In questo strano, stranissimo, anno una costante sono stati sicuramente i videogiochi (oltre a noi di GX). Ci hanno tenuto compagnia in questi mesi interminabili e sicuramente molti di loro ci hanno colpito più di altri. Anche quest’anno è giunto il momento di premiare quelli che per la nostra redazione sono stati i titoli più rappresentativi del loro genere. Abbiamo deciso di variare leggermente la formula, annunciando direttamente il vincitore nelle nostre categorie proposte, lasciando da parte i vari candidati di quest’anno. Questo perchè il 2020 ci ha lasciato orfani di molti titoli e trovarne più di qualcuno meritevole è stato davvero difficile. Ci siamo quindi limitati ad inserire in alcune categorie un runner UP, un titolo che anche se non ha vinto, ci è arrivato molto molto vicino e a nostro parere deve essere considerato.
MIGLIOR RPG – Yakuza Like a Dragon
L’ultimo arrivato nella serie di Yakuza è a tutti gli effetti una graditissima sorpresa. Innovativo, fresco, irriverente. La svolta ruolistica fa abbandonare l’impronta action della serie regalandoci uno dei giochi più divertenti ed originali di quest’anno. Abbiamo voluto premiare Like a Dragon proprio per la sua volontà di voler spezzare la tradizione, offrendo al pubblico qualcosa di diverso senza però dimenticare i fan storici. Un ottimo esempio di come svecchiare il brand senza dover per forza stravolgere ogni cosa o puntare a meccaniche ripetitive e per questo per noi di GX si merita il titolo.
Runner Up: Persona 5 Royal
MIGLIOR ACTION-ADVENTURE – Ghost of Tsushima
Il duello per questa categoria è stato un vero combattimento all’arma bianca, avendo coinvolto Ni-oh 2 e Ghost of Tsushima. Il contendente che si è dovuto accontentare del secondo posto è il titolo di Koei Tecmo per una semplice ragione: si tratta di un seguito che per quanto di ottima qualità, su troppi punti si pone come un semplice “more of the same” del predecessore. Gli mancano forse un numero di novità sufficienti che sarebbe lecito aspettarsi da un seguito vero e proprio, tuttavia nella sua sostanza rimane un ottimo esponente del genere, risultando solido e apprezzabilissimo da chiunque abbia gradito il primo o voglia un’alternativa ai soliti soulslike.
Ghost of Tsushima si aggiudica il titolo di miglior action-adventure dopo essere andato molto vicino a vincerlo anche nella categoria Gioco dell’anno. Il sistema di combattimento, grazie alle diverse posture e ai vari stili offre una buona varietà di opzioni e non è mai banale, garantendo una certa profondità nel comparto ludico. Le meccaniche stealth, pur non essendo presenti in modo tale da spostare l’intero titolo in questa categoria, hanno comunque un peso consistente nell’economia del gioco e gettano anche le basi di quello che è il tema portante della sua narrativa. Jin Sakai infatti dovrà confrontarsi con un dilemma morale tipico delle produzioni di Sucker Punch. Questa volta l’amletica scelta coinvolge il principio di Machiavelli sul fine che giustifica i mezzi. Per salvare la sua terra il nostro samurai dovrà scegliere fino a che punto spingersi, arrivando a perdere l’onore che nella cultura giapponese può valere persino più della vita.
Gli sviluppatori dimostrano quindi di aver compreso la storia di un paese così lontano e diverso dal loro, dando un valore aggiunto alla semplice riproposizione di scenari da cartolina dell’arcipelago nipponico. Bonus: delle ottime missioni secondarie, stimolanti e prive di quel grinding pretestuoso usato da altri titoli per dilatare artificiosamente la longevità.
