Con Klonoa Phantasy Reverie Series, Bandai Namco porta al debutto generazionale una delle amicizie più longeve dei fedelissimi PlayStation. Un ritorno graditissimo, anche se non perfetto…
Il pubblico videoludico di lunga data si divide in due fazioni: quelli che, anni or sono, hanno adorato il simpatico Spyro e quelli che, all’esatto antipode, hanno preferito Crash Bandicoot – poi ok, come chi vi scrive c’è chi ha un amore sfrenato per entrambi, ma questa è un’altra storia. In mezzo a questa netta divisione risiede tuttavia una piccola percentuale di videogiocatori, che pur non esulando del tutto da questo conteggio ricordano con particolare affetto (per non dire quasi con amore) un personaggio che, nonostante i meriti, non ha potuto godere dello stesso grado di successo. Stiamo ovviamente parlando di Klonoa, e avrete facilmente intuito che sì, il sottoscritto appartiene senza dubbio e senza vergogna a quest’ultima categoria. Ecco perché siamo qui oggi ad analizzare la remastered nuova di zecca del bistrattato Klonoa, disponibile da qualche giorno per PC e tutte, ma proprio tutte le console domestiche.
Klonoa Door to Phantomville
Klonoa Phantasy Reverie Series è un’interessante raccolta dell’epopea del simpatico eroe che racchiude al proprio interno entrambi i titoli usciti su PS1 e PS2, rispettivamente nel 1997 e nel 2001: l’obiettivo è semplice, festeggiare i 25 anni dal debutto nel mondo dei videogiochi del simpatico gattino dalle lunghe orecchie. Quello che il team Monkeycraft ha presentato e distribuito grazie a Bandai Namco è un ringiovanimento completo della veste grafica, laddove gameplay, giocabilità e narrativa rimangono comprensibilmente invariate. Il che, a ben vedere, è esattamente quanto ci saremmo aspettati da una remastered di una serie come quella in esame.
Il paradigma platform 2,5D di Klonoa è stato uno dei primi ad integrare un level design innovativo e stimolante, capace di apprendere quanto di meglio dal platforming dell’epoca senza tuttavia limitarsi ai concetti base di linearità o verticalità. Per sbloccare specifici segreto o raggiungere determinati obiettivi sarà infatti richiesto di lanciare letteralmente i nemici catturati verso lo schermo o, parimenti, in direzione del background, una scelta ispiratissima in grado di rompere la barriera tradizionale del platform bidimensionale. La difficoltà che da leggera e scanzonata aumenta progressivamente sino al proprio culmine nelle battute finali è rimasta intatta (e permetteteci, per fortuna), a celebrazione ulteriore di quei tratti distintivi di un titolo che, a suo tempo, ha scritto a modo proprio la storia del genere.
Attenzione però, non è il caso di scoraggiarsi anzitempo. Qualora, per qualsiasi motivo, il livello di sfida proposto dovesse sembrarvi troppo intenso o, più semplicemente, foste alla ricerca di un’avventura defaticante e non troppo impegnativa, sappiate che gli sviluppatori hanno pensato a voi, inserendo una modalità più facile che ridimensiona verso il basso il danno inferto dai nemici e, detta in modo facile, elimina quell’ansia del “sto finendo le vite” ogniqualvolta il totale dei cuori a nostra disposizione calasse preoccupantemente.
In termini di grafica e direzione artistica beh, il lavoro fatto dallo sviluppatore è fuori da ogni discussione. Klonoa appare finalmente come il nostro IO bambino, al tempo, lo vedeva attraverso la lente dello stupore. Lo svecchiamento del titolo classe 1997 è evidente, e in termini grafici, oltre ad una palette cromatica estremamente più sgargiante e colorata, appare più nitido e definito. L’aggiornamento di risoluzione e frame rate, rispettivamente 4K e 60 frame al secondo, danno al tutto il giusto onore, rendendone lo stesso gameplay più godibile e fruibile.
Niente da dire sul comparto sonoro che, ancora una volta fortunatamente, ripropone le sonorità originali del franchise. Ultima, ma non meno importante, è possibile affrontare l’intera avventura in Modalità Originale, con la stessa grafica che fece innamorare molti giocatori ai tempi che furono. Definirla pixel art (visti i pixel grossi come mattoni che aspettano chiunque abbia uno schermo di dimensioni sostanziose) potrebbe essere forse troppo generoso, ma indubbiamente per i gamer più attempati si tratta di un “blast from the past” mica da ridere.
Klonoa 2: Lunatea’s Veil
Con il secondo capitolo, uscito nel 2001 su PlayStation2, Bandai Namco optò per riproporre l’esperienza originale che in molti avevano apprezzato (soprattutto in quel del Sol Levante), migliorandone però al contempo alcuni aspetti, tanto tecnologici quanto di gameplay, per sfruttare al meglio le potenzialità dell’allora ammiraglia Sony. Il lavoro era riuscito per metà, in quanto la complicazione del level design e la maggiore versatilità del protagonista finivano in parte per cozzare con quegli stessi stilemi artistici che, nel capitolo per PlayStation, contribuirono a dare all’avventura un taglio unico e distintivo. Non stiamo certo criticando una delle glorie più apprezzate del parterre PS2, questo è chiaro, ma potessimo tornare indietro nel tempo, forse, qualche sistematina a Lunatea’s Veil la daremmo volentieri.
Al netto di questo, tuttavia, possiamo affermare che il lavoro di remastering per questo secondo capitolo è ancor più evidente di quanto visto nel capostipite della serie: tecnicamente granitico, sgargiante e con una modellazione meno spigolosa e “anacronistica” che sì, riesce a regalare al tutto una seconda gioventù, questo episodio rappresenta indubbiamente il piatto forte del menu – complice anche la maggior diffusione di PS2, che ha reso questo secondo episodio addirittura più celebre del precedente. L’assenza di novità in termini di contenuti aggiuntivi, purtroppo, rappresenta un tasto sufficientemente dolente per questa operazione Amarcord – essendo per propria stessa natura rivolta a giocatori di una certa età, qualche extra, scenari aggiuntivi, gallerie o memorabilia di Klonoa avrebbero dato un appeal ulteriore al pacchetto.
La recensione in breve
In ambo i titoli disponibili in Klonoa Phantasy Reverie Series è stata aggiunta la possibilità di giocare in multiplayer e, al netto di qualche grafica inedita per i più appassionati, il pacchetto appena uscito non contiene ulteriori contenuti aggiuntivi. Sicuramente questo piccolo gioiello è consigliabile ai giocatori di vecchia data che lo hanno adorato, ma anche un giocatore alle prime leve desideroso di conoscere uno dei personaggi più simpatici del nostro medium troverebbe ore di sano divertimento - il tutto facendo un sempre utile ripasso di storia delle passate generazioni videoludiche. Certo, non stiamo parlando di due campioni assoluti di longevità, ma la loro durata contenuta viene abbondantemente compensata da uno stile unico, dalla simpatia del protagonista e da un gameplay che, oggi come allora, regala ancora abbondanti soddisfazioni. Il prezzo proposto di 49€, per una remastered solo ed esclusivamente grafica, potrebbe far storcere qualche naso: di sicuro, chiunque rimpianga ancora oggi quei pomeriggi estivi in compagnia della brigata di Klonoa, beh, difficilmente si farà abbattere da un cartellino forse più salato del previsto.
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Voto Game-Experience