Contro l’acquisizione Microsoft-Activision non c’è solo Sony. Dopo la decisione della CMA, che ha dato il suo no all’affare in particolare per i rischi che ciò porterebbe nel settore del cloud gaming, diverse compagnie hanno espresso la loro contrarietà alla fusione.
Come leggiamo su Tweak Town, la contrarietà di Sony all’operazione ha ottenuto una maggiore cassa di risonanza in questi mesi per il suo ruolo di diretto concorrente di Microsoft nel campo delle console e dei videogiochi. Il report della CMA, però, dimostra che le preoccupazioni sono più trasversali. Per prendere la sua decisione finale, l’ente antitrust ha esaminato ben tre milioni di documenti, non tutti provenienti da Sony ovviamente.
Diverse altre compagnie, che però restano anonime nel report, sono convinte che l’acquisizione di Activision-Blizzard potrebbe mettere seriamente in discussione la concorrenza. Tra questi oppositori potrebbe esserci Google, che aveva già manifestato contrarietà soprattutto per quanto riguarda i rischi legati al comparto cloud, mentre le altre aziende non hanno un nome.
Le opinioni delle terze parti erano varie. Alcuni protagonisti del settore ritenevano che la fusione avrebbe danneggiato seriamente la concorrenza e che i rimedi proposti da Microsoft fossero inefficaci, inadeguati e/o che avrebbero disturbato il mercato.
La CMA avrebbe inviato più di 90 richieste di contributi a terze parti e avrebbe condotto confronti con i responsabili delle più grandi compagnie dell’industria videoludica. Il fatto che i nomi restino segreti serve ovviamente a evitare ritorsioni commerciali da parte di Microsoft per il futuro. Una prima velata minaccia al mercato UK, ad esempio, è già arrivata da un portavoce di Activision.