Fango e melma, due elementi naturali che accompagneranno le nostre sessioni di gioco a bordo di puri mostri di potenza su quattro ruote. Saber Interactive allarga la sua famiglia dei simulatori estremi dando alla luce Expeditions: A MudRunner Game. Chi ha già avuto il piacere di mettersi alla prova con i precedenti capitoli della serie, saprà già che si dovrà fare i conti, ancora una volta, con un gameplay diabolico e snervante. Scordatevi i simulatori di guida dove vince chi vede per primo la bandiera a scacchi. Il fattore “velocità” non abita in questi luoghi fangosi e melmosi.
Come sempre il colpo d’occhio è fantastico. Gli sviluppatori americani ci faranno visitare le i deserti dell’Arizona e dei territori ai piedi delle catene montuose dei Carpazi. Tante missioni ed incarichi da portare a termine, avendo dalla nostra parte dei validi alleati tecnologici. Vi lasciamo, dunque, alla nostra recensione di Expeditions: A MudRunner Game.
Ma in che “guado” ci siamo cacciati?
Quello che prima era conosciuto come Sprintires, divenuto in seguito Mudrunner, e successivamente evolutosi in Snowrunner, con un clamoroso testa-coda ritorna al passato. Precisamente, al fango e alla melma. Prendiamoci qualche secondo per inquadrare la tipologia di gioco, chiedendo scusa ai veterani della serie. Quelli di Saber Interactive si sono inventati (anche se è più corretto parlare di tacita eredità) un simulatore estremo di guida, che tiene conto di un numero elevatissimo di variabili per restituire il cd. realismo.
Entreremo nei dettagli del gameplay a brevissimo, promesso, ma prima di giungere nel vivo di questa esperienza occorre capire in che “guado” ci siamo cacciati (lo sappiamo, la battuta è pessima). Un simulatore di guida, da sempre, è sinonimo di complicazione. D’altronde, guidare un mezzo con due/quattro ruote richiede delle abilità diverse dal semplice andare in bicicletta o in monopattino. Aggiungete a questo il fatto di dover prevedere quelle che saranno le reazioni “indesiderate” della natura. Vi deliziamo con alcuni esempi: ruote che slittano sul fango, motore a rischio allagamento, ribaltamenti per via di uno sbilanciamento da smottamento, un verricello attaccato all’albero sbagliato e, infine, un masso che urta contro il nostro semiasse.
Questo è solo un assaggio di quello che vi può capitare, pad alla mano, in compagnia di Expeditions: A MudRunner Game. Tutto questo può sembrare bellissimo per gli amanti dei simulatori, ma Saber Interactive, “a sto giro” non ha badato a spese in materia di previsioni diaboliche. Gli sviluppatori americani, consci del loro background, hanno puntato fortissimo sulla fisica dei terreni e dei materiali, inserendo dei nuovi gadget e strumenti utili per analizzare e prevedere (e prevenire) il comportamento della natura.
Considerate un aspetto, che è un po’ il segreto per entrare in sintonia con l’esperienza di gioco. La natura parla e va ascoltata. Ci avvisa, lancia dei moniti e non è misteriosa come può apparire nelle fasi iniziali del gioco. Il tutto sta a comprendere i messaggi per la salvaguardia della nostra missione. Se finirete in un pantano senza soluzioni per evitare il respawn, indovinate un po’ di chi sarà la colpa?
Un gameplay “snervante”
Al netto delle premesse iniziali delineate poc’anzi, Expeditions: A MudRunner Game inizia con un comodo tutorial che non risparmia nessuno. Subito si saggia con mano le insidie che la natura è pronta a nascondere sotto quel colpo d’occhio che definire fantastico è un mero eufemismo. Madre natura ci ammalia con la sua bellezza e nel mentre gioca contro di noi. Dalla nostra abbiamo un numero di accorgimenti importante da eseguire prima di ingranare la marcia e percorrere dei metri verso l’ignoto. Il nemico, infatti, non si parerà solo visibilmente di fronte ai nostri occhi, bensì agirà silente anche sotto i nostri poderosi pneumatici.
