Pentiment è un’avventura grafica con la principale caratteristica di essere ambientato in un mondo fatto di cera e pastelli in stile medievale, traendo non solo lo spirito artistico di quella corrente, ma anche culture e tradizioni. Obsidian Enterteinment ci propone un prodotto modesto che non si allontana dalla loro comfort zone, mostrandoci come Pentiment sia un gioco dalla forte componente narrativa. In prossima uscita il 15 novembre 2022 su Pc e Xbox One e Series X/S, compreso pure nel pacchetto Xbox Game Pass al lancio.
Parlare di Pentiment non è facile: l’ultima opera di Obsidian Enterteinment è sicuramente uno dei prodotti più brillanti che la casa di sviluppo americana abbia mai sviluppato sul fronte artistico, ma rasenta qualche problema di fondo che potrebbero intaccare l’esperienza di un qualsiasi videogiocatore.
Puntare tutto sull’aspetto visivo potrebbe essere una mossa tanto vincente quanto ingannevole, ma nel caso di Pentiment ci troviamo in una zona piuttosto grigia: lo stile medievale è veramente affascinante, ma in quanto avventura grafica ci si aspetterebbe quanto meno “un’avventura”; ma di questo ne discuteremo più approfonditamente tra poco.
Quello che sicuramente è interessante è che Pentiment sarà disponibile al lancio per Xbox Game Pass e pertanto disponibile a milioni di utenti iscritti al servizio. Assieme a Return to Monkey Island inserito di recente nel servizio, il quale abbiamo scritto una bella recensione proprio qui, il catalogo delle avventure grafiche si ingrandisce proponendo al pubblico due aggiunte di giochi relativamente recenti per un genere ormai posto molto in sordina.
La caratteristica principale di Pentiment, elemento portante dei giochi Obsidian, è che l’intera struttura narrativa si baseranno sulle proprie scelte, da quelle più nobili a quelle più infide, andando a creare un intreccio assai contorto e affascinante. Detto questo, preparate il vostro estro artistico, la vostra curiosità e tanta pazienza perché è avvenuto un omicidio in città!
Pentiment e il suo inizio bruscamente lento, ma dalla trama interessante
Partiamo narrandovi l’incipit di Pentiment: nel lontano 1518 il giovane artista Andreas Maler dovrà recarsi in una piccola città della Baviera per completare il suo capolavoro artistico presso il monastero della cittadina. Agonizzato e disilluso dalla realtà, viveva la sua vita dedicato alla realizzazione del suo “capolavoro” presso lo scriptorium dello stesso monastero, legando con i frati e le suore del suddetto luogo.
La pace della sua routine viene spezzata con l’arrivo di un nobile noto al monastero che, nonostante l’avvento della stampa industriale avesse surclassato la costosa arte degli amanuensi, quest’ultimo ci teneva alla realizzazioni dei suoi libri preferiti tramite questa tecnica arcaica.
Il giovane artista vede in questo nobile una piacevole conoscenza fino a quando, all’improvviso, accadde una cosa terribile: qualcuno è morto al monastero e un suo caro amico è stato accusato di essere l’assassino. Starà al protagonista scoprire le cause della morte, attraverso intrighi, menzogne e tanti colpi di scena.
Quello che sicuramente ci fa storcere il naso è che per arrivare all’inizio vero del gioco, ossia la scena dell’omicidio, passeranno alcune ore. Anche se tutto il preambolo serve per impostare il protagonista, attraverso delle scelte di nascita e vita passata, come studi o altri fattori, che determineranno delle combinazioni esclusive di scelte, la narrazione è veramente lenta e noi stessi eravamo inizialmente demotivati nel continuare il gioco.
Questa precisazione è dovuta dal fatto che gli stessi sviluppatori promuovono il gioco come “adatto per tutti“, ma per il difficile inizio che propone, non siamo così d’accordo. Però, se si riesce a superare quel brusco ostacolo, pad alla mano ci troviamo con un gioco estremamente profondo sul lato narrativo dove ci siamo sentiti sempre appagati per le nostre scelte, anche se pecca comunque di una lentezza estremamente pesante in alcuni punti.
