La saga di Dragonball, nel bene e nel male, ha segnato le adolescenze di tutti noi rigazzini che, indipendentemente dalle età, siamo stati rapiti più e più volte dalla creatura di Akira Toriyama: oltre all’immancabile appuntamento quotidiano con Dragonball Z, memorabili sono i pomeriggi passati sui vari capitoli di Budokai, a darsele di santissima ragione tra amici, in nome della Kamehameha.
Che il franchise in mano a Bandai Namco sia la proverbiale gallina dalle uova d’oro non è un mistero: ed è appunto in virtù di questa popolarità trasversale che, periodicamente, assistiamo al rilascio di ulteriori iterazioni derivate dalla saga madre e derivate, di volta in volta, per soddisfare le esigenze degli aficionados dell’uno o dell’altro genere.
Dopo, dunque, l’apprezzatissimo Dragon Ball Z: Kakarot, action-RPG di buon livello, e la parentesi picchaduro di ultima generazione Dragonball Z: FighterZ è ora la volta di addentrarci nei meandri di Dragon Ball: The Breakers, primo esperimento di multiplayer asimmetrico ambientato nel mondo dei guerrieri Z, esperimento che, ve lo dico sin da ora, manca clamorosamente il bersaglio. Ma vediamo insieme il perché.
I ragazzi di Dimps Studio, già autori di Dragon Ball Z: Xenoverse, utilizzano per questo Dragon Ball: The Breakers, loro ultima creatura, lo stratagemma narrativo della faglia temporale. Questa volta però, a cadere in questo vortice dimensionale non saranno i guerrieri Z ma dei “normalissimi” umani, proiettati a loro insaputa in un mondo alternativo “governato” e minacciato da uno dei villain storici della saga, a scelta tra Freezer, Cell e Majin Buu: toccherà a loro unirsi a Trunks, utilizzato nelle vesti di esploratore/pattugliatore dedito ad indagare su queste anomalie temporali, per comprenderne la natura e portare, al contempo, in salvo la pelle.
Dragonball: The Breakers – Un multiplayer asimmetrico atipico
Essendo dei comunissimi umani, sprovvisti di qualsivoglia superpotere o di una forza al di fuori del normale, l’unica scelta per i nostri protagonisti sarà quella di dedicarsi ad una ignominiosa fuga, cercando di trovare ed attivare una macchina del tempo capace di riportarli nella tempolinea di loro competenza. Il multiplayer asimmetrico ideato dai ragazzi di DIMPS porterà sette giocatori differenti a collaborare ed un ottavo giocatore ad impersonare il villain di turno, avente lo scopo di impedire la fuga dei sopraccitati personaggi.
I giocatori verranno sparpagliati, ad inizio match, nella mappa di gioco che, suddivisa con criterio alfabetico: ad ogni area della mappa sarà associata una chiave che, una volta reperita, mediante interazione con gli scrigni trovati in zona, permetterà di sbloccare la zona tematica in oggetto. Al completamento di tutte le zone, al centro della mappa apparirà la macchina del tempo che avrà però bisogno di un determinato tempo per immagazzinare l’energia necessaria per essere azionata.
Tanto i giocatori, quanto la nemesi di turno, si troveranno così a convergere verso la macchina del tempo, i primi per azionarla, il secondo per impedire che questo avvenga, distruggendola od ostacolando i nostri alter-ego digitali, intenti nell’opera di ricarica della stessa. Questa fase di gioco, vero e proprio fulcro di questo Dragonball: The Breakers, risulta dunque essere molto dinamica e coinvolgente, svelando però tutti, ma proprio tutti, i problemi dell’ultimo nato in casa DIMPS.
I giocatori, come dicevamo, nettamente inferiori al razziatore di turno, dovranno provare a distrarre lo stesso, ricorrendo a power-up, capaci di dar loro, solo temporaneamente, uno dei poteri dei guerrieri Z, per dare il tempo ai loro colleghi di azionare la macchina del tempo al centro della mappa.
Oltre a ciò, nelle fasi iniziali del match, per i sette giocatori sarