Non so se valga anche per voi, ma chi vi scrive difficilmente ricorda un periodo più felice per l’hardware da gioco di casa Microsoft. Con Xbox Series X che cancella ogni fantasma legato alla passata generazione, Game Pass su cui vabbè, è inutile spendere altre parole e un ecosistema multicanale onnicomprensivo creato dagli ingegneri di Microsoft che, ormai, permette di giocare pressoché a tutto in qualsiasi luogo e modo vi venga in mente, ad arricchire un’offerta già invidiabile ci pensano i più importanti produttori di hardware di terze parti – che, a frequenza sempre più costante, rilasciano linee di prodotti espressamente pensati, e progettati, per dare il proprio meglio nel contesto ludico di Microsoft. Se soltanto pochi giorni fa vi abbiamo narrato la storia del “piccolo mostriciattolo” di casa Philips, la special guest di oggi è una di quelle aziende che di tutto ha bisogno tranne che di una presentazione. Non che Razer sia una new entry nel panorama Xbox: i rapporti tra Redmond e Singapore sono ottimi e longevi, da sempre forieri di soluzioni di altissimo livello per quei giocatori dalle pretese più alte. Ma ultimamente, è innegabile, la concorrenza è aumentata anche in questo segmento di mercato, e il vecchio oceano dove una volta si nuotava ad ampie bracciate è diventato uno scomodo stagno zeppo di piranha. Risultato, l’unico driver, l’unico break-point che determina il successo di un prodotto è la qualità: e non che avessimo mai avuto anche solo mezzo dubbio su Razer, ma vi basti sapere che il Wolverine V2 Chroma che abbiamo provato in questi giorni rappresenta, con ragionevole certezza, uno dei migliori pad wired Pro disponibili per Xbox Series X. Al punto che, definirlo “alternativa” a quello ufficiale, rischierebbe davvero di essere riduttivo.
L’evoluzione della specie
I giocatori più esigenti di casa Xbox difficilmente non sentiranno un brivido di piacere lungo la schiena nel leggere il nome Wolverine. Con i modelli Ultimate e il più recente Wolverine V2, Razer ha alzato l’asticella di parecchie tacche, offrendo una soluzione all-in-one capace non solo di migliorare significativamente la fruizione “standard” di un tradizionale pad per l’utenza media, ma di siglare risultati davvero ottimi anche nel contesto del professional gaming o, più in generale, di quello competitivo. Il focus sulle performance, sull’ergonomia e sulla reattività degli input è marchio di fabbrica di questa linea produttiva, che in questa variante V2 Chroma non si limita ad essere riconfermato, ma viene ulteriormente evoluto e perfezionato: perché, giusto per essere chiari, quello che avremo tra le mani non è un semplice “Wolverine V2 con il supporto all’RGB”. Al contrario, siamo di fronte ad un suo aggiornamento sostanziale, che introduce una serie di funzionalità molto richieste dai giocatori, prima ad esclusivo appannaggio della variante Ultimate.
In termini di design il Wolverine V2 Chroma si muove in continuità rispetto al quanto visto con il modello precedente, andando contestualmente ad introdurre una serie di notevoli miglioramenti. Buona la scelta delle plastiche costruttive, che forniscono un eccellente grip antiscivolo sul retro e sulla parte anteriore: una filosofia dei componenti che va a braccetto con il design ergonomico del Pad, la cui forma caratteristica lo rende ideale – e per nulla scomodo – anche qualora decideste di avventurarvi in sessioni di gioco prolungate, senza il rischio di incappare in fastidiosi formicolii. La centralità dell’ergonomia passa anche attraverso gli stick analogici, con la possibilità di alternare due differenti tipologie di copri-levetta: la prima, convessa, è più corta e veloce, ideale per i giocatori FPS più offensivi. La seconda è invece più alta e “piatta”, indicata idealmente per giocatori più “difensivi” alla ricerca di una precisione maggiore.
Vantaggio tattico
Al netto dei nuovi pulsanti introdotti in questa variante, il posizionamento dei tasti rispecchia appieno il design del Wolverine V2. Inutile dire che, anche per questo V2 Chroma, sotto l’ottimo cofano Razer batte un cuore di interruttori mecha-tattili, ennesimo fiore all’occhiello del colosso di Singapore la cui tecnologia proprietaria, giusto per sottolinearne la versatilità, ne caratterizza gran parte dei principali gaming-mouse di punta. Il feedback aptico è come sempre eccellente, con una sensazione quasi di morbidezza al tocco che “cela” un’attenuazione iper-responsiva che non teme rivali. Caratterizzati da un ciclo vitale di oltre 3 milioni di pressioni, gli interruttori mecha-tattili offrono una corsa di attenuazione di 0.65mm, inferiore del 35% rispetto alla distanza media di un normale pad a membrana. In game, questi numeri si traducono in una reattività fulminea agli input forniti: un vantaggio non certo indifferente, specie nel competitivo.
