Di sparatutto è pieno il mondo console. Che siano in prima o in terza persona, il trend degli ultimi anni ci ha messo in contatto, quasi esclusivamente, con prodotti infarciti di azione e con comparti narrativi, nel migliore dei casi, scadenti o appena raffazzonati. Con un Call of Duty che, a dispetto delle incursioni annuali nel mercato, non fa altro che proporre il medesimo stilema, coniugato variando esclusivamente coordinate storiche, capiamo bene la fase di stagnanza in cui detto genere riversa.
E’ appunto per rinverdire e rinfrescare un campo che, da decisamente troppo tempo, fallisce nel consegnare all’utenza un risultato degno di nota e, soprattutto , difficilmete dimenticabile, che Ascendant Games, sotto l’egida di Electronic Arts, ed il suo programma EAORIGINALS, presenta sul mercato una IP nuova di pacca, con diverse frecce nella faretra. Siamo dunque di fronte ad un debutto di caratura o all’ennesimo more of the same in salsa fps? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di Immortals of Aveum.
Call of Duty con la magia?
Che Call of Duty abbia perso, tra nuovi capitoli “debolucci” e re-re-re-master di vecchi episodi di successo per meri fini commerciali, la immarcescibile credibilità di un tempo, è sotto gli occhi di tutti. Alla stessa maniera è palese quanto gli sforzi di producer e community si stiano spostando (e si siano, di fatto, spostati) verso Warzone: l’unione di questi due eventi ha lasciato gli appassionati di campagne single player con davvero poco di cui gioire, almeno per quel che riguarda il fronte Activision.
Immortals of Aveum, figlio di Bret Robbins, creative director di alcuni degli ultimi Call of Duty e responsabile, tra gli altri, di un giochillo rispondente al nome di Dead Space, giunge appunto per riempire il “vuoto formale” lasciato dagli ultimi episodi di Call of Duty. E lo fa proponendosi con una formula che, apparentemente in diretta contrapposizione con quella oramai straconosciuta dell’FPS Activision, ne è diretta evoluzione e formulazione, declinata però in chiave epica e fantasy.
Assistiamo infatti alla implementazione delle dinamiche shooter che han reso famoso Call of Duty, in un setting però medioevaleggiante dove, alla sovrabbondanza di armi e proiettili, si risponde con un comparto di incantesimi da fare invidia a qualsivoglia mago.
Un fritto misto, che funziona
Si, avete letto bene: Immortals of Aveum punta a portare, riuscendoci debitamente, va sottolineato, dinamiche di gameplay alla Call of Duty, rimpiazzando le armi con svariate arti magiche, combinabili tra di loro garantendo, al contempo, un comparto narrativo di primissimo livello.
Se più di qualcuno ha inarcato il sopracciglio alla lettura di questa descrizione, siete in ottima compagnia. Io stesso, dopo la visione del trailer di lancio, mi domandai come sarebbero riusciti ad amalgamare tutte queste caratteristiche, senza realizzare un fritto misto brutto tanto da guardare, quanto da giocare.
E, invece, i ragazzi di Ascendant Games sono riusciti brillantemente nel loro intento, consegnandoci un prodotto atipico ma, al contempo, fresco e dannatamente divertente da giocare. Ciliegina sulla torta, cosa sempre più rara con l’incedere di giganteschi AAA(A) sul mercato, il comparto narrativo che, sin da subito, dipana le sue ramificazioni, fornendoci una storia coesa, ben narrata, di sicuro impatto emotivo, grazie a personaggi caratterizzati a tutto tondo.
L’inserimento nella line-up EAORIGINALS, nella quale il publisher canadese inserisce nuove IP potenzialmente esplosive, ha fornito inoltre il boost necessario per portare alla attenzione del grande pubblico un titolo che, altrimenti, avrebbe rischiato di passare sotto silenzio, pur in virtù della sua enorme tipicità ed esclusività.
Formula vecchia, gioco nuovo… e che gioco!
Come già ampiamente ripetuto, Immortals of Aveum si prefigge, riuscendoci, di raccontare una storia di primissimo livello, inserendo la stessa nel sostrato di un gameplay ultrarodato ma, al contempo, innovativo. Ed è così che ci troviamo a vivere le peripezie di Jak e Luna, ragazzi abituati a vivere di stenti e di furtarelli. Nell’imminenza della partenza di Luna, per la scuola di magia, i due sono costretti ad uscire per cercare cure per un amico ferito, trovandosi nel bel mezzo di un assalto dei soldati dell’esercito di Rasharn.
