Una delle saghe manga e anime che più ha appassionato i fan del genere, ha compiuto da poco ben 25 anni e ci permette di vivere un’altra avventura originale dei famosi pirati Mugiwara con pad alla mano. Stiamo parlando di One Piece Odyssey, ultima opera realizzata con il diretto contributo di Eiichiro Oda (mangaka originale di One Piece) commissionata da Bandai Namco agli sviluppatori di Dragon Quest XI e i remake di Pokémon Diamante e Perla. Tanto delle loro realizzazioni si può vedere in questo nuovo titolo e noi lo abbiamo giocato a fondo per portarvi la nostra recensione di One Piece Odyssey, giocato nella sua versione Pc.
La storia di One Piece Odyssey
Vista la presenza di Eiichiro Oda al fianco del team di sviluppo, molti degli aspetti più piacevoli di One Piece Odyssey trasmettono un senso familiare a chi, come noi, è fan della serie di avventure di Cappello di Paglia e lo segue da più di un decennio. Dopo una introduzione visiva piuttosto spettacolare (ancora prima di avviare la partita) verremo inondati dalla peculiarità visiva del gioco, nel quale la ciurma verrà attirata su di un’isola misteriosa circondata da fulmini e colonne di luce.
Nemmeno la formidabile Thousand Sunny resisterà allo scontro degli elementi e tutti i componenti saranno costretti ad esplorare l’isola in attesa che Franky ripari la nave. Quello che possiamo definire un tutorial graduale e ben integrato con la narrazione degli eventi ci porterà a conoscere in breve tempo due nuovi personaggi che abitano Waford (l’isola in questione) disegnati direttamente da Oda: Lim e Adio.
Come già annunciato dai vari trailer, e come scusa plausibile per dover “cominciare da Zero”. L’adorabile Lim ha una spiccata avversità nei confronti dei pirati e usa il suo potere misterioso per privare tutti i componenti della ciurma di Cappello di Paglia dei loro ricordi e abilità nel combattimento. In molti avranno storto il naso alla scoperta di questa tecnica per giustificare tante delle meccaniche di gioco ma, tutto sommato, risulta coerente e non troppo “tirata per le orecchie”.
Con questo preambolo, la storia si alternerà in modo scorrevole con l’esplorazione dell’isola di Waford e il ripercorrere eventi già vissuti in passato per poter recuperare i ricordi e le abilità dimenticate. Il nostro scetticismo nei confronti di questa scelta narrativa, si è via via dissipato col passare delle ore in-game per il semplice fatto che gli sviluppatori, consapevoli della strada intrapresa, hanno modificato tanti dettagli delle saghe già vissute con la scusante che la memoria è labile e spesso imprecisa. Gli stessi membri della ciurma non mancheranno di dare il proprio parere in merito, facendoci notare le varie differenze che solo i veri fan potranno cogliere altrimenti.
Impatto visivo e non solo
La scelta del motore grafico e l’utilizzo della grafica in cell shading è stata la migliore che ILCA (lo sviluppatore) poteva adottare. Le luci, i colori e gli effetti di animazione risultano quasi sempre appaganti e così vicini a quelli dell’anime e del manga restituendo un tono visivo ottimale. Anche le ambientazioni risultano piacevoli, sia i luoghi chiusi o ristretti e sia gli ampi panorami suggestivi e ben realizzati.
La possibilità, inoltre, di modificare alcune impostazioni su PS5 e su PC ci permette di decidere se dare priorità alla qualità grafica o alle prestazioni. Leggermente delusi nello scoprire che il rateo dello schermo dell’intero gioco è bloccato a 16:9, rendendo un po’ sprecata la sua fruibilità su schermi in Quad HD come il 21:9 usato per la nostra prova. A parte dettagli tranquillamente trascurabili come questo, dei molto sporadici cali di framerate sono gli unici appigli per i quali lamentarsi del comparto tecnico e grafico di One Piece Odyssey, dato che praticamente per tutta l’avventura non ci siamo mai trovati ad imprecare nei confronti di bug o problemi che rovinano l’immersione nell’avventura.
Siamo rimasti colpiti anche dalle musiche e dalla parte audio a tutto tondo di Odyssey. Il doppiaggio in solo giapponese da parte dei doppiatori originali della serie è stato più che apprezzato, mentre le musiche composte ad hoc per il gioco sono sempre coerenti con il contesto e anche il loro bilanciamento di volumi risulta ben gestito. Tutto quello che compare a schermo sarà trascritto in Italiano, dandoci la sensazione di assistere ad una puntata dell’anime originale, con tanto di sottotitoli.
Divertenti anche i continui scambi di battute da parte dell’intera ciurma in modo non invasivo nelle fasi di esplorazione e di raccolta degli oggetti sulla mappa. Se vogliamo fare un confronto con l’ultimo capitolo uscito, One Piece Pirate Warriors 4, possiamo dire che ci siamo stati contenti di scoprire che il genere e il tipo di narrazione sono nettamente migliori in Odyssey, nonostante il pregevole risultato della serie Musou, sia sotto l’aspetto visivo che di mero gameplay.
Se vogliamo considerare il punto di vista narrativo, invece, ci sono molte similitudini come il “riciclare” le varie saghe del manga poste in versione giocabile. Il nostro sogno più sfrenato in merito è vedere un intero arco narrativo posto in ambito videoludico che si amalgama in modo naturale al prosieguo della saga in veste cartacea.
