Il nome Jagged Alliance rappresenta, per l’utenza PC di lungo corso, una vecchia, vecchissima conoscenza. Sono infatti ben ventiquattro gli anni intercorsi tra il secondo capitolo canonico della serie ed il suo legittimo successore. Questo intertempo è stato occupato da più di qualche spin-off, realizzato più con l’intento di monetizzare facendo leva su un nome di sicuro richiamo, che per dare effettivo lustro alla serie.
Ed eccoci dunque, dopo quasi cinque lustri (no, non siamo vecchi, solo un filo vintage), a dare il benvenuto al terzo capitolo di uno degli strategici più noti di sempre nel mondo PC. Uno di quei titoli che, insieme a Civilization ed poche altre serie, rappresenta un ancora di connessione con un passato mai così vicino, pur se remoto nel tempo. Siamo dunque di fronte ad un vero passo in avanti per la serie o all’ennesimo titolo filler? Delle due, assolutamente la prima, ma scopriamolo insieme con la nostra recensione di Jagged Alliance 3.
Una tradizione lunga ventinove anni
Se è vero che dal secondo capitolo son passati “solo” ventiquattro anni, va detto che il franchise di Jagged Alliance affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Bisogna, infatti, scorrere indietro le lancette del tempo di ben sei lustri (poco meno invero), per giungere all’anno domini 1994, periodo in cui il mondo dei giochi strategici venne rivoluzionato dal rilascio dell’opera prima di Madlab Software, per sistemi operativi DOS.
Un gameplay fresco e ragionato ci permise di immedesimarci in una squadra di mercenari assoldata per ribaltare dittatori e compiere missioni sotto copertura, il tutto facendo uso di un sistema di gioco improntato alla strategia più pura, ma con evidenti commistioni ruolistiche. La proprietà intellettuale del franchise, però, subì diverse mutazioni, passando dai creatori originali alla cara, vecchia, Interplay (autrice del secondo capitolo). Da quel momento in poi, assistemmo ad una tarantella che portò, volta dopo volta, alla pubblicazione di episodi “apocrifi” da parte di publisher sempre diversi ed alla cancellazione, al tempo, tanto di una versione 3D, quanto di un terzo episodio.
Va da sé che tutti questi andirivieni si ripercossero fortemente sulla stabilità del progetto di base e sulla qualità tanto dei titoli, quanto degli add-on rilasciati volta dopo volta. Questa situazione continuò per svariati anni, facendo cadere la serie in disgrazia e in un dimenticatoio da cui i due primi episodi continuavano ad inviare la loro luce. Fu solo con l’acquisizione della proprietà intellettuale da parte di THQ Nordic che ricevemmo notizie sul futuro del franchise: ed eccoci qui, oggi, a mettere le mani su questo terzo, attesissimo episodio.
Ricomincio da tre
Il tentativo di rilancio del franchise di Jagged Alliance è passato, nell’anno 2020, per Jagged Alliance: Rage, prodotto pubblicato per PC e Console ma capace di rinnegare, al fine di espandere il numero di utenti papabili, tutti gli stilemi che avevano reso famosi gli episodi originali. Il passaggio del franchise sotto l’egida di THQ Nordic ha rappresentato una sorta di ritorno alle origini, portando al nostro cospetto uno strategico duro e puro, elastico nell’approccio ma dannatamente poco permissivo: ma ha anche dei difetti.
I ragazzi di Haenimont Games, già autori di Tropico 5 hanno messo al servizio del franchise di Jagged Alliance tutto il loro Know How per fornire agli aficionados di ogni età un prodotto tanto rispettoso delle radici della serie quanto proiettato, inevitabilmente, verso il futuro. Ed è così che ci ritroviamo nella nazione di Grand Chien, in preda ad una guerra intestina per la acquisizione del potere. La svolta avverrà con la sparizione del presidente eletto e con la susseguente proclamazione di un gruppo di mercenari, una milizia paramilitare meglio noto come La Legione, a capo dello stato.
Ed è in questo momento che la nostra squadra di mercenari viene ingaggiata da rappresentanti del vecchio corso, per rintracciare il presidente scomparso e per ribaltare, contestualmente, lo stato di terrore istituito mediante un golpe dalle milize de La Legione. Nostro compito, dunque, sarà fare luce sui misteriori eventi soggiacenti la scomparsa del presidente eletto e, al contempo, istruire le popolazioni locali al combattimento, al fine di creare un cuscinetto di resistenza contro le milizie armate de La Legione.
Strategia gestionale, mon amour
Saremo dunque chiamati ad organizzare, mediante una debita gestione del budget a nostra disposizione, la forza d’attacco da contrapporre agli scagnozzi de La Legione. Dovremo dunque assoldare dei mercenari, scegliendo accuratamente i membri del nostro team a seconda delle loro abilità specifiche e della loro esperienza. Si perchè, ovviamente (o almeno, così dovrebbe essere in un mondo del lavoro virtualmente perfetto) mettere sotto contratto soldati prezzolati con maggiore esperienza comporterà la necessità di garantire loro uno stipendio maggiore ed un contratto di maggior durata.
Questo per dire che la pecunia a nostra disposizione non è infinita e che scelte poco opulate (sia dall’uno che dall’altro lato) potrebbero portarci ad un fallimento economico e, dunque, ad una conseguente interruzione della missione speciale da noi intrapresa. Al fine di istradarci verso la massimizzazione dei profitti e ad una perentoria e giusta gestione del budget, Jagged Alliance 3 mette a nostra disposizione uno (scarno, invero) tutorial che non farà altro che lasciarci con qualche certezza di base ma con un numero di interrogativi ancora maggiori di quelli presenti precedentemente.
