Davanti a Lorelei and the Laser Eyes abbiamo dovuto dare prova di tutto quello che abbiamo imparato dai videogiochi come Monkey Island, Return to Obra Dinn, The Witness e molti altri. Presentato per la prima volta durante Annapurna Showcase e rivisto recentemente durante l’Indie World di Nintendo, il gioco è finito nelle noste “grinfie”. Un titolo non per tutti per via della sua struttura, ma se vi lasciate catturare verrete abbracciati da un grande puzzle che vi terrà attaccati per giorni. Ogni enigma risolto vi farà sentire più sicuri per portarvi davanti ad altre porte chiuse da aprire.
Simogo, team svedese che ha realizzato il titolo prodotto da Annapurna Interactive, ha realizzato un’esperienza videoludica fuori dal mercato attuale ed abbracciando un’idea dimenticata. Il gioco, come la trama, è fuori dal tempo e vuole portarvi su binari per i giocatori più attenti e che cercano un’esperienza accattivante. I Punta e Clicca sono morti? Lorelei and the Laser Eyes potrebbe farvi ricredere. Anche se lo tenevano sott’occhio da diverso tempo, non immaginavamo di trovarci di fronte ad un prodotto curato nei dettagli. Ecco la nostra recensione di Lorelei and the Laser Eyes.
La memoria non vi servirà: tirate fuori carta e penna
Dobbiamo tirare indietro le lancette di qualche decade, a quando ci si doveva annotare le cose viste e i percorsi fatti per poter andare avanti. Le avventure testuali per Ms-DOS come l’Avventura nel Castello dove nemmeno vedevi i personaggi ma interagivi testualmente con il gioco, richiedevano pagine e pagine di appunti per progredire. Non era possibile ricordarsi gli oggetti e i corridoi percorsi solo con la mente. Tutte meccaniche non volute, che il team Simogo ha, invece, sapientemente utilizzato per crearci attorno un’esperienza che respira di titolo di quegli anni. Dovete trovarvi un quaderno ed iniziare ad appuntarvi numeri, calcoli e disegni per trovare la soluzione. Gli indizi sono a schermo e in molte schermate, facilmente reperibili ma la mente alle volte fa brutti scherzi e le informazioni si accumulano.
Potete ricordavi date, numeri e forme geometriche? Bisogna iniziare a “segnarsi le cose” e diventa un gioco anche fuori dallo schermo. L’esperienza correrà parallela tra il vostro controller e le vostre note sui fogli.
Il team Simogo sforna la sua opera più matura e complessa mettendo in campo tutte le conoscenze dei precedenti titoli fatti ed andando oltre. Gli enigmi procedurali creano esperienze uniche e lo stesso team ha detto che pochi riusciranno ad arrivare alla fine. Non è possibile nemmeno realizzare una guida precisa per gli enigmi, ad esempio inserisci il numero “1847” perché lo stesso numero potrebbe differire di poco. Quando giocate a Lorelei and the Laser Eyes dovete in primis capire l’enigma che vi si presenta davanti, avere gli strumenti per decodificarlo e la soluzione vi arriverà subito. La soluzione è sempre li davanti a voi.
Benvenuti all’Hotel Letztes Jaha
All’inizio del gioco impersonate questa donna senza identità appena giunta ai cancelli dell’Hotel Letztes Jaha per fare luce su un mistero. L’uomo che vi ha mandato la lettera vi accoglie e vi esorta a compiere l’incarico affidatovi racchiuso in quell’imponente albergo senza spiegarvi il perché siete lì o il premio alla fine. Venite subito lasciati da soli e un po’ come Jack Torrenc in Shining, avete la sensazione che qualcuno vi osservi e non vi sentirete mai completamente tranquilli. Arrivati nella prima libreria il gioco vi aiuterà con delle piccole guide come la conoscenza dei numeri romani, la strobogrammatica, l’alfabeto greco e la cartografia nautica. Se sono nozioni di cultura personale già apprese non è importante perché il gioco vuole darvi tutti gli strumenti.
