Vogliamo cominciare così: Outriders è un gioco dannatamente divertente. Il titolo di People Can Fly è uno tra i giochi multiplayer più azzeccati degli ultimi anni che, se avrà un buon supporto nel tempo, potrà essere un degno concorrente di quel colosso di Destiny 2. 4 anni di sviluppo, tanto sudore e tanto amore, e finalmente l’azienda polacca è riuscita a rilasciare il 1 aprile 2021 il loro gioco pubblicato da Square Enix. Il gioco parte da delle ottime basi e si evolve in maniera ancora più adeguata
Chi parte piano va sano e lontano
Outriders è un third-person looter shooter con meccaniche GDR con un’importante componente narrativa ambientato in un futuro distopico dove l’umanità è costretta a scappare dalla Terra a causa del suo imminente collasso. Tra i diversi tentativi falliti negli anni, tra cui il disastro della Caravel, gli uomini riuscirono a creare la Flores, l’incrociatore spaziale che avrebbe portato la razza umana rimanente su “Enoch”, un pianeta con un alto grado di ospitalità molto simile alla Terra. Il giocatore interpreterà un “Outrider”, membro dell’omonima fazione create dall’ECA (ente governativo che coordinava la colonizzazione spaziale) dove erano raggruppati le migliori persone della razza umana tra scienziati, ingegneri, militari, etc. Il prologo parte proprio con il primo approccio della razza umana sul pianeta Enoch che, durante l’esplorazione di una foresta, gli Outriders furono colpiti da una tempesta energetica che avrebbe decimato il gruppo e fatto scontrare contro i rappresentanti dell’ECA. Per un caso fortuito l’Outrider che il giocatore interpreta sopravvivrà e sarà ibernato, però la razza umana sulla nave spaziale sbarcherà sul pianeta per poi costruire i primi insediamenti. Non ci volle molto prima che la tempesta che gli scienziati chiamarono Anomalia devastò tutto portando gli uomini a farsi la guerra da soli per sopravvivere, mentre la fauna locale iniziava a mangiarseli.
L’Outrider, che sarà chiamato così per tutto il gioco, rimarrà congelato per più di trent’anni per poi svegliarsi fortuitamente grazie all’intervento di due sconosciuti. L’uomo/la donna scoprirà di avere dei poteri anormali e dopo aver passato il traumatico risveglio, grazie a vecchi alleati si imporrà l’obbiettivo di recuperare i rifornimenti rimasti sulla Flores, tenendo come traccia l’unico segnale che non può essere intaccato dall’Anomalia.
Questo è l’incipit di gioco e, anche se potrebbe essere strano da credere adesso, funziona e molto bene: inizialmente il giocatore affronterà una trama non particolarmente intrigante che però predisporrà per bene i fondamenti narrativi di quello che accadrà dopo la prima metà del gioco, quando i dubbi iniziano a mostrarsi e i falsi idoli vengono a galla. La stessa People Can Fly asserisce che Outriders è uno story driven e, dopo le 20 ore di gioco passate per la campagna, lo possiamo confermare e elogiare quello che è il prodotto finale. Non stiamo parlando di un capolavoro e neanche di una perla narrativa, ma la storia è appagante e interessante.
Abbiamo apprezzato anche come la lore e tutto ciò che circonda Enoch sia offerta al giocatore, ossia tramite il “Diario del viaggiatore” ove sono contenute tutte le informazioni sui luoghi, personaggi, nemici, mostri, cimeli, fazioni e eventi storici. Inoltre tutti gli npc avranno delle linee di dialogo aggiuntive dedicate alla loro storia o alla lore di gioco, ma queste potranno essere tranquillamente saltate nel caso il giocatore non fosse interessato.
La possibilità che il giocatore possa scegliere se informarsi approfonditamente sulla narrativa del gioco o di limitarsi all’essenziale, ma comunque ricevendo un’ottima storia, è una cosa buona che tanti potrebbero apprezzare.