Runner Up: Nioh 2
MIGLIOR PLATFORM – Ori and the Will Of Wisp
Se siete fra quelli che non si sono mai stancati di saltare da una piattaforma all’altra nemmeno alla soglia del 2021, vi sarete accorti che quest’anno è stato caratterizzato, fra le altre cose, anche dal ritorno di alcune icone storiche del mondo dei platform. Da una parte l’idraulico baffuto simbolo di Nintendo è tornato con la tanto agognata quanto discussa 3D All-Stars collection per Nintendo Switch, che ha riproposto sull’ultima console di casa Tokyo tre classici del calibro di Super Mario 64, Sunshine e Galaxy in HD, senza però alcun tipo di operazione di svecchiamento o aggiunta di contenuti extra, perlopiù ad un prezzo piuttosto alto. Sull’altro fronte, il peramele ideato da Naugthy Dog è tornato alla carica con Crash Bandicoot 4, un titolo che richiama la trilogia originale cancellando di fatto l’ultimo ventennio di gestione del marsupiale più famoso del mondo dei videogames e segnando così un vero e proprio ritorno alle origini. Se da un lato quest’operazione s’è dimostrata valida grazie ad un buon level design e una veste grafica scoppiettante, dall’altro il livello difficoltà decisamente forzato e qualche sbavatura di troppo nel gameplay e nei filmati hanno giocato a sfavore per il titolo, che non è riuscito a replicare le vendite del suo rivale. Se, come si suol dire, fra i due litiganti il terzo gode, in questa battaglia fra vecchie glorie è il contendente più giovane a spuntarla. Ori and the Will of the Wisps, seguito del già ottimo Ori and the Blind Forest uscito nel 2015, è da considerarsi a tutti gli effetti il miglior platform di questo 2020. Il team austriaco di Moon Studio s’è dimostrato ancora una volta capace di competere con i pesi massimi, sfornando un sequel di ottima fattura. Stile inconfondibile, colonna sonora struggente, level desing geniale e buon livello di sfida confermano che la serie di Ori è sicuramente una delle realtà videoludiche più belle di quest’ultimo decennio.
Runner up: Crash Bandicoot 4
MIGLIOR STRATEGICO –Desperados 3
La saga tattica in real-time ambientata nel Far West torna alla carica dopo oltre 14 anni e passa dalle mani degli sviluppatori originali (il defunto team Spellbound Entertainment) alle abili mani del team Mimimi Games, sviluppatore che già ha mostrato le proprie skills con l’ottimo Shadow Tactics: Blades of the Shogun. Desperatos 3 è semplicemente ciò che un real time tactic game dovrebbe essere: ben concepito, divertente, longevo e creato con cura maniacale. Una scelta obbligata per chiunque apprezzi questo particolare genere.
Runner Up: Gears Tactics
MIGLIOR PICCHIADURO – Streets of Rage 4
Con il termine picchiaduro si intende una gamma di giochi più ampia di quanto l’accezione comune lasci ad intendere. Se difatti siamo soliti usarlo per quelli ad incontri, nella categoria rientrano anche quelli più action/arena, così come quelli a scorrimento. In questo 2020 molte uscite si sono limitate ad essere riedizioni di picchiaduro già usciti gli scorsi anni (come la Champion Edition di Street Fighter V, la Ultimate di Mortal Kombat XI e la CL-R di Undernight). L’unico titolo veramente nuovo è stato l’adattamento di Granblue Fantasy, sul quale però rimane qualche riserva (pochi lottatori nel gioco base e una modalità RPG forse troppo semplicistica nella giocabilità).
Per questa ragione questo titolo si pone come contendente al titolo dei miglior picchiaduro dell’anno, ma senza vincerlo. Il premio invece se lo aggiudica Streets of Rage 4, dando dimostrazione di come i picchiaduro a scorrimento siano perfettamente funzionali a riproporsi nella scena indie grazie alla loro giocabilità arcade immediata e coinvolgente.
Graficamente superbo, colorato con grande ricchezza cromatica e abbondanza di dettagli e fondali, con una colonna sonora composta dal gotha degli autori nipponici che hanno lavorato alle musiche di Street Fighter e Kingdom Hearts. Ma il suo vero punto di forza è la giocabilità praticamente perfetta. Una precisione certosina negli hitbox e nelle collisioni lo rendono sempre scorrevole e godibile, mai legnoso. Inoltre una rosa di mosse e degli stili di lotta molto variegati differenziano davvero bene ciascuno dei suoi cinque protagonisti, sostenendo la rigiocabilità. Bello da soli, eccellente in cooperativa, sia online che in locale. Streets of Rage 4 è il miglior picchiaduro del 2020, perchè Si!, anche i picchiaduro a scorrimento possono competere per il titolo.
