli infetti. Purtroppo, nel corso del secondo episodio della serie, qualcuno decide di lasciare anzitempo la partita. Il viaggio inizia a farsi sempre più in salita.
L’episodio 3 di The Last of Us è quello che a tutti gli effetti può rientrare nel novero dei cd. filler, raccontando la storia d’amore tra Bill e Frank. Una pausa dal corso regolare degli eventi, ed una mosca bianca rispetto a quanto visto nei primi due episodi, ma assolutamente funzionale all’evoluzione del rapporto tra Joel ed Ellie. Un rapporto che migliora ancora di più nel corso del quarto episodio, in uno scenario di guerriglia urbana che vede una Kansas City teatro di una spietata caccia all’uomo.
In questo contesto i due protagonisti incrociano le loro strade con Henry e Sam, anche loro fuggitivi. Si capisce subito che l’unica speranza per tutti è quella di collaborare, anche perché il vero nemico giace nel sottosuolo. Il quinto episodio rimette tutte le cose al loro posto, completando – nel peggiore dei modi – la fuga da Kansas City. Direzione Wyoming. E finalmente Joel e Tommy, fratelli nella vita come in armi, si riuniscono a Jackson, un piccolo angolo di paradiso. Ma si tratta solo di una breve pausa per rifiatare e rimettersi in marcia, una pausa che per quanto breve ha messo i due protagonisti faccia a faccia e senza filtri. Un sesto episodio molto intenso a livello emotivo e forse tra i migliori dell’intera serie sinora.
Il settimo episodio ci racconta un piccolo frangente della storia passata di Ellie, senza una famiglia e all’interno di istituto d’istruzione FEDRA. Qui trova l’amicizia e anche l’amore in Riley, ma la loro relazione non è altro che una veloce meteora. Tante cose iniziano ad avere un senso, e Joel lotta ancora tra la vita e la morte. L’ottavo episodio è contraddistinto da una dose di crudezza e violenza che ci ricorda il perché The Last of Us è stato da sempre considerato così “divisivo”. Joel riemerge dal regno dei morti, Ellie si imbatte con un efferato macellaio che si spaccia per predicatore e il destino che dispone tutte le sue tessere in maniera più che perfetta.
Punto e a capo
Ellie e Joel arrivano al termine del loro viaggio. In una Salt Like City spettrale, divenuta preda di animali fuggiti da qualche zoo, i due iniziano a realizzare che l’avventura sta per volgere al termine. I loro sentimenti sono noti, e già progettano un futuro insieme, un qualcosa che li vede legati e con il loro rispettivi “vuoti” in apparenza colmati. Non hanno ancora fatto i conti con il destino, che evidentemente ha ancora in serbo qualche altra sorpresa per loro.
Il season finale di The Last of Us è strutturato in due momenti ben distinti, il primo che ritrova un punto di raccordo con il finale, e che vede i Joel ed Ellie parlare a “mezza bocca” senza rivelare le loro intenzioni in maniera chiara e concisa. Il primo si lancia a degli esempi tra la sua defunta figlia ed Ellie, talvolta scadendo nel “fuori luogo”. Atteggiamento che tiene anche nel finale, invece che uscire allo scoperto e dire chiaramente le cose come stanno. La verità non solo rende liberi ma anche meno ridicoli, talvolta.
Il secondo momento è quello madre, ed è la famosa sequenza dell’eccidio in ospedale per mano di Joel. Meno cruento rispetto a quanto visto nell’ottavo episodio per via dei metodi, ma sicuramente più intenso dal punto di vista emotivo per le finalità. Il pathos è lo stesso del videogioco, vivendo intensamente il dramma che si consuma fotogramma dopo fotogramma. Si resta attoniti di fronte alla violenza posta in essere da Joel, nonostante il fine dovrebbe portarci a dire che giustifichi pure i mezzi.
Menzione speciale la merita la sequenza iniziale che funge quasi da prologo dell’episodio, dove vediamo la mamma di Ellie interpretata da Ashley Johnson (la Ellie del videogioco), che porta in grembo l’unica fonte di salvezza per l’umanità. Un piccolo hint viene lanciato sulle possibili origini dell’immunità della ragazza, magari è il La per un qualcosa che ci attenderà nella seconda stagione.