Anche le missioni secondarie sono una bella chicca del gioco grazie al fatto che sono complementari alla trama principali o sono delle missioni che offrono un qualcosa di intrigante (Vi consigliamo caldamente la missione secondaria “L’eredità degli Outrider“). Queste offriranno molte ore di gioco, grazie anche ad alcune missioni che sono più complesse e richiederanno al giocatore di avventurarsi in più punti nel mondo di gioco.
Una nota di sfavore invece va per la gestione delle cut scene: è pregievole la scelta di creare delle scene generate sul momento e non pre-renderizzate, ma comunque la scelta del movimento di camera o proprio le inquadrature sono spesso sbagliate e brutte da vedere. Inoltre capita spesso che i video balzino dal formato 21:9 a 16:9, provocando fastidio tra un taglio e l’altro.
Un gameplay frenetico e esplosivo
Prima abbiamo asserito che Outriders è dannatamente divertente, e questo non perché ha solamente una storia intrigante, ma perché è effettivamente divertente da giocare. Pad alla mano eravamo felici di giocare e ogni volta che finivamo la missione e ottenevamo il loot eravamo pienamente soddisfatti, o estremamente irritati. Come si vince, si perde, ma in questo caso la frustrazione è più che giusta.
Oltre alle solite meccaniche di un third-person shooter (corri, riparati, mira e spara), l’aggiunta delle abilità delle classi rendono il gioco molto più frenetico: Piromante, Tecnomante, Mistificatore e Distruttore. Ognuno di esso avrà delle abilità uniche che permetteranno approcci diversi, grazie anche allo sviluppo delle caratteristiche attraverso un albero delle abilità dedicato. Noi abbiamo giocato prevalentemente come Mistificatore, ossia la classe che permette al giocatore il controllo dello spazio-tempo, permettendo una tattica alla “mordi e fuggi” o “a testa bassa”. In base alla situazione e alla nostra voglia, impostavamo il nostro set di armi e abilità consone alla situazione.
Inoltre ogni classe ha la propria abilità passiva per curarsi, per esempio il Mistificatore deve fare un “danno ravvicinato” (Ossia entro colpire un nemico a una certa distanza). Questa componente aiuta moltissimo il gioco in singolo perché fornisce una cura sicura, a patto che il giocatore sia abile da attivare l’abilità.
Chi di fucile ferisce, di statistiche perisce
Ogni classe ha delle statistiche maggiorate su determinati fattori e questi potranno essere sfruttati dalle armi e dalle armature che danno un boost di 3 fattori ciascuno (sono casuali con il drop), in più ogni equipaggiamento potrà essere modificato attraverso il sistema di crafting che permette l’installazione delle mod. Queste mod vengono poi divise in tre fasce in base alla rarità dell’arma di provenienza (l’unico modo per ottenere le mod è smontare le armi che partono da raro, epico e leggendario) che a loro volta cambiano se sono delle armi o delle armature. Questo è un parco giochi per chi ama questo genere di cose, ossia ottenere il massimo danno o la migliore combo sfruttando i numeri. A noi ha divertito molto creare delle varie combinazioni che ci permettessero di sfruttare appieno la nostra classe con un determinato stile, variando tra le varie armi presenti del gioco.
Per poter craftare le armi, mettendo le mod o modificandole, bisognerà investire dei materiali che si raccoglieranno nelle missioni o smontando gli oggetti, partendo da elementi meno rari a quelli più difficili come il titanio (utile per aumentare il livello dell’arma e aumentargli la rarità).
Queste caratteristiche del gameplay unite all’enorme quantità di nemici che ci assalgono durante ogni missione rende il gioco frenetico, ma porta il giocatore a ragionare su quale sia la sua combo più efficace e su come dovrà impostare il suo equipaggiamento in determinate situazione. L’unica pecca è che per raggiungere il livello dove il giocatore si potrà dedicare a questi elementi arriva dopo un bel po’ di ore di gioco, esattamente dopo la terza mappa (quindi un 4/6 ore tutte).
Però riconosciamo che è anche un processo molto delicato in quanto basterebbe un nerf o dei cambiamenti per far saltare delle build. Noi ci auspichiamo che il team di sviluppo si concentrerà a mantenere un certo equilibrio in gioco, non andando a danneggiare significativamente le classi.
