La carenza oramai arcinota di semiconduttori essenziali per la produzione di componenti informatici sta generando un mercato di contrabbando sempre più forte, grazie sopratutto ai prezzi gonfiati a cui certi hardware sono vendibili in questa situazione, e le CPU di un marchio celebre come Intel sono ovviamente tra gli oggetti più ambiti dai criminali, specie quelle di fascia alta.
L’ultimo eclatante caso di contrabbando finito male ha interessato un soggetto, fermato sul confine di Hong Kong, con la bellezza di 256 chip marchiati Intel appiccicati con del nastro adesivo a gambe e schiena. Si trattava di CPU modello Intel Core i7-10700 e Core i9-10900K, con tecnologia a 14 nanometri, appartenenti alla decima generazione e di fascia decisamente alta, tanto che il loro valore complessivo supera i 100.000 euro.
Non si tratta del primo ne probabilmente si tratterà dell’ultimo tentativo di contrabbando. Solo pochi giorni prima fu fermato un individuo con, nascosti all’interno dell’abitacolo della propria auto, 56 chip Intel. Come sempre, la scarsità delle materie prime necessarie alla produzione di prodotti forti di una grande domanda genera un fortissimo interesse di questo tipo di organizzazioni criminali. Si prevede infatti che nel prossimo futuro la carenza di semiconduttori e dunque i problemi di produzione di questi componenti sia destinato a durare, e simili traffici sono destinati a continuare se non addirittura a intensificarsi.
Una situazione non dissimile da quella che ha visto nei giorni scorsi la chiusura di una fabbrica ucraina in cui la bellezza di 3.800 console PlayStation 4 erano impiegate per il mining di criptovalute. E se delle console old-gen sono risultate impiegabili a tali scopi, viene da chiedersi se la medesima sorte non possa toccare anche a console di nuova generazione – se cosi fosse, potrebbe tale impiego rientrare tra le causa di una cosi scarsa disponibilità di console su scala globale. Il contrabbando è una realtà vecchia e, purtroppo, destinata a perdurare. Una realtà che fa male inanzitutto al pubblico, poi costretto ad acquistare in sovrapprezzo e spesso senza ottenere alcuna garanzia sul prodotto.