Tre anni e mezzo son passati dal rilascio di Star Wars Jedi: Fallen Order, periodo in cui il prodotto realizzato, in sordina dai ragazzi di Respawn Entertainment, è passato dall’essere un outsider di lusso, a vero e proprio brand di successo, capace di catalizzare, attorno a sé, interesse e devozione. Una fanbase ibrida, legata tanto al mondo di Star Wars, quanto a quello del producer di Titanfall, ha continuato a giocare, nel corso di quasi quattro anni, il titolo originale, portando Electonic Arts a mettere in cantiere, sempre sotto l’egida di Respawn Entertainment, un seguito diretto delle avventure di Cal Kestis.
Ed è così che ci troviamo a mettere sotto la lente di ingrandimento questo Star Wars Jedi: Survivor, prodotto che giunge sul mercato in pasto ad una fanbase affamata e carica di aspettative, motivate anche e soprattutto da un marketing ficcante e martellante che lo ha preannunciato come una delle migliori esperienze videoludiche del 2023. Ci tocca però constatare quanto, al netto di innegabili qualità, questo seguito si sia dimostrato parzialmente “problematico”, inciampando sotto il peso di una ottimizzazione che fatichiamo a definire sufficiente. Addentriamoci dunque in questo cammino nella forza, con la recensione di Star Wars Jedi: Survivor.
Dove eravamo rimasti?
Cinque anni sono passati dagli eventi di Star Wars Jedi: Fallen Order. Cal Kestis, oramai un Jedi affermato, nonostante la sua tenera età, è passato dall’essere uno scanzonato “apprendista”, il cui percorso nella forza era appena iniziato, ad incarnare il peggiore incubo dell’impero. La sua fama, aumentata nel corso degli anni a suon di incursioni, sabotaggi ed uccisioni, lo ha portato ad essere in cima alla lista dei ricercati dalle forze imperiali e gli eventi di Star Wars Jedi: Survivor non faranno altro che aumentare la sua “fama” intergalattica.
Tra gli ultimi superstiti alla purga Jedi vista nel precedente capitolo, Cal Kestis si è unito, nel corso di questi cinque anni, ad un gruppo di ribelli sotto l’egida di Saw Guerrera, proseguendo il suo addestramento come Jedi, continuando a combattere, con tutte le sue forze l’impero galattico. Una missione di recupero di informazioni top secret, ambientato sulla cara vecchia Coruscant, funge da introduzione alle gesta narrate in Star Wars Jedi: Survivor, missione in cui Cal perderà ben più di un amico.
Costretto ad una ignominiosa, quanto rocambolesca, fuga, Cal atterrerà su Koboh, un pianeta nei pressi dell’orlo estremo. Una volta in loco, entrerà in contatto con un segreto rimasto nascosto sin dai tempi dell’alta repubblica, scoperta che potrebbe risultare decisiva per la rinascita dell’ordine Jedi e, dunque, per le sorti della galassia tutta. Inizieranno dunque le peregrinazioni che porteranno il nostro Cal Kestis ad affrontare nuovamente l’impero galattico ed a fronteggiare, inoltre, nemici a lui ancora sconosciuti.
La qualità della narrazione, pur non brillando per originalità, va ad allinearsi con quella di tanti altri prodotti (The Mandalorian in primis) inerenti il cosmo di Star Wars, rilasciati di recente, garantendoci una ventina di ore di esplorazione e combattimenti, sotto il segno della forza.
La forza (non) scorre potente nella next-gen
Star Wars Jedi: Fallen Order ha rappresentato un corto circuito generazionale di primissima categoria. Originariamente progettato per girare su PlayStation 4 ed Xbox One ha ricevuto, in virtù di un successo commerciale ben oltre le più rosee aspettative EA-Respawn Entertainment, una next-gen patch che ha migliorato il comparto grafico ed abilitato la modalità a 60 fps nativa. Viste queste premesse, la realizzazione di un seguito, richiesto a gran voce da una fanbase desiderosa di conoscere il seguito delle avventure di Cal Kestis, è stato programmato scegliendo in modo consapevole di concentrare gli sforzi su una versione next-gen only.
Questa scelta avrebbe dovuto permettere, infatti, agli sviluppatori di non avere “zavorre” computazionali e di potersi dedicare completamente alla realizzazione della migliore versione possibile di Star Wars Jedi: Survivor, contando sul fatto che, con la crisi dei microconduttori alle spalle, oramai chiunque avrebbe messo le mani su una console next-gen o su una scheda grafica di ultima o penultima generazione. Se, però, questa ultima considerazione è risultata, alla prova dei fatti, verificata, missing in action, invece, è stata la parte relativa all’ottimizzazione per le tecnologie proprietarie next-gen.
Al netto del comparto strettamente ludico, che esamineremo di qui a breve, ci troviamo di fronte ad un prodotto mandato in gold con una ottimizzazione tecnica appena approssimativa per le versioni console e decisamente disastrosa per quanto riguarda la controparte PC. Quest’ultima, inoltre, fatica a girare dignitosamente anche su PC di altissima fascia e la stessa EA ha dichiarato di non essere consapevole della data di risoluzione di questi problemi, tanto su console, quanto su PC.
Una patch, rilasciata negli ultimi giorni, ha migliorato notevolmente la stabilità (permangono comunque compenetrazioni poligonali random e sporadici cali di frame rate in ambo le modalità) su console. La versione Xbox Series X, da noi recensita, pare ora più che accettabile: persistono invece gravissime problematiche su quella PC, dove la situazione è ben più complicata di quanto previsto.