La grande novità di Expeditions: A MudRunner Game risiede nel numero di gadget e tecnologie a disposizione. Questi, come vedremo a brevissimo, oltre a fornire una rapida anteprima dell’ambiente circostante consentono di scansionare il suolo per individuare metalli, materiali e livelli.
Iniziamo dal più prezioso, il drone, un valido alleato in tutte le condizioni e in tutti gli ambienti. Un grande “occhio” in grado individuare le possibili criticità “a vista” e suggerire un possibile itinerario da seguire per il nostro mezzo speciale. Un tracciamento che è possibile trasporre sulla mappa GPS, inserendo dei checkpoint personalizzabili di colore blu che appaiono in sovrimpressione sull’HUD. Accadrà, spesso e volentieri, di trovarsi ad attraversare dei corsi d’acqua, la cui profondità non è nota all’occhio umano. Ebbene, lo scanner acqueo è utilissimo in tutti i contesti in cui vi sono delle zone in cui il rischio di bagnare le candele (o se preferite annacquare il motore e buttare via il mezzo con chiavi annesse) è dietro l’angolo.
Ma questo è solo un piccolo assaggio degli strumenti ausiliari in nostro possesso, il resto spetta a noi ed alle nostre abilità di piloti “estremi”. Mettete da parte le vostre pregresse esperienze con Gran Turismo 7, F1 23 e Forza Horizon 5. Qui non vince il più veloce ma il più intelligente, ovvero colui fiuta il pericolo e sa come affrontarlo. I nostri mezzi speciali sono dotati di cambi con marce automatiche e non, innesti di trazione integrale e blocco antislittamento delle gomme,e selettore della pressione ottimale. What else?!
Passi avanti, passi indietro o… nessun passo?
Come siamo soliti fare quando ci scontriamo con un titolo che rientra in una serie, andiamo spediti di rimandi e confronti. L’esperienza con il penultimo arrivato, ovvero Snowrunner, è piuttosto recente, anche se lo scenario innevato non trova spazio in Expeditions: A MudRunner Game, il quale ci porterà nei deserti dell’Arizona e nelle foreste dei Carpazi. Un paragone, in tal senso, lo si può fare senz’altro sul fronte della gestione della fisica, sebbene sotto questo preciso aspetto non abbiamo visto dei miglioramenti tangibili e significativi.
Non vogliamo passare per i troppo “cinici” ma se analizziamo l’esperienza di gioco vissuta siamo più inclini nel considerare Expeditions: A MudRunner Game come un qualcosa che si avvicina di parecchio ad un remake/reboot della serie in ottica nuova generazione. Al netto del positivo esperimento con Snowrunner, Saber Interactive riparte delle origini, dove tutto è cominciato (anche se forse è il caso di utilizzare il termine “ripreso”). Sprintires fu il precursore di un genere del tutto nuovo, un simulatore di guida che puntava tutto sulla gestione della fisica del terreno e dell’elemento naturale. Mudrunner ha ereditato la filosofia di base di quest’ultimo, spingendo l’acceleratore sul comparto grafico.
Non siamo qui a constatare un ritorno alle origini, perché il titolo del gioco è abbastanza esplicativo. Di fatto lo si può intendere – sotto il profilo puramente commerciale – come uno spin-off per via delle “non” clamorose novità all’attivo. Eccezion fatta per il comparto grafico – sicuramente, il migliore della serie – lato gameplay, è un qualcosa di già visto. Un more of the same tirato a lucido, in grado di avere la medesima forza attrattiva dei suoi precursori (sempre a patto che il genere vada a genio).
La recensione in breve
Parlare di "innovazioni" ci sembra azzardato. Il nuovo capitolo della serie arriva con delle interessanti iniezioni positive lato gameplay, che espandono le possibilità di questo simulatore estremo di guida. La gestione della fisica non fa dei passi da gigante rispetto al penultimo capitolo della serie, e qualcosina in più si poteva fare. Il mutamento delle condizioni atmosferiche non incide come ci aspettavamo, ovvero in maniera significativa e dinamica sul paesaggio. Il tutto è ancora molto "statico" e prevedibile.
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Voto Game-eXperience