I battle royale si amano o si odiano, c’è poco da fare. Non si spiega altrimenti come sui social siano tanto vituperati da una parte, ma poi registrino sempre lanci da primato: proprio come quello di Warzone, la nuova modalità Battle Royale di Modern Warfare che ha rastrellato 6 milioni di giocatori nelle prime 24 ore dal debutto. La gratuità nella formula di distribuzione free to play sicuramente avrà aiutato, ma forse anche qualche piccola idea capace di attirare almeno qualche curioso in cerca di novità dopo estenuanti sessioni di Fortnite o Apex Legends.
Blackout o Warzone?
Warzone si divide in due segmenti: Battle Royale e Malloppo. La prima è una classica modalità di sopravvivenza, con 150 giocatori suddivisi in squadre di tre membri. La peculiarità consiste nell’opportunità offerta a chi viene sconfitto: quella di rientrare in battaglia dopo aver vinto uno scontro 1vs1. In caso di abbattimento infatti il personaggio viene “catturato” e portato in un carcere, dal quale può uscire solo una volta, a condizione sconfigga un’altro giocatore caduto durante la Battle Royale. La sfida avviene nella stessa mappa dei bagni del carcere usata per le sfide 2vs2, mettendo in mano ad entrambi i contendenti un’arma casuale. In alternativa i compagni d’arme possono spendere il denaro raccolto durante la partita per comprare un rientro per un amico caduto presso uno dei punti adibiti all’acquisto di bonus e materiale di supporto. L’idea di consentire un nuovo ingresso in partita agli sconfitti è già stata implementata in Apex, tuttavia l’idea di farlo tramite un breve duello rende le cose più stuzzicanti anche per chi si ritrova in panchina.
Durante le partite vengono aperte delle sotto missioni chiamate “contratti”, le quali possono garantire ulteriore denaro utile per acquistare rientri per gli alleati oppure ricompense come radar, bombardamenti e altro ancora. Malloppo invece si basa su di uno scopo diverso. Non tanto rimanere in vita per ultimi, ma raggiungere lo scadere del cronometro con il maggior quantitativo di denaro depositato in appositi punti di estrazione (oppure accumulare per primi la cifra di un milione). I soldi possono essere raccolti lungo la mappa, aprendo delle casse, oppure uccidendo giocatori rivali. Anche questa idea però trova origine in un’altro gioco di Respawn Entertainment, ovvero Titanfall 2, dove nel multigiocatore era presente una modalità che funzionava esattamente alla stessa maniera. In tutto ciò c’è una certa ironia, dal momento che Respawn è formata da ex fondatori di Infinity Ward e composta da molti membri originari dello studio. Giocando a Malloppo non c’è limite ai rientri, ma qualora si venga abbattuti, si perde metà della cifra attualmente in possesso. I giocatori dunque devono ponderare bene quanto raccogliere, per andare alla ricerca di una banca a cui affidare i propri “risparmi”, onde evitare di accumulare grosse cifre e vederle scomparire dopo essere stati sconfitti.
“Vince, posso copiare il tuo compito? Apex e Titanfall mi sono piaciuti”
Il ritmo dell’azione di Malloppo però è molto dilatato. Spesso infatti le zone di deposito ed estrazione dei contanti sono posizionate in modo molto sparso e lontane dai punti di rientro, per cui senza un mezzo adeguato per muoversi velocemente, buona parte della partita si passa a dover raggiungere un determinato punto. Per contro, altri giocatori pianteranno le tende nella loro posizione, puntando a svuotare il portafogli in un’unica azione. Per rompere questa staticità sono stati implementati dei lanci di rifornimenti, i quali possono contenere anche ingenti quantità di denaro e smuovere le partite che rischiano di diventare troppo statiche.
Tuttavia anche con tali accorgimenti, questa formula risulta poco adatta all’idea di Battle Royale e anzi, ne stravolge le regole annullando proprio la caratteristica principale: l’assenza di rientri che rendeva le partite più calme e senza giocatori lanciati alla bersagliera.
Il bilanciamento generale inoltre è ancora acerbo. Il poter importare le proprie classi dal multigiocatore competitivo, premia un certo tipo di armamento sulla lunga distanza e in particolare uno stile di gioco “camperante”, il quale è il maggior rischio di degenerazione a cui un Battle Royale può andare incontro. La presenza di un fortissimo abuso nel camperare era già presente nel multigiocatore base, evidenziando come la nuova Infinity Ward non abbia ben chiaro come gestire in termini competitivi un buon design delle mappe, nella loro progettazione e come conciliare la potenza e l’efficacia di alcune armi nel modo di essere usate in ciascuna arena. Sotto questo aspetto risultava molto più convincente Blackout, la modalità presentata dallo studio Treyarch in Black Ops 4, la quale era maggiormente rifinita e curata nel trasporre e ripensare l’arsenale bellico del multigiocatore in un contesto Battle Royale, proprio per evitare che certe armi non risultassero troppo forti. In particolare Treyarch ristudiò l’intera balistica dell’arsenale per adattarlo alla mappa di più ampie dimensioni ed evitare armi troppo forti.
Graphic Warfare
Nonostante utilizzi lo stesso motore grafico di Modern Warfare, una nota va spesa anche su questo punto. Le mappe purtroppo non raggiungono una buona qualità, in quanto spesso hanno un dettaglio piuttosto scialbo, oltre che innumerevoli risorse riciclate in modo spudorato e letteralmente con un “copia&incolla” dalle modalità Spec Ops. A questo si aggiungono dei ritardi nel caricamento delle texture, le quali restano spoglie per diversi secondi anche dopo che il personaggio si trova al centro di una zona che dovrebbe essere già stata caricata in memoria. Un risultato così scadente rende difficilmente giustificabili i 22 giga di aggiornamento per chi già possiede MW, così come i 100 giga per chi invece scarica Warzone come Battle Royale a sè stante. Tutto ciò è dovuto ad una cattiva ottimizzazione della versione console (almeno stando ad una prova su Playstation 4 base, mentre su PC le cose potrebbero essere migliori), ma non migliora un aspetto che già nel gioco originale convinceva poco. Le dichiarazioni degli sviluppatori di aver finalmente cambiato motore grafico facevano sperare che anche la qualità generale ne avrebbe giovato, ma ormai si può confermare come la scelta sia stata dovuta unicamente dal gestire in termini tecnici il numero ampliato di asset durante le partite di massa.
Complessivamente, tra Blackout di Black Ops 4 e Warzone di Modern Warfare, la prima risulta la più solida e costruita con maggior cognizione di causa degli aspetti fondanti di un Battle Royale, oltre che con un migliore bilanciamento sulle armi (altro aspetto che Treyarch cura meglio di Infinity Ward ormai da anni).
Warzone aggiunge una piccola e simpatica idea sul vivacizzare i rientri in partita, ma è meno rifinita nella giocabilità e spesso per cercare di rinnovarsi, va fuori tema e finisce per sembrare più una modalità di battaglia a grandi squadre, che non una Battle Royale vera e propria.