Perché l’albergo è vuoto? Questa è sicuramente una delle domande che vi porrete. Il tempo sembra essersi fermato in quei corridoi e stanze. Cosa è successo e perché sono presenti delle impronte rossastre? Ogni risposta arriverà se metterete insieme gli indizi di questo gigantesco puzzle.
Bianco, nero e rosso in chiave blues
Il gameplay è ridotto all’osso. A disposizione avrete un tasto per interagire e i direzionali per spostarvi, lasciando pochi margini di dubbi nelle vostre azioni. Come i vecchi punta e clicca, quando vi imbattete in qualcosa, q”uel qualcosa” diventerà brillante con la relativa scritta. Vi sconsigliamo di andare a tentativi nel risolvere gli enigmi per la moltitudine di combinazioni inserite. Le meccaniche adottate dal team Simogo negli enigmi rallentano l’esperienza e portandovi ad azioni mirate nella risoluzione.
Tutta l’avventura è in scala di grigio con alcuni elementi rossastri tendenti al viola. La scelta è di trama e artisticamente ha un fascino di mistero e inquietudine. Un po’ come nelle opere di David Lynch presto il normale si tingerà di surreale chiedendovi se quello che avete davanti sia la realtà. Siamo cercatori della verità in questa avventura e ogni frase suonerà, soprattutto all’inizio, strana e senza senso. Come la Signora Ceppo di Twin Peaks, ogni fase non avrà senso non avendo davanti il quadro generale. La telecamera è fissa in alto dandovi un senso di obbligo e di inquietudine chiamandovi alla mente i più famosi survival horror.
I silenzi saranno rotti dai vostri passi e in alcune stanze sarà possibile utilizzare i giradischi per inserire delle musiche blues. Non vogliamo dirvi che vi sentirete a casa perché le cose potrebbero cambiare e la realtà mutare sotto i vostri occhi in modi che non vi aspettate.
Enigmi, labirinti e memoria fotografica
Non sono presenti jumpscare o nemici da eliminare, il gioco mette in campo rompicapo per la vostra mente che sono il vero nemico da affrontare. Non ci sono gemelle in fondo al corridoio o tipi con la motosega. Anche se non vi servirà scappare, bevete del caffè in game così da poter aumentare il vostro movimento. Il level design dell’albergo è macro centrico e avrete sempre la sensazione di perdervi tra corridoi e scale, ma tutto converge allo scalone centrale. La sensazione di esser all’interno di un labirinto non è un caso nel design realizzato dal team di sviluppo.
Ogni scorciatoia può anche non essere svelata, se volete, ma risolvendo il relativo enigma, gli spostamenti vi torneranno più facili. Alla lunga questo continuo girare potrebbe infastidire il giocatore.
In Lorelei and the Laser Eyes ogni appunto scoperto serve per poter accedere alla soluzione e non sapete quando vi tornerà utile. Ogni informazione è recuperabile attraverso la Memoria Fotografica, una sorta di archivio dove potete recuperare le informazioni raccolte come il Palazzo Mentale di Sherlock Holmes. La vostra memoria è buona? Abbiamo la sensazione che qualcosa scribacchierete sul vostro blocknotes. Il team Simogo ha sapientemente orchestrato ogni enigma per fare in modo che il giocatore possa avere sempre la risposta a portata di mano tra i propri appunti.
Una perla nel mercato dei titoli indipendenti. Lorelei and the Laser Eyes bilancia il gameplay vecchia scuola con la curiosità della mente umana per enigmi complessi dove la soluzione è lì a portata di mano. Ogni risolto è una carica di adrenalina che ti porta a proseguire imbattendoti davanti ad altri due nuovi puzzle. Il team Simogo ha sapiente orchestrato il gameplay in-game e un altro creato fuori dallo schermo con fogli e penna per il giocatore ma non tutti sono pronti ad affrontare. Lorelei non vi accompagna nel gioco ma siete voi che dovete accettare la sfida.
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Voto Game-Experience