Qualsiasi scelta che noi compiamo dovremmo esserne più che consapevoli perché una parola detta male potrebbe comportare a qualcosa di spiacevole. Inoltre un fattore che abbiamo gradito molto è che il giocatore debba mettersi nei panni di un’artista del XVI secolo, per tanto avere atteggiamenti idonei al proprio personaggio e al contesto.
In caso di difficoltà ci saranno molteplici aiuti che indirizzano il giocatore alla scelta che meglio preferisce, attraverso delle “personalità” che rappresentano diversi tipo di status sociale. Col proseguo dell’avventura ci saranno altri aiuti, specialmente durante l’esplorazione, che però non andremo ad approfondire in quanto spoiler.
Un mondo vivo con tante storie da raccontare
Quello che però sicuramente traspare da questo coloratissimo mondo di acquarelli è la vita dei personaggi: ognuno di essi ha una storia più o meno intrecciata con il protagonista, lasciando comunque un segno indelebile su quella che è la tela della nostra avventura.
Rabbia, disperazione, tristezza, felicità, compassione, conflitto e molti altri sentimenti andremo a vivere, e vedere, attraverso i volti disegnati dei personaggi su Pentiment. Sulle sue molteplici ore di gioco, determinate anche dalle scelte che il giocatore affronterà, vi saranno moltissime scene importanti le quali, nel bene o nel male, saranno fondamentali per la crescita di Andreas.
In tutto ciò, come per una grande avventura grafica che si rispetti, non mancano gli enigmi da risolvere, sia decifrati che ambientali. Alcuni più semplici di altri, anche se uno degli enigmi principali, che ci accompagnerà da inizio gioco alla fine sarà, è incredibilmente interessante da risolvere, soprattutto a fini di trama.
Anche se l’esplorazione risulta esaustivamente lineare, Pentiment ci mostra diverse ambientazioni in due dimensioni di un certo fascino con una certa complessità. I vari disegni si adattano in base ai pensieri e allo stato d’animo del protagonista, cercando di rappresentare comunque delle ambientazioni verosimili. Molto carino che anche le vignette dei testi siano legati alla classe sociale o al lavoro del personaggio che sta parlando, dove i clericali hanno una scrittura più laboriosa e i contadini una più veloce e piena di errori.
Sul comparto sonoro c’è poco da dire perché… quasi non esiste. Gli unici suoni che si sentono sono quelli ambientali, contornato anche da qualche pezzo musicale, quelli di interazione e quelli della scrittura dei dialoghi (perché assieme alla tipologia, vi è un suono diverso), ma per il resto niente. Non esiste nessun doppiaggio, ma il gioco si riserba un adattamento quasi globale.
Assieme al comparto narrativo, quello grafico è sicuramente l’elemento trainante di questo gioco su cui la maggior parte del marketing si è focalizzato a esporre. Su questa cosa c’è ben poco da dire: è proprio bello da vedere. Ogni illustrazione sembra un quadro medievale e tutte le artwork hanno dei valori caratteristici molto ben definiti. Combinato a una storia avvincente, anche se difficile da ingranare, Pentiment si mostra come un gran gioco interessante per gli amanti del genere… anche se forse troppo vincolato ad essa.
La recensione in breve
Pentiment è la nuova opera di Obsidian Enterteinment ambientata in un mondo ormai giunti alla fine dell'era medievale, ma con una forte ispirazione artistica legata ad essa. Nonostante sia forte di un comparto narrativo ben intrecciato, Pentiment non brilla in senso di godibilità del gioco perché è eccessivamente prolisso in moltissime scene, rendendo pesante anche determinate sezioni di gioco. Sotto un certo punto di vista può essere considerato pregio perché permette di approfondire moltissime personaggi e lasciare un bel ricordo di loro, conoscendoli in fondo, ma dall'altra rende il gioco molto più lento. Bilancia questo problema l'estrema ispirazione artistica che tiene, arricchita da molte scelte curate e interessanti sotto quel fronte. Ottimo anche l'adattamento di molteplici lingue, compresa la nostra, peccato però per la scarsa cura sul comparto sonoro.
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Voto Game-Experience