Runner Up: GrandBlue Fantasy
MIGLIOR GIOCO VR – Half-Life: Alyx
Su questa categoria c’è veramente poco da dire: la vittoria di Half-Life: Alyx era praticamente scontata. Nessuno dei titoli per realtà virtuale usciti quest’anno è riuscito ad avere la profondità di gameplay e la realizzazione tecnica del nuovo gioco di Valve e Half-Life: Alyx ha dimostrato che, anche su periferiche viste ancora con scetticismo da molti giocatori ancora radicati ad una fruizione più tradizionale, si possono realizzare titoli che non hanno assolutamente nulla da invidiare alle produzioni tripla A più blasonate. Un vero peccato che la scarsa diffusione delle periferiche di realtà aumentata e la sua relegazione al mondo PC abbiano reso poca giustizia ad un titolo che senza ombra di dubbio sarà annoverato come uno dei migliori del 2020.
MIGLIOR MULTIPLAYER – Valorant
Il 2020 è stato un anno decisamente turbolento per il mondo dei titoli prettamente incentrati sul multiplayer. Da un lato abbiamo due esplosioni mediatiche di magnitudo imponente: Fall Guys e Among Us, titoli che, nonostante un valore intrinseco non proprio brillante, hanno subito una spinta incredibile da parte dei content creators che hanno saputo gettare la giusta luce su quelle componenti semplici ma divertenti, capaci di definire un core game di facile apprendimento e delle variabili molto interessanti che continuano tutt’ora a spingere questi due titoli nelle classifiche. Dall’altro troviamo un mondo decisamente più “serioso” un mondo fatto di competizione serrata e scontri all’ultimo sangue. Titoli come Call of Duty: Warzone e Valorant sono riusciti ad aprire il mondo del multiplayer competitivo inserendosi perfettamente in un ambiente già decisamente affollato da titoli come Fortnite, PUBG e Rainbow Six Siege.
Dopo una lunga riflessione, abbiamo deciso di premiare Valorant. Lo shooter di Valve, fortemente ispirato alle meccaniche rigide e punitive di Counter Strike rappresenta una porta verso un multigiocatore di massa finalmente staccato dalle “solite” meccaniche da Battle Royale che ripiega in un FPS competitivo ibridato con un hero shooter come potrebbe essere il molto più dinamico Overwatch. Se da un lato le somiglianze con Counter Strike sono troppe, dall’altro il bilanciamento dei personaggi e la necessità di un team-building adeguato rompe quel muro che separa il lontano mondo dei pro players riuscendo non soltanto a divertire anche i giocatori amatoriali ma dando l’opportunità di creatori di fare un intrattenimento di qualità mai troppo distante da ciò che il giocatore ha per le mani. Valorant porta dunque l’equilibrio in un 2020 fatto di estremi e per questo abbiamo voluto premiarlo.
MIGLIOR COLONNA SONORA – Final Fantasy VII Remake
Sicuramente Final Fantasy VII Remake partiva da un condizione di vantaggio dato che la colonna sonora composta negli anni ’90 da Nobou Uematsu è stata una delle più iconiche e memorabili di sempre, con brani come il Battle Theme, il tema dell’introduzione del gioco, quello di Aerith o l’ormai celeberrima One-Winged Angel che sono rimasti impressi nella mente e nel cuore dei giocatori. Nel remake della settima Fantasia Finale, tutte le tracce sono state ottimamente riarrangiate e rese ancora più maestose dall’aggiunta dell’orchestra e dei cori che hanno sostituito i samples e le voci digitalizzate del gioco del 1997, contribuendo a ridare splendore ad una colonna sonora che emozionerà i giocatori di oggi tanto quanto quelli di ieri.