Un mondo di gioco profondo e vasto
La prima impressione sulla mappa di gioco non è stata positiva, anzi, ma con l’abitudine e giocandoci il tutto diventa più comprensibile. Ogni mappa è divisa in più sezioni, quella freeroam e quelle accessibili solo tramite missione, e il giocatore vi potrà interfacciare nell’apposito menù osservando i punti di interesse. Sul fronte del level design non è ottimo, come anche il sistema di coperture fallato, ma in compenso sul fronte artistico è eccezionale: si possono vedere degli scorci e delle scene che si mangiano con gli occhi.
Le mappe sono in totale 17 e ognuna di essa ha delle peculiarità che incentivano il giocatore nell’esplorazione.
Outriders ha l’enorme pregio di tenere una difficoltà estremamente bilanciata grazie al sistema di “livello mondo“, ossia il giocatore potrà selezionare un livello del mondo, se già precedentemente sbloccato, che determinerà il livello dei nemici e le ricompense che il giocatore sbloccherà. In sintesi, più è basso il livello e più è facile, ma il loot è povero e indicato per quel grado, mentre tenendo un livello alto la difficoltà aumenta come i premi. I livelli sono 15 e noi siamo arrivati all’undicesimo da soli senza problemi, grazie anche al nostro studio sul sistema di crafting. Questo permette a un giocatore di affrontare l’esperienza che più l’aggrada, scegliendo di giocare senza pensieri o mettersi sotto e fronteggiare una grande sfida.
Il carrying è inutile perché chi gioca in una sessione di un giocatore con il livello 15, mentre l’altro è al 10, riceverà un loot che sia bilanciato al suo equipaggiamento (esempio: se il giocatore invitato ha un arma di potenza 10K, non riceverò una da 15K ma bensì dai 10K ai 12K). Questo serve per evitare che in poco tempo esistano giocatori di alto grado, e noi l’abbiamo trovata un’ottima pensata.
Per quanto riguarda i livelli del personaggio, come nei titoli a lui simile, Outriders da al giocatore un level cap di 30 con a sua volta dei punti abilità limitati e che non potranno essere aumentati. Dal cap in poi il giocatore dovrà aumentare le sue statistiche attraverso il loot e il crafting che abbiamo citato prima.
Oltre alla campagna
Outriders offre una vasta scelta sul divertire il giocatore oltre alla campagna, come le missioni secondarie che abbiamo citato prima, ma non sono le uniche missioni alternative.
Di fatti nel gioco sono presenti altri tre tipi di missione che daranno modo di giocare al titolo per tante altre ore: caccia, taglia e storico.
La caccia si concentra nell’uccidere un mostro speciale, la taglia nell’uccidere un bersaglio mentre lo storico il giocatore dovrà recuperare un manufatto della vecchia civiltà umana. Queste avranno delle missioni uniche e dei premi unici, oltre ad avere la possibilità di avere dei dialoghi unici.
Queste missioni, come quelle secondarie e quelle della campagna, saranno completamente rigiocabili.
Se invece le missioni non bastassero, in giro per le mappe vi sono sparsi dei collezionabili che permettono di apprendere in maniera più approfondita la trama. Completando la collezione si otterranno dei premi cosmetici attraverso la sezione “Encomi“: una sezione del menu del giocatore dove vi sono diversi obbiettivi divisi per argomento. Un elemento in più che gli amanti delle sfide e del completismo potrebbero apprezzare.
Bello da giocare… se funzionasse
Come abbiamo elogiato il comparto della narrativa e del gameplay, dobbiamo criticare il comparto tecnico che è insufficiente.
Nonostante la grafica sia molto piacevole anche su old gen, Outriders su Ps4 soffre di lunghi caricamenti, disconnessioni dai server continui e soprattutto numerosi crash che interrompono la sessione di gioco. Il fatto che una persona giochi a un titolo del genere, dove in certi punti la concentrazione è fondamentale, soprattutto per le missioni dell’endgame, ma abbia la paura costante del crash del gioco e che proprio gli capita quando non dovrebbe, è un grosso problema.