Divertente e giocabile, nonostante i bug.
Star Wars Jedi: Survivor si mette esattamente in scia al diretto predecessore, prelevando, riproponendo ed espandendo tutte le caratteristiche che hanno reso famoso Star Wars Jedi: Fallen Order. Ci troveremo dunque immersi in un action in terza persona duro e puro, certo non frenetico come un Devil May Cry, ma dotato di una profondità di accesso ai combattimenti che fa del mix tra combattimenti all’arma bianca e uso della forza il suo principale punto focale.
Le dinamiche di esplorazione e combattimento, riproposte nella loro interezza, hanno ottenuto, rispetto al diretto predecessore, piccole ma significative migliorie, capaci di espandere e diversificare il gameplay quanto basta per non far classificare questo Star Wars Jedi: Survivor, come un semplice “more of the same”, come successo a titoli diretti competitor quali Horizon: Forbidden West. A differenza di Jedi: Fallen Order, Cal è oramai un cavaliere Jedi che, grazie alla sua esperienza nella forza, può interagire in modo differente con il mondo di gioco, arrivando ad esplorare anfratti inaccessibili riuscendo, virtualmente, ad esaminare ogni singolo punto della mappa, grazie ai suoi poteri.
Sarà ora, infatti, possibile attraversare gli specchi d’acqua, nuotando o camminandoci sopra e potremo, inoltre, esplorare le mappe di gioco nella loro verticalità grazie all’acquisizione, nelle primissime fasi di gioco, di un rampino. Avanzando poi, nella avventura, otterremo un sempre maggiore numero di punti abilità che potranno essere utilizzati per potenziare il nostro alter ego virtuale e permettergli, se debitamente investiti nel ramo della forza, di espandere ulteriormente il suo set di movimenti base.
Combattere con la forza (ma non solo)
Le dinamiche di combattimento, seppur affinate per precisione e duttilità, rimangono molto simili a quelle viste in Star Wars Jedi: Fallen Order. Sarà dunque possibile affrontare i nostri oppositori brandendo la nostra spada laser o, come accadeva nel diretto predecessore, effettuando un attacco con una spada a doppio laser. Alterneremo dunque attacchi leggeri o di affondo, utilizzare la nostra lightsaber per respingere proiettili e laser vari. Progredendo, inoltre, nell’avventura, potremo padroneggiare altri due stili di combattimento, affrontando i nemici con due spade o, infine, a guardia incrociata.
Potremo inoltre parare, nella medesima maniera, la maggior parte degli attacchi, tranne quelli caricati, che ci richiederanno di padroneggiare al meglio la schivata per uscire indenni da situazioni altrimenti pericolose. Oltre al combattimento corpo a corpo Cal disporrà, ovviamente, degli attacchi afferenti al cosmo della forza, grazie ai quali potrà interagire, a loro discapito, con i vari avversari che gli si pareranno davanti, momento dopo momento.
L’appeal del combat system di Star Wars Jedi: Survivor sta, principalmente, nella possibilità di poter miscelare liberamente combattimento all’arma bianca ed attacchi con la forza, variando dunque, strategicamente, l’approccio ad ogni battaglia. Sarà infatti possibile prendere il controllo della mente di un avversario e costringerlo ad attaccare un suo alleato per facilitarci il compito.
Potremo infine, miscelare persino gli attacchi utilizzando la spada Jedi con una mano e, con l’altra, un blaster con cui fare piazza pulita dei nemici a media distanza o ordinare, per esempio, al nostro collega ribelle Bode di attaccare un nemico predefinito, per darci un vantaggio in battaglia.
Queste sono solo alcune delle infinite possibilità forniteci da Star Wars Jedi: Survivor che, va detto, ci fa brillare gli occhi per duttilità e diversificazione del sistema di attacco.
Evoluzioni grafiche next-gen
Star Wars Jedi: Survivor è il primo progetto completamente next-gen di Respawn Entertainment e il passaggio alla nuova generazione di macchine da gioco ha portato, al netto di una ottimizzazione ballerina su console, un enorme passo in avanti dal punto di vista grafico.
Conta poligonale e sistema di illuminazione sono migliorati, di molto, rispetto a Fallen Order. Possiamo qui scegliere tra due modalità, una improntata alla maggiore fedeltà grafica (e con il ray tracing parzialmente attivo) e l’altra tesa a prediligere una maggiore fluidità di gioco. La prima di queste due modalità punta al mantenimento di una resa grafica migliore, bloccando il frame rate a 30 fps e upscalando il tutto a 4k ma non riuscendo a mantenere, seppur di poco, il frame rate stabile.
La modalità performance fissa invece la risoluzione a 1440p, upscalandola a 4k e mirando a mantenere una fluidità di 60fps: questa modalità rappresenta la scelta ideale: rinunciare a quale riflesso in tempo reale, per una maggiore fluidità, migliora di molto l’esperienza di gioco.
La recensione in breve
Star Wars Jedi: Survivor rappresenta, al netto di qualche problema di ottimizzazione, parzialmente risolto dalle patch post-day one, un ottimo seguito, che va a migliorare ed espandere la già gradevolissima esperienza di gioco provata con Star Wars Jedi: Fallen Order.
Consigliatissimo, almeno nella sua versione console, a tutti i fan di Star Wars.
State invece alla larghissima dalla versione PC, ancora acerba e non ottimizzata.
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Voto Game-Experience