MIGLIOR INDIE – Hades
Hades è un piccolo capolavoro del genere indie: un roguelike fenomenale confezionato con cura e originalità, oltre che passione infinita. Sopra ogni cosa, dimostra ancora una volta il talento di Supergiant Games, che di nuovo tra le molte case indie rimane l’unica veramente in grado di rivolgersi anche ad un pubblico ampio. L’ironia di Zagreus, i personaggi carismatici, la direzione artistica, la narrazione ed anche il gameplay lo rendono un gioco ricco, intuitivo, fresco e divertente che offre una vasta gamma di contenuti e collezionabili, oltre a miriadi di strategie da provare grazie al fatto i livelli cambiano ad ogni partita avviata.
DELUSIONE DELL’ANNO – Resident Evil 3
Rimanere delusi è stato forse il leit-motiv di questo 2020, non soltanto per quanto riguarda il mondo dei videogames. Anche noi videogiocatori abbiamo dovuto mandare giù più di un boccone amaro quest’anno, fra continui rinvii, pochi annunci e soprattutto poche vere emozioni fra conferenze e quant’altro. C’è però un titolo in particolare che ci ha deluso più di tutti, soprattutto perchè uscito a ridosso della pandemia, con gli sviluppi terminati ben prima che il mondo venisse scombussolato dal COVID-19. Parliamo di Resident Evil 3, il secondo remake della celebre saga horror firmata da Capcom uscito quest’anno su PS4, PC e Xbox One. Dopo il successo del remake del leggendario Resident Evil 2, acclamato pressochè ovunque per essere riuscito a combinare sia l’elemento nostalgia che quello dell’innovazione, Capcom capitombola clamorosamente e in maniera inaspettata su quello del terzo, fallendo una doppietta che sembrava cosa facile. Quando bastava soltanto ripetere quanto di buono fatto con il remake del secondo capitolo, Capcom ripropone una versione scialba del fù Nemesis, con tanto di enigmi ridotti all’osso, longevità risicata con tanto di porzioni di trama tagliate e una gestione dell’antagonista principale totalmente senza senso, che passa dall’essere lo spaventoso nemico che era nella versione originale ad una innocua comparsa in questo remake. Saremo più fortunati con l’eventuale remake di Resident Evil 4 o forse meglio fermarsi qui e concentrarsi sui nuovi?
GIOCO SOTTOVALUTATO: The Pathless
Secondogenito dei creatori di Abzu, The Pathless ci ha regalato un mondo meravigliosamente dipinto e una serie di enigmi da risolvere in cui è un piacere perdersi. Nonostante una struttura ludica davvero basilare, The Pathless ci sentiamo di consigliarlo a tutti , per il suo gameplay raffinato ed elegante, una sorta di poesia in movimento. E’ un vero peccato che non abbia ottenuto il successo che merita, forse anche a causa di una finestra di lancio un po’ sfortunata.
Runner Up: Immortal Phoenix Rising, Darksiders Genesis
GIOCO DELL’ANNO
Dopo aver svelato le varie categorie e i rispettivi vincitori, siamo arrivati al punto focale dei nostri awards ovvero “Game of the year”. I candidati scelti dalla redazione in corsa per all’ambito premio sono :
- The Last of Us Parte 2,
- Half-Life: Alyx,
- DOOM Eternal
- Ghost of Tsushima
Tutti i titoli elencati sono assolutamente meritevoli di far parte di questa “prestigiosa” lista, ma per noi il vincitore è DOOM Eternal. Prima di entrare nel dettaglio e capire perché il titolo targato Id Software è il nostro “Gioco dell’Anno 2020”, è doveroso fare una piccola premessa: noi della redazione non siamo in disaccordo con la scelta dei The Game Awards di assegnare il GOTY 2020 a The Last of Us pt2, ma proprio perché il premio ufficiale lo ha già vinto, abbiamo semplicemente deciso di optare per un’altra strada.
Ora, però, è il momento di focalizzarci sul nostro vincitore. DOOM Eternal (potete trovare la nostra recensione qui) è un titolo mastodontico e adrenalinico, che ci riporta senza compromessi nel modo brutale del DOOM Guy. Il lavoro dei ragazzi di Id Software è nel gameplay e tecnicamente quasi impeccabile composto da un impressionante numero di elementi che migliorano quelli già esistenti, ma che ne introducono tanti nuovi. Un titolo che ha accompagnato ed entusiasmato tanti giocatori in questo 2020 per questo motivo non potevamo non premiarlo.