Muovendoci sempre nel perimetro di feature & design, le novità più interessanti si collocano nella parte posteriore: il Wolverine V2 Chroma monta quattro grilletti extra, a cui si aggiungono due bumper dorsali – rimappabili e programmabili con apposite macro tramite app Razer, disponibile per PC e XBOX. Ancora una volta, Razer strizza l’occhio al circuito competitivo, laddove una programmazione attenta di questo set di sei bottoni può garantire un boost di risultati ben oltre la soglia del “sensibile”. Ad una mano poco allenata una così ricca configurazione di tasti/grilletti potrebbe sembrare di difficile fruibilità – specie durante le prime sessioni di gioco, quando il rischio di “confusione” è elevato: bastano però pochi minuti per accorgersi di come, ancora una volta, l’investimento di Razer in termini di user-experience non solo sia evidente, ma garantisca una maneggevolezza e un’accessibilità dell’hardware davvero strepitosa. Se proprio vogliamo trovare il proverbiale pelo nell’uovo nella soluzione di Razer, questo coincide con la scelta di spostare i pulsanti Visualizza e Menu più in alto, rispetto alla posizione centrale standard, vicino al pulsante Xbox. Questo implica che per premere il tasto Visualizza sarà necessario utilizzare il pollice che, normalmente, si trova sullo stick sinistro: nulla di drammatico, ma in titoli che richiedono un frequente accesso alla mappa di gioco (normalmente attivabile proprio tramite il tasto visualizza), questa soluzione potrebbe risultare meno comoda rispetto a quella tradizionale.
Altro aspetto da tenere seriamente in considerazione è la modalità Hair Trigger per il blocco dei grilletti posteriori. In sostanza, il Wolverine V2 Chroma monta due blocchi scorrevoli (uno in corrispondenza di ciascun trigger) che, qualora attivati – anche separatamente – riducono notevolmente la corsa di LT e RT, rendendo di fatto possibile inanellare una serie di comandi decisamente più lunga, a parità di tempo, rispetto alla modalità normale. Se da un lato la presenza di trigger a corsa ridotta non è certo una novità, specie per questa tipologia di pad high-end, la possibilità di attivarla o disattivarla anche selettivamente rappresenta un valore aggiunto non certo trascurabile: gli influssi positivi, anche solo nei più recenti FPS, sono evidenti anche in modalità single player. Viene da sé che delle prestazioni già buone, nell’online, troveranno un ulteriore e adeguato supporto da questa interessante feature. Chiudiamo l’elenco delle novità di questo V2 Chroma le ultime due voci in lista: la prima è l’introduzione del D-Pad circolare, visibile elemento di rottura rispetto al V2 “liscio” – che offre i classici input D-Pad a croce. Non si tratta di una revisione trascendentale, laddove la preferenza di uno sull’altro si circoscrive a motivazioni di carattere estetico prettamente soggettive. Lato nostro, riteniamo più comoda e precisa la nuova soluzione circolare – specie per titoli, come Hollow Knight, dove precisione e reattività fanno la differenza. Ultimo ma non meno importante, seppur scontato per ovvi motivi, è il supporto alla tecnologia Razer Chroma RGB, marchio di fabbrica per antonomasia che, in termini di branding, distingue Razer da generazioni.