Il combat system
Quello che ora affronteremo sarà il fulcro di One Piece Odyssey e che lo discosta leggermente dagli altri suoi simili di genere JRPG, ovvero il suo sistema di combattimento. Come ci si può aspettare da un gioco di ruolo di stampo giapponese, il combat system è organizzato a turni e, come di consueto, si possono usare attacchi, oggetti, abilità e altro. Il team di sviluppo andrebbe elogiato per aver realizzato una metodologia di scontro in parte originale e che, soprattutto, si sposa alla perfezione con lo stile di One Piece.
La transizione dalla mappa agli scontri coi nemici è pressoché immediata e “sparpaglia” in modo più o meno casuale tutti i coinvolti. Il campo di battaglia sarà così organizzato in zone nelle quali alcuni componenti della ciurma si ritroveranno separati dagli altri e, per potersi riunire, sarà necessario sconfiggere prima i nemici più vicini, per poter riuscire a dare man forte agli altri alleati. Il tutto, appare molto più intuitivo e di facile apprendimento di quanto si pensi, quindi non vi preoccupate troppo di questo aspetto.
Altri motivi che rendono strategico quanto basta il combattimento è la categorizzazione di ogni nemico o alleato in 3 distinte categorie. potenza, velocità e tecnica sono la classica “morra cinese” che influenzerà per la maggior parte le nostre decisioni di attacco e di formazione del team. Dato che non sempre saremo in vantaggio contro il nemico, si aggiunge anche un sistema di status noto e rodato, ovvero la possibilità di infliggere ustioni, sanguinamento, veleno e altre condizioni debilitanti.
Attenzione, però, anche i nostri eroi verranno colpiti da tali effetti quindi non sottovalutateli. Dato che tutto gira intorno al sistema appena descritto, risulterà facile e veloce padroneggiare il campo di battaglia ma per i più pigri (o che desiderano concentrarsi sulla storia) c’è una modalità di combattimento automatica e anche accelerata che tutto sommato si comporta bene, anche se non sarebbe efficiente come l’eventuale contributo del giocatore. Va aggiunto a tutto questo anche un plauso sulla fotografia dei combattimenti. Le abilità e le animazioni (e le esclamazioni) dei personaggi sono meravigliose e non è difficile dimenticarsi che si sta giocando, invece di guardare una puntata dell’anime.
I pro e i contro di One Piece Odyssey
Come succede nel manga di One Piece, i frutti del diavolo donano a chi li mangia abilità fuori dal comune ma con alcuni svantaggi che devono essere considerati per forza. One Piece Odyssey segue la stessa sorte e non tutto è meraviglioso come lo abbiamo descritto fino adesso. Sebbene bug non si siano palesati durante il nostro gameplay, alcuni aspetti del gioco non ci hanno convinto appieno. In primis la Storia. Sebbene originale e gestita egregiamente, non possiamo fare a meno di pensare che far rivivere le saghe già vissute da chiunque segua One Piece sia stata la conseguenza di una decisione di convenienza.
Ci rendiamo conto che narrare una intera storia da zero sia molto più dispendioso e azzardato ma dare la possibilità al giocatore di tornare ad Alabasta o a Water Seven (più altri due archi narrativi) in modo sia riassuntivo che inutilmente diluito ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. In pratica ci è sembrato di giocare alle tanto temute puntate filler che saltuariamente affliggono il mondo degli anime. Espedienti più prevedibili dato il genere come il dover fare avanti indietro più volte per la mappa con scuse banali date dalla storia aggiungono un ulteriore sconforto nel giocatore che si vede palesemente costretto a fare da galoppino senza motivo. Azzardiamo dicendo che senza certi espedienti la durata totale di One Piece Odyssey si sarebbe aggirata tranquillamente intorno alle 30 ore per completare la storia, invece delle nostre 44.
Esplorazione con parsimonia
Sebbene le varie aree di Waford e degli archi narrativi che rivivremo saranno molto varie e ampliamente esplorabili, subito ci ritroveremo a sbuffare dovendo cambiare continuamente il personaggio da controllare per chi, come noi, vuole raccogliere tutto quello che luccica. Switchare (termine tecnico) da Usop per mirare con la fionda, per poi tornare a Rufy per afferrarle, o passare a Nami quando ci dirà che sente odore di soldi in zona, risulterà alla lunga tedioso e superfluo. L’utilizzo poi di tutto quello che raccoglieremo servirà solamente a poter cucinare piatti utili in battaglia o soddisfare i requisiti di alcune side quest.
Cose a nostro avviso molto marginali, dato che il livello di difficoltà dell’intera avventura è settata parecchio al ribasso. Viaggi rapidi e tornare in aree già esplorate per aprire gli scrigni lasciati indietro per mancanza di chiavi sono un altro espediente che One Piece Odyssey ci mette a disposizione per allungare ancora un po’ la permanenza sull’isola. Sicuramente i completisti saranno contenti di tale notizia, quindi lasciamo sospeso il nostro parere a riguardo, ma potrebbe farvi piacere dare una occhiata alla lista dei trofei.
La recensione in breve
Chiaramente dedicato e consigliato ai fan (soprattutto se date una occhiata alla Limited Edition), ci viene data la possibilità di vivere una avventura nuova e ben gestita con una tonnellata di riferimenti all’universo di One Piece. Un sacco di fan service, diciamolo, ma che non supera il limite. Lo stile di combattimento è perfetto per il genere, anche se la difficoltà generale è facilmente gestibile dalla IA in modalità automatica. Rincontrare vecchi amici e nemici ci ha permesso di provare tante emozioni, ma da fan della serie è più che plausibile. Sicuramente poteva essere gestito meglio su vari fronti ma il risultato generale è più che soddisfacente. Meno consigliato per chi non mastica il mondo di One Piece.
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Voto Game-Experience