Chi segue assiduamente il mondo dei videogiochi, e nelle specifico si diverte a passare le ore sui rettangoli verdi virtuali di FIFA, sa che da un po’ di anni a questa parte c’è la ferma convinzione da parte di una sostenuta fetta di videogiocatori che nella serie sportiva di Electronic Arts esiste un sistema che decide arbitrariamente se far perdere, pareggiare oppure vincere una partita, in particolar modo su FIFA Ultimate Team. Ci stiamo ovviamente riferendo all’ormai arcinoto Momentum.
Ebbene proprio in queste ore ecco che il colosso canadese mette a segno un importante passo in avanti circa la sua innocenza. Difatti la class action delle scorso novembre di tre giocatori californiani è stata cancellata per mancanza di fatti concreti ed oggettivi. Per chi non lo sapesse, l’accusa del Momentum è diventata una vera e propria valanga dopo che negli anni scorsi si era scoperta la registrazione di un brevetto dedicato al sistema DDA (Dynamic Difficulty Adjustment) che va appunto a modificare in tempo reale il comportamento dei calciatori in campo durante un match.
Ovviamente questo ha portato molti a pensare che attraverso questo nuovo sistema EA potesse decidere, arbitrariamente, di far rendere meno o di più il calciatore di turno, così da indirizzare verso un lato oppure l’altro lo scontro in questione. Un esempio: Messi che all’improvviso inizia ad essere meno veloce e meno preciso sotto porta rispetto ad un Candreva.
Electronic Arts ha quindi confermato come il DDA non è utilizzato in FIFA e neppure in NHL e Madden, con la sola abilità dei giocatori a decidere le sorti della partita di turno:
“No, non useremo mai la tecnologia DDA per dare vantaggi oppure svantaggi ai giocatori nelle modalità multiplayer dei nostri giochi, state tranquilli”
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