Connettività, connessioni e software
Giunti a questo punto, è bene chiarire un aspetto che farà inesorabilmente discutere parte dell’utenza: la natura wired del Wolverine V2 Chroma. L’ultima revisione di casa Razer potrà essere infatti utilizzata nella sola modalità “cablata”, nonostante sia equipaggiata con un cavo USB di tipo C retraibile con fissacavo e, in termini di materiale, di fattura decisamente pregevole. Generosa la lunghezza del cavo, circa tre metri, che permette di sedersi a distanza siderali dallo schermo senza temere incidenti domestici imprevisti. I vantaggi del gioco “wired” li conosciamo tutti: maggior reattività e latenza degli input prossima allo zero, che si traducono in tempi di risposta di ordine infinitesimale. Di contro, considerando la compatibilità della famiglia Wolverine con Xbox e PC, l’assenza di una modalità Wireless o Bluetooth rischia di essere vista da un’utenza meno specializzata come una grave mancanza. Nell’equazione dei benefici, l’assenza di un corpo batteria permette all’hardware di mantenere un peso contenuto (che sfiora i 270gr) – altro fattore sulla cui importanza, comunque, c’è poco o nulla da aggiungere: se, tuttavia, l’assenza di fili rappresenta per voi una conditio sine qua non, quanto proposto da Razer rischia di non fare al caso vostro. Restando in tema connettività, la parte inferiore del pad ospita l’immancabile ingresso audio da 3.5mm: premendo un apposito pulsante in combinazione con gli input D-Pad, sarà possibile modificare il mixaggio audio tra chat di gruppo e game in tempo reale, senza dover armeggiare nervosamente con l’auricolare o accedere alle impostazioni audio presenti nell’apposita sezione della dashboard di Xbox. Utile, non c’è che dire…
La configurazione del Wolverine V2 Chroma è in carico al Razer Controller Setup, disponibile sia su PC sia su store Xbox come app standalone. Scopo dell’app è cucire al meglio le feature del controller attorno all’esperienza di ciascun utente, permettendo di creare set di profili specifici per ciascun gioco, modificare le impostazioni Chroma RGB e fornire gli strumenti per rimappare tasti/leve e ottimizzare le proprie prestazioni con accorgimenti opportuni (non scappano al remapping anche i tasti Visualizza e Menu). Decisamente più interessante è la possibilità di associare ad un tasto la funzionalità Sensitivity Clutch: in sostanza, sarà possibile premere il tasto prescelto in qualsiasi momento per modificare la sensibilità degli stick analogici, operazione che nelle fasi di gioco più delicate può dare manforte decisiva in termini di precisione e controllo (pensate ad un qualsiasi titolo sniping, e a quanto la sensibilità migliorata di uno stick possa fare la differenza). Come sempre, spazio di personalizzazione anche in termini di illuminazione: la tecnologia Chroma RGB permette di scegliere tra 16.8 milioni di colori differenti, attivabili in tre modalità distinte (colore statico, effetto “breathe” o loop cromatico) in perfetto stile Razer. Il risultato, inutile dirlo, è di elevato impatto scenico. Al netto di tutto, sottolineiamo come Controller Setup sia un’app dalla di facile fruibilità e comprensione, oltre che in grado di garantire buon margine di personalizzazione. Profili ed impostazioni saranno automaticamente sincronizzati nel cloud dell’utente, scelta strategica di Razer che permette di riutilizzare le configurazioni create su più Xbox o PC. Sarebbe stata gradita la possibilità di cambiare profilo direttamente a livello di controller, senza invece dover accedere ogni volta all’app: ma non sarà certo questa mancanza a farci dubitare sull’enorme valore del Wolverine V2 Chroma.
La recensione in breve
Wolverine V2 Chroma ha tutte le carte in regola non solo per essere più di una semplice alternativa al tradizionale controller Xbox, ma – e soprattutto – rappresenta un competitor di prim’ordine nel circuito prettamente pro/competitivo, normalmente riservato alle linee di prodotto Ultimate. Un pad all in one che offre ergonomia, comodità d’uso e un set di feature invidiabili, che se sfruttate a modo possono essere davvero dei game-changer in termini di prestazioni. Certo, la connessione wired rappresenta un ostacolo per quella frangia di giocatori poco inclini alla dittatura del filo: ma chiunque cerchi un prodotto high-end e, pertanto, abbia chiari i concetti di bassa latenza e input lag, difficilmente non potrà essere attratto dall’ultima creatura di casa Razer. Creatura che, per un cartellino attorno ai 150€, non abbassa il capo di fronte allo strapotere del controller Élite ma, al contrario, mostra grinta da vendere candidandosi come un valido e agguerrito competitor. Magari per la tacca richiesta avremmo gradito qualcosina in più in termini di materiali (ottimi, sia chiaro, ma il dominio delle plastiche e l’assenza di rifiniture metalliche di pregio potrebbero far storcere i nasi più esigenti) e di “comfort”, prima su tutte una bag o una custodia dove riporre il cavo USB-C e i copri-levetta magnetici. Sono comunque difetti decisamente veniali, che non ledono in alcun modo l’ottima prestazione di uno dei pad élite caratterizzati, al momento, dal miglior rapporto qualità/prezzo sul mercato. E per quanto riguarda lo stile beh, è Razer: questo dovrebbe bastarvi.
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Voto Game-Experience