Il settimo episodio della serie TV The Last of Us, opportunamente intitolato Left Behind in quanto ricalca la storia raccontata nell’omonimo DLC standalone del videogioco, è uscito domenica sera, mostrando dopo l’episodio 3, un’altra rappresentazione di amore omosessuale. Da allora, la puntata ha ricevuto una serie di recensioni negative su Metacritic e altri siti che ne criticano le tematiche “woke”.
Nonostante il punteggio globale della serie sia rimasto sopra la sufficienza, 6,4, e parte delle recensioni negative permettano di intavolare una discussione su cosa ci si aspettava o no dalla serie, molte utilizzano toni decisamente aggressivi.
Se utenti come Mcgreen_21 criticano il focus della narrazione su “inutili storie d’amore gay, evitando tutte le cose interessanti nel mondo, come zombie, governo e i Raven”, rimarcando comunque il lato omosessuale della relazione piuttosto che la relazione in sé, altri utenti sono stati molto più espliciti nelle loro critiche, se così vogliamo definirle.
Su Metacritic si possono leggere commenti come “all’inizio era promettente, ma avrebbero dovuto lasciar perdere tutta quella schifezza woke. Si parla di un apocalisse, non dovrebbe esserci roba che porta avanti il programma LGBTQ e la giustizia woke […] Non oso nemmeno acquistare il remake di TLOU su PS5. Sono sicuro che ci abbiano messo dentro qualche scena di fisting gay insieme a una parata del pride. Fanculo questa merda”.
Oppure “Avete promesso una serie tv post-apocalittica e ci ritroviamo con 2 episodi su 7 pieni di romance woke. Perché forzate queste storie woke? Come ci danno informazioni sulle scelte che fanno i personaggi? NON LO FANNO!”.
Per chi non ne fosse al corrente, il termine woke viene usato comunemente come termine dispregiativo sinonimo di “politicamente corretto”, riferendosi al “programma/agenda LGBTQ+” che secondo alcuni negli ultimi tempi viene inserito forzatamente all’interno di molti media.
Si tratta di pochi esempi, ma che fanno capire lo stile dei commenti che si possono trovare da domenica su Metacritic e, in generale, online. Gli utenti in questione sembrano dimenticare che entrambe le relazioni omosessuali tanto criticate fossero già canoniche prima nel gioco principale (terzo episodio), poi nell’espansione (settimo episodio).
È anche vero che, in fin dei conti, i commenti non dovrebbero sorprendere più di tanto, considerano che è dall’uscita di Left Behind (il DLC, non la puntata) che si punta il dito contro il retcon, quando non era stata data alcuna indicazione riguardo la sessualità di Ellie all’interno del gioco base.
Non è la prima volta che il franchise di The Last of Us viene criticato aspramente e aggressivamente per certe scelte narrative, basti pensare al fatto che colei che ha dato il viso a Abby in Part II riceva ancora minacce da parte dei “fan”.
Nell’attesa del prossimo episodio della serie e dei nostri commenti su Left Behind (la puntata, non il DLC), vi invitiamo a leggere la nostra recensione del remake The Last of Us Part I, in cui, ve lo assicuriamo, non compare alcun cenno a fisting gay o parate del pride.