Siamo a conoscenza che le altre versioni non soffrono di questo difetto, ma comunque una situazione del genere è inaccettabile.
Anche sul supporto online la situazione è problematica: oltre al problema che ha afflitto i server durante il primo weekend, su Ps4 è impossibile fare il matchmaking e, se non fosse per il codice cross-gen, non si vedrebbe l’ombra di un altro giocatore. Fortunatamente in nostro soccorso sono venuti colleghi e nuove conoscenze ottenute grazie al discord ufficiale di Outriders, che vi consigliamo di darci un occhio.
Tornando a elogiare il gioco, abbiamo apprezzato il sonoro in tutte le sue sfaccettature e soprattutto il bel doppiaggio italiano: profondo e con una certa recitazione intrigante. Le linee di dialogo non sono sempre splendide, ma comunque sono riusciti a caratterizzare per bene il protagonista che tiene il suo bel caratterino. Lo stesso vale anche per tutti gli altri personaggi che sono stati caratterizzati a dovere, chi più e chi meno.
Però sempre sul fronte tecnico abbiamo riscontrato dei delay tra sottotitoli, video e doppiaggio; anche questo poco piacevole da vedere.
Abbiamo apprezzato il design dei nemici e dell’equipaggiamento dell’Outrider, notando la cura dietro ogni modello e la grande impronta artistica. Anche se i nemici non saranno moltissimi e spesso affronteremo delle “ricolorazioni”, il gameplay del gioco non ci fa pesare questa mancanza di varietà.
L’Endgame
In questo frangente non vi spoilereremo nulla sulla trama di Outriders, ma vi spiegheremo come funziona l’endgame del gioco per farvi capire quello che si affronta una volta finito la campagna principale.
Finita la campagna il giocatore avrà una nuova modalità, ossia “le spedizioni“: in queste missioni il giocatore dovrà destreggiarsi in 14 mappe diverse di difficoltà alta (infatti completare una spedizione da solo è veramente difficile) liberandole dai nemici o acquisire degli obbiettivi. Una volta completate le orde si otterrà il loot e la ricompensa del grado, fondamentale per raggiungere il vero boss finale nella missione spedizione “occhio del ciclone“. Per raggiungerlo il giocatore deve ottenere il livello 15 e per farlo dovrà completare le varie spedizioni entro un tempo limite e dato che il completamento di una missione ti da un livello e il fallimento te ne potrebbe togliere uno… la strada verso il finale potrebbe essere lunga.
Non è un processo infinito, ma vi assicuriamo che vi prenderà veramente tanto tempo. Abbiamo apprezzato questo tipo di endgame in Outriders, ma non può offrire un’esperienza più di tanto longeva nel tempo, nonostante l’alto livello di contenuti. Ci sono già delle indiscrezioni su quello che potrebbe uscire nei prossimi mesi, ma non è stato pubblicato nulla di ufficiale.
Versione Disponibile: PS4, PS5, Xbox One, Xbox One X, Xbox Series X/S, PC e Stadia
Versione Testata: PS4
La recensione in breve
Outriders è un gioco che ci ha piacevolmente sorpreso, convincendoci sul lato narrativo e di gioco, però bocciandolo completamente sul lato tecnico. Graficamente parlando è molto piacevole, ma i continui crash, la lentezza dei menu e i lunghi caricamenti sono un grosso disincentivo a giocare.
Molto curioso è il fatto che People Can Fly abbia rilasciato un gioco già fatto e finito (quindi non considerabile GAAS), ma nonostante l'enorme mole di ore viene naturale chiedersi se ci sarà qualcos'altro dopo. I numeri sono molto positivi, con più di cento mila giocatori al lancio su Steam e il cross-play è un elemento che valorizza di molto Outriders (anche se attualmente non si può giocare tra PC e Console).
Però noi ci siamo divertiti parecchio e crediamo che il titolo, preso su altre piattaforme, vale il prezzo che costa perché offre un gran numero di ore ed è una bella sfida per gli amanti dei looter shooter.
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Voto Game-Experience