Un finale divisivo
Viviamo nel Regno dell’opinabilità, delle libere interpretazioni, dei punti di vista e dei pareri personali. La serie TV di The Last of Us percorre lo stesso cammino tracciato già dal videogioco, motivo per cui gli showrunner non potevano esimersi dal raccogliere questa pesante eredità. Il season finale della prima stagione ti mette davanti ad un bivio, ma è un qualcosa che va oltre il semplice giudizio critico ed asettico. È un pensiero profondo, privato ed intimo, un rapporto a cui siamo stati già abituati con i due capitoli del gioco e che forse è opportuno adesso rievocare. Ed ecco che lascio volentieri a casa la terza persona, per concludere questa run iniziata 9 episodi fa per raccontare la summa di questa fantastica esperienza così come vissuta sulla mia pelle.
Personalmente il nono episodio non era quello che mi aspettavo. Nel corso delle precedenti 8 puntate, abbiamo visto la crescita e l’evoluzione dei personaggi di Joel ed Ellie. Da piatti a tutto tondo, sino a celebrare la loro apertura definitiva. Le dichiarazioni reciproche erano già state fatte – più o meno – e l’importanza l’uno per l’altro era già manifesta. Mancava solo il momento della realizzazione, nella scena madre dell’ospedale. Ed è qui che ho notato una regressione caratteriale del personaggio di Joel, che ha interrotto quella sua sincera apertura e nascondendosi dietro lo strumento del paragone tra Sarah ed Ellie, non vedendo più quest’ultima per quello che era.
Un surrogato di Sarah, e non più una vera seconda chance per essere di nuovo un padre felice. Quell’oggettificazione di Ellie mi è arrivata dritta allo stomaco anche nella sequenza clou, quando rivelano il sacrificio necessario della giovane per un probabile bene superiore. E Joel era lì che realizzava sul fatto che le stavano togliendo quella Sarah bis, creando in me quella confusione circa l’assenza di un “vero” momento realizzativo, che nel gioco arrivava in un contesto diametralmente opposto a quello della serie. Via le mani dal mio giocattolo: eccidio in ospedale. Nessuno la deve avere, nessuno la deve cercare, nessuno la deve portare via. E quell’oggettificazione prosegue imperterrita anche nello sproloquio di Joel finale, continuando a rievocare Sarah per paragonarla ad Ellie, al punto che l’espressione della giovane protagonista appare quasi annoiata.
Probabilmente il ricordo del videogioco è ancora troppo vivo in me, e probabilmente ho vissuto quel finale – quello del videogioco – in un contesto della mia vita diverso da quello attuale. Ma forse è anche questo il bello di The Last of Us. Adesso guardo Joel in faccia e ho la presunzione di giudicarlo da padre a padre, e vivo il momento più sulla mia pelle rispetto a 10 anni fa. Ben venga l’essere divisivi, anche dopo aver rivisto l’episodio per ben due volte di fila. Ma non posso far finta di nulla e voltare le spalle ai miei sentimenti. Forse doveva finire così questa serie, per giustificare una seconda stagione che andrà a raccontare dei momenti inediti e mai vissuti da nessuno. Forse allora mi ricrederò.
In conclusione
Beh, non si può di certo far finta che la serie di The Last of Us sia stato un vero e proprio capolavoro sotto numerosi punti di vista. Il confronto con il gioco l’ha vista uscire a testa alta, cancellando con un colpo di spugna la maledizione che aleggia attorno a tutte le trasposizioni filmiche di un prodotto videoludico. I due showrunner, Mazin e Druckmann, hanno fatto delle scelte, alcune discutibili altre condivisibili. Probabilmente l’aver concentrato gran parte della storia del gioco in soli 9 episodi non dev’essere stato facile, e i problemi si sono visti nell’ultimo episodio.
40 minuti sono troppo pochi per raccontare la fase del dramma e della realizzazione. Si è perso tanto della parte emozionale che doveva essere la prerogativa importante per un season finale degno di questo nome. Tutto è arrivato troppo in fretta, e l’eccidio nell’ospedale è giunto come se fosse un grande incubo. Similitudini con il gioco a parte, la sequenza è stata resa nel migliore dei modi, il contorno forse un po’ meno. Detto questo, sono quì anche per dare dei voti. Assegno alla sequenza cruenta del salvataggio di Ellie un meritato 9, mentre al resto uno striminzito 7. Se la matematica non è un opinione, il voto finale che troverete sarà un bel 8. Sinceramente avrei preferito assegnare un 10, ma così non è stato. Lo riservo per la prossima stagione.
La recensione del nono episodio
Il finale di stagione ci ricorda i bei tempi del videogioco, quando si arrivava al momento conclusivo e si restava con tanti interrogativi. Accade così anche nella serie tv, solo che alcune scelte poste in essere non sono state di facile digestione. Ad onor del vero, non lo sono nemmeno adesso.
-
Voto Game-Experience