Superata la resistenza dei miliziani, i due assistono, completamente impotenti, alla distruzione del loro quartiere natio (e di gran parte della città) da parte di una nave dell’esercito nemico, incappando in dei rastrellatori, dotati di poteri magici. La battaglia è impari e Luna viene proiettata in un burrone da un colpo del suo avversario. E’ in questo momento che Jak diviene consapevole di poter padroneggiare il potere dei triarchi, attingendo a tutte e tre le forze di magia presenti nel mondo di Aveum.
Il combattimento ci darà la consapevolezza della potenza di Jak e della sua naturale propensione all’utilizzo delle arti magiche di Aveum. Mosso da rimorso, per non aver aiutato la sorella, Jak deciderà dunque di intraprendere il percorso a lei originariamente destinato, diventando dunque, dopo un addestramento di cinque anni, un Magus al servizio della sua gente. Partirà da qui la crociata di Jak contro Sandrakk ed i suoi tirapiedi: una lotta impari che lo porterà a scontrarsi con forze ben più grandi di lui, nel disperato tentativo di salvare Aveum dalla capitolazione.
Magie come proiettili… ma meglio!
Consapevoli della ispirazione e delle menti direttamente responsabili della creazione, Immortals of Aveum sembra non decollare, almeno all’inizio. Il prologo, ed il primo atto, altro non sono infatti che dei mega-tutorial utili per imparare a padroneggiare le arti magiche in tutte le sue sfaccettature. che sia un attacco semplice, uno special, o una manovra difensiva atta ad evitare, o rintuzzare, i potenti colpi delle creature nemiche, Immortals of Aveum ci mette nelle condizioni di padroneggiare, con tutta calma, il ruolo del triarca.
Questa prolungata “palestra di vita”, risulterà utile negli atti successivi al primo. Il compassato e ragionato gameplay, visto nel mega segmento introduttivo, lascerà il campo ad una frenetico incedere, in divenire, che trasformerà Immortals of Aveum in un parco giochi fatto di effetti sonori e visivi, direttamente proporzionali alla potenza dei nostri poteri. Il livello di sfida salirà in modo direttamente proporzionale alla nostra potenza, costringendoci più di una volta a “grindare” per essere all’altezza della situazione.
Non solo stile ma anche sostanza: padroneggiare a fondo il nostro ruolo da Triarca, e le magie ad esso sottese, contribuirà a regalarci una esperienza di gameplay frenetica il giusto, ma dannatamente godibile e ben realizzata. Nostro compito sarà conoscere le creature avversarie e le loro debolezze, avvicendando metodologie e tipologie di attacco per fiaccare le loro difese ed averne, infine, ragione. Sarà dunque necessario padroneggiare a fondo le arti magiche, per incedere od alternarle ed ottenere, dunque, i migliori risultati in battaglia.
Gameplay, ma non solo…
Tecnicamente Immortals of Aveum ha una storia bislacca. Nato e realizzato con l’Unreal Engine 4, è stato ri-targhettizzato in salsa next-gen only, traslando tutto il codice su Unreal Engine 5.1. Ciò vuol dire utilizzare librerie grafiche specifiche di questa nuova tecnologia e poter fruire del supporto a Lumen e Nanite. In soldoni, è a questo che dobbiamo la spettacolarità grafica del prodotto finito.
Questa transizione “last-minute” mostra però anche alcuni lati oscuri. Innanzitutto la presenza di una sola modalità grafica, almeno su console, ancorata a 60 fps, volta a garantire la massima fluidità di gioco. Purtroppo questo target non viene raggiunto in maniera granitica, prestando il fianco a (più che) sporadici cali di frame rate. Nemmeno le patch uscite al day one e subito dopo, sono riuscite a sanare questa criticità, ancora maggiore su PC, dove le prestazioni paiono affossate anche su configurazioni high-end.
Il comparto sonoro svolge il suo mestiere senza infamia né lode, accompagnandoci per tutto il playthrough senza particolari sussulti.
La recensione in breve
Immortals of Aveum riesce dove gli ultimi Call of Duty hanno fallito: sorprendere i giocatori. Un gameplay fresco, vario, variegato ed appagante, sostenuto da una storia di primissimo livello ci regala un prodotto di ottima fattura, oltre che divertente.
Spicca la mancanza di una modalità grafica orientata alla qualità e un frame rate non sempre ancorato ai 60 fps.
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Voto Game-Experience