L’iconico riccio esce nuovamente dall’ombra del sol Levante e ritorna in pista con Sonic Superstars. Questa volta SEGA brucia sul traguardo Nintendo, 7 giorni prima dell’uscita dell’attesissimo Super Mario Bros. Wonder. Gli sviluppatori di Arzest e Sonic Team puntano forte sul classico, con una restyle in chiave moderna delle dinamiche e meccaniche di gioco che hanno reso celebre il franchise.
Ma non si tratta solo di questo, visto che il buon Sonic ha imparato a sfruttare nel migliore dei modi il potere dei Chaos Crystal, piegando le logiche platform in maniera piuttosto interessante. Per quanto la storia non spicchi intensità emotiva (e quando lo è mai stato?!), l’idea di utilizzare 4 personaggi diversi – al netto dell’alimentazione della falsa speranza circa la presenza di trame interconnesse – rappresenta un buon stimolo per vedere il gameplay da diverse angolazioni.
Arrivando da una dimensione open world del tutto inedita per la serie con Sonic Frontiers, il ritornare prepotentemente alle 2.5 dimensioni ci porta a pensare che tale operazione sia finalizzata anche nel mettere il bastone tra le ruote al ritorno del baffuto idraulico. Supposizioni che profumano di illazioni, che trascendono il giocato pad alla mano. Aspetto che affronteremo nella nostra recensione di Sonic Superstars.
Storia e personaggi: 4 personaggi in cerca di Eggman
Ancora una volta il Dr. Eggman rompe le scatole alla tranquillità del frenetico riccio blu…pardon… è esattamente il contrario. Il diabolico scienziato cambia isola ma non il suo modus operandi, ancora alla ricerca di cavie per i suoi loschi affari. Sonic, Tales, Amy, Knuckles subito pronti sul pezzo, utilizzabili dal minuto zero di gioco. Ognuno con le sue abilità di base, ma tutti che condividono il medesimo background.
Ergo, giocare con Sonic piuttosto che con Amy, sul fronte narrativo (per quanto questo termine vada utilizzato con le dovute pinze), non porta ad alcun risvolto di trama. Una storia che ripropone il medesimo Mood di quelle che abbiamo avuto modo di vivere nei bei tempi che furono, ad uso e consumo di un pubblico non troppo maturo, ma sempre in grado di risvegliare il bambino che giace in noi (e che troppo spesso finisce in letargo). Restando nell’alveo del classico, i vari protagonisti si esprimono per onomatopee, lasciando sempre trasparire le loro intenzioni mediante le loro azioni.
Gameplay: un genere che non diventa mai vecchio
Il grande libro della storia dei videogiochi ci insegna che i personaggi passano ma i generi restano. Tra quelli che possiamo definire come immortali, il platform rientra sicuramente tra questi, con quella capacità di attraversare epoche e generazioni ed attrarre a sé una fetta trasversale ed eterogenea di utenti. Esistono, però, delle eccezioni che confermano la regola, con due personaggi che sono, da sempre, gli assoluti dominatori del genere, e che hanno spopolato anche fuori dal contesto videoludico.
Sonic e Mario si trovano ad affrontare la più grande sfida, quella di accontentare una generazione che vuole tanto action a KM Zero. Il famoso riccio blu, per volere dei suoi creatori, decide quindi di piegare il gameplay grazie ai poteri del Chaos Emerald, offrendo al giocatore delle abilità extra da sbloccare prima, per poi essere sfruttate in corso d’opera. 7 in tutto: Avatar, Visione, Proiettile, Rallenta, Edera, Acqua ed Extra. Ognuna di queste va sbloccata con il completamento di un livello bonus il cui modello di fruizione è del tutto inedito rispetto alla serie. Non si tratta, ovviamente, dell’unico extra da completare. Disseminati, in maniera più o meno nascosta, ve ne sono diversi da completare. Alcuni di questi consentono di conquistare medaglie, da sfruttare poi in modalità Battaglia.
I 4 personaggi presentano delle abilità innate da sfruttare lungo i labirintici livelli. Unica pecca che, una volta scelto il personaggio all’inizio della nostra partita, questo ci accompagnerà sino al termine della nostra sessione di gioco, senza possibilità di cambiarlo in corso d’opera. La presenza, però, di abilità di base uniche rende l’esperienza platformica un po’ più frizzante rispetto che in passato (e per “passato” intendiamo Sonic Mania, uscito nel 2017).
Accanto alla modalità Storia, che ci porterà a salvare la fauna della splendide Northstar Islands, vi sono anche delle modalità online che proiettano il famoso riccio blu in una dimensione multigiocatore. La modalità Storia Cooperativa consente di condividere la sessione di gioco (trattandosi sempre di un livello presente nella modalità Storia) con un massimo di 4 giocatori in locale ed 8 online. Battaglia, invece, sposta l’attenzione dal condiviso al competitivo, con delle sfide da superare a suon di obiettivi da raggiungere: Corsa, Combattimento, Raccolta Stelle e Sopravvivenza. Un ottimo pretesto una volta giunti all’endgame. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla modalità Crono, con i migliori tempi che vanno a concorrere alla formazione di una leaderboard mondiale.
Grafica: una mezza dimensione in più che fa la differenza
L’operazione nostalgia portata avanti in Sonic Superstars coinvolge anche il comparto grafico, animato dal tanto discusso engine Unity. Il 2.5D pervade tutta la mappa, con il nostro riccio blu in grado di scorrazzare anche in profondità. Si tratta di un artificio grafico sorretto da un animazione dedicata che, per quanto banale, aiuta a rendere ancora più dinamico e frenetico il gameplay.
Le mappe si presentano, in generale, caratterizzate da elementi di dettaglio più curati nel particolare e meno quando si sposta l’attenzione verso i fondali. Lo stacco, talvolta, è troppo netto e fastidioso, ingenerando delle situazioni visive non proprio ottimali. Una criticità che, con molta probabilità, è figlia anche del limite tecnico dell’engine scelto, che per garantire un gameplay sempre fluido ha richiesto dei sacrifici non evitabili.
Un grande plauso al layout dei vari livelli, con un dedalo di strade e percorsi che all’apparenza sembrano offrire al giocatore strade diverse per arrivare alla meta. Il team di sviluppo ha creato sì delle situazioni meno punitive (con trappole meno infernali e nemici disseminati a zone), ma il tempo di percorrenza del livello si è alzato oltremodo. Non essendoci dei punti di riferimento ben individuati, si è in balia del run&jump selvaggio, nella speranza che il percorso sia quello più veloce. E puntualmente si viene smentiti. Pregio o difetto? La risposta è “dipende dal livello e dalle situazioni offerte dal contesto”.
VERSIONE PROVATA: PS5
Un classico che si rifà il look, per fare fronte a le nuove sfide del momento e non restare troppo indietro rispetto alla concorrenza. Il riccio Blu e la sua cricca mettono di nuovo i bastoni tra le ruote ai piani del diabolico Eggmann, con delle nuove abilità innate e non. Il layout dei livelli, per quanto di derivazione, finiscono, spesso e volentieri, nell'ingenerare confusione e ripetitività, con tempi di percorrenza piuttosto alti. Graficamente delizioso, ma non da applausi. Un ritorno che poteva osare di più.
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Voto Game-eXperience