La verità è che, tutorial o meno, la chiave di accesso a Jagged Alliance 3 sarà, per l’appunto, il fallimento e le lezioni che trarremo da perentori game over. La costante immersione nel mondo di gioco rappresenterà, inoltre, l’univo vero viatico per la comprensione del sistema di approvvigionamento economico alla base di tutta la campagna perchè, mai come in questo caso, senza soldi non si canta messa.
Azione? Si, ma con calma…
Dopo aver ben compreso quanto il vil denaro sia fondamentale per la corretta prosecuzione della nostra missione, potremo dedicarci alla gestione vera e propria delle nostre milizie mercenarie. La mappa di gioco ci mostrerà Grand Chien divisa in settori, ciascuno di pertinenza dell’una o dell’altra milizia. Da qui potremo incaricare i nostri uomini alla gestione di azioni semplici. Ricognizione, riparazione o modifica armi, riposo, istruzione delle masse al combattimento di strada e, dulcis in fundo, ci sarà data la possibilità di aprire una mappa contestuale graze alla quale far entrare in azione i nostri mercenari.
Già la semplice analisi di questa mappa ci fornirà una serie di informazioni contestuali utili alla corretta istradazione delle nostre azioni. Potremo infatti desumere il livello di accessibilità (e di fortificazione) di un determinato settore e decidere di indebolirlo o di agire in prospettiva addestrando i locali alla ribellione, e via dicendo. Ogni piccolo dettaglio presente sulla mappa sarà di fondamentale importanza per una corretta lettura della situazione: da qui, in piena tradizione Jagged Alliance, ci verrà posto davanti (in modo silenzioso) un ventaglio di possibilità che ci permetteranno di personalizzare e rendere unica la nostra esperienza di gioco.
Fondamentale sarà la graduale espansione delle zone controllate: ciò permetterà, infatti, ai locali di ritornare in villaggi precedentemente occupati da milizie legionarie, permettendoci di trarre risorse e, conseguentemente, pecunia, dalle stesse.
Combattimento, what else?
La fase di combattimento rappresenta, come facilmente prevedibile, la punta di diamante di Jagged Alliance 3. Il prodotto Haenimont Games riesce nell’impresa di non trasformarsi in uno spara spara arcade, lasciando (fortunatamente, direi) alle spalle quanto visto con Jagged Alliance: Rage.
La prima fase sarà quella esplorativa, grazie alla quale i nostri mercenari potranno esaminare dettagliatamente il campo di battaglia ed acquisire informazioni vitali per la debita istradazione del combattimento a venire. Così facendo potremo identificare punti di interesse, coperture, depositi di munizioni o materiali e, ovviamente la posizione dei nemici. L’incontro con uno dei soldati de La Legione interromperà la fase di esplorazione, gettandoci nel vivo di una azione dinamica ma mai iper-frenetica.
Il combattimento viene gestito mediante l’utilizzo di punti azione: muoveremo dunque, simultaneamente la squadra e, al momento dell’attacco, potremo scegliere quale (o quali) azione(i) compiere a seconda della disponibilità di PA del nostro commilitone. L’approccio alla battaglia sarà fortemente influenzato dalla composizione del nostro party. Va da sé che la presenza di un esperto di esplosivi, di un cecchino o di un militare generico ci porterà ad organizzare le azioni al fine di trarre il meglio dalle specializzazioni dei nostri mercenari.
Importantissima, inoltre, sarà la gestione delle coperture. Disporre intelligentemente i nostri commilitoni in prossimità di coperture effettive o, nel peggiore dei casi, di fortuna, sarà letteralmente vitale per la prosecuzione del nostro percorso di conquista, garantendoci bonus più o meno pronunciati, sotto forma di punti difesa, a seconda della tipologia di rifugio a nostra disposizione.
Nato e pensato per PC
Jagged Alliance 3 vede il pc come sua piattaforma nativa. La difficoltà di accesso rappresenta un valore aggiunto, non un limite, cui l’ultima fatica Haenimont Games non vuole assolutamente sottrarsi. Il debutto di Jagged Alliance 3 in esclusiva PC ci fornisce un prodotto solido, duttile ed apprezzabile, tanto per giocabilità, quanto tecnicamente.
Di certo non grideremo al miracolo per qualità poligonale o per textures iperdefinite ma, di sicuro, gioiremo per un prodotto funzionale e fruibile senza intoppi di sorta. Unico neo, la presenza di una moltitudine di comandi da imparare, ostacolo che, una volta superato, ripagherà completamente degli sforzi profusi.
Nota a margine: a fronte di cotanta magnificenza, duole notare la mancaza di qualsivoglia localizzazione in italiano. Passi per i dialoghi, ma almeno i sottotitoli sarebbero stati graditi (ed utili) per una più ampia fruizione di questo titolo.
La recensione in breve
Jagged Alliance 3 riporta nel presente un franchise ingiustamente dimenticato ed imprescindibile per gli amanti degli strategici duri e puri.
Una qualità realizzativa che non si vedeva da decenni, ci consegna un prodotto fiaccato solo da una curva di apprendimento decisamente molto alta, ma capace di regalare soddisfazioni, una volta padroneggiato.
Volutamente di nicchia, non fa nulla per uscirne, attraendo, invero, utenti nostalgici di giochi di qualità verso quella nicchia.
Stride la manca localizzazione, anche solamente testuale in italiano.
-
Voto Game-Experience