Moltissimi anni fa, lo studio Appareal decise di fare un tentativo quasi folle per l’epoca: rivoluzionare il mondo del gaming. Come? Semplice, dando vita ad un titolo chiamato Outcast. Un gioco dove i giocatori indossavano i panni di Cutter Slade, vivendo le sue avventure in un mondo open world, pieno di NPC e missioni secondarie (una scelta davvero audace per il 1999). Nonostante le premesse tuttavia, il gioco non ebbe il successo sperato, creandosi comunque una piccola fanbase che ancor’oggi ritiene il gioco un capolavoro, precursore di tutti i titoli similari che lo seguiranno (compreso GTA III). E dopo 25 anni, gli stessi sviluppatori si sono riuniti per dar vita ad un seguito\reboot del titolo, portandolo su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Andiamo a vedere se sono riusciti nel loro intento in questa recensione di Outcast – A New Beginning.
Il viaggio di Cutter
La storia comincia dove l’avevamo lasciata circa 20 anni fa. Il protagonista, un soldato chiamato Cutter Slade, si risveglia dalla morte. A riportarlo indietro dall’oblio sono stati gli Yod, antiche divinità del mondo parallelo di Adelpha, dove in origine, nel precedente capitolo del gioco, l’ex Navy-Seal era stato inviato per riparare una sonda che aveva creato un buco nero sul pianeta. Qui incontriamo i Talan, un antico popolo che Slade scopre esser stato schiavizzato dagli umani tramite soldati robot. Non contenti di questo, gli ex compagni del nostro protagonista si stanno impadronendo delle risorse del pianeta, razziandole senza pietà e uccidendo qualsiasi Talan non collabori a questo progetto.
Su questo semplice incipit si posa tutta la base della storia narrata in Outcast – A New Beginning. Non lasciamoci tuttavia ingannare, perchè il gioco, dal punto di vista ludico, offre molto di più, fra villaggi da esplorare, forti da espugnare, altari da scoprire, npc da conoscere e affrontare e altre attività da svolgere, il gioco richiederà tante, tantissime ore per essere completato al 100%. Ognuna di essa non sarà mai a caso, ed il premio finale servirà a far sviluppare il nostro Cutter ed i suoi “attrezzi da lavoro”, come lo zaino jetpack, che potremo potenziare tramite il menù dedicato sbloccando nuove abilità, come il volo planare o il doppio salto. O ancora, lo scudo energetico che porteremo sul braccio sinistro e che all’occorrenza potremo usare come arma da corpo a corpo, o la speciale pistola che funziona con munizioni energetiche (recuperabili tramite rompendo a mani nude alcune rocce speciali o facendo fuori i nostri avversari robotici o la fauna locale) e che sarà modificabile tramite degli slot che si sbloccheranno man mano che il nostro Cutter aumenterà di esperienza.
Ad aiutarci nell’esplorazione saranno, oltre al già citato doppio salto, anche dei particolari fiori\funghi elastici che ci daranno ulteriore slancio per farci raggiungere vette altrimenti non scalabili solo con le abilità di base. Questi fiori inoltre potranno essere usati durante delle prove speciali, che richiederanno parecchie capacità di controllo del nostro avatar su schermo. Anche l’assalto dei fortini degli umani sarà su vari livelli. Potremo accontentarci di sterminare tutti i droidi posti a guardia, e poi aprire i bauli più semplici per recuperare materiali base. Tuttavia hackerando alcuni punti di controllo potremo aprire bauli e stanze speciali, dove saranno contenuti i vari oggetti che potrebbero rivelarsi dei game changer se ben sfruttati. Il viaggio rapido è assicurato dai speciali portali di teletrasporto. Mentre li utilizzeremo, potremo ascoltare la voce degli Yod che ci parla e ci mostra immagini del nostro passato.
Adelpha
Dal punto di vista puramente tecnico, Outcast – A New Beginning ha due anime. Una molto buona, che offre scorci davvero mozzafiato e d’impatto, con NPC molto variegati sia nell’aspetto che nell’approccio (sia verso noi che rispetto il mondo che li circonda). Tuttavia, sotto l’apparenza, si nasconde un comparto tecnico che scricchiola in parecchi punti. Parliamo in prima battuta dell’ottimizzazione che, almeno nella nostra configurazione PC, lascia un pò a desiderare. Oltre a riscontrare molti fenomeni di stuttering, sopratutto durante le prime fasi del gameplay, notiamo dei PG che “traballano”. Non sapremmo come altro descriverlo: tutti i personaggi sembrano soffrire di un lieve tremore, evidente soprattutto durante i dialoghi, dove le riprese in primo piano dei modelli non aiuta di certo a migliorare una situazione davvero strana da vedersi, nei tempi moderni. In fase di movimento “sulla mappa”, non saranno infrequenti fenomeni di pop-up dei vari esseri viventi che pullulano Adelpha.
Un problematica, questa, tanto invadente quanto invalidante, soprattutto se accade nel corso di un’attività, costringendoci a ricominciarla da zero. Così come alcuni bug davvero spiacevoli. Durante una fase di gioco, per esempio, ci è capitato che uno dei nemici da sconfiggere si sia compenetrato dentro un albero, incastrandosi lì e rendendoci impossibile raggiungerlo, invitandoci ad un riavvio forzato della missione. Difetti che potranno sicuramente essere risolti già con una patch al day one, ma che tuttavia hanno un po’ minato la nostra esperienza di gioco. Anche dal punto di vista audio il gioco si mantiene a livelli medi. Le musiche di sottofondo sono quelle che ti aspetti da un gioco del genere, e nonostante il tentativo di renderle epiche, diventano presto un more of the same nel genere degli open world (se non per alcuni lievi picchi che comunque non migliorano l’impatto generale). Il doppiaggio non è in italiano, e le voci utilizzate non sono sempre azzeccatissime.
Sarà che noi italiani partiamo un pò “prevenuti” da questo punto di vista, anzi d’udito, dato che il doppiaggio italiano è annoverato fra i migliori al mondo, tuttavia si poteva (e doveva) far di meglio. Il gunplay è molto semplice, ed il sistema di auto puntamento dei nemici (comunque modulabile) aiuta a ricercare i nemici che volteggiano sopra le nostre teste. Questi, a volte, sfuggono al nostro sguardo vigile e diventano quasi impossibili da trovare velocemente, soprattutto durante le fasi più caotiche dei combattimenti.
Il viaggio di Slade
Outcast – A New Beginning è un esperimento riuscito a metà. Dal punto di vista della storia e delle attività da svolgere è appagante e completo, tuttavia dal punto di vista tecnico lascia parecchi dubbi. Nonostante la speranza che i problemi vengano risolti, almeno dal punto di vista grafico, la mancanza di un comparto audio all’altezza ci lascia parecchio perplessi, e soprattutto, porta a chiederci: non si poteva far di meglio?
La recensione in breve
Outcast - A New Beginning è un titolo capace di stupire con la sua narrativa ed alcuni scorci, che tuttavia lasciano l'amaro in bocca per via dei problemi tecnici presenti al momento del test. Un esperimento riuscito a metà dagli sviluppatori, che sicuramente tenteranno di risolvere i problemi da noi riscontrati nei giorni del lancio ufficiale del gioco.
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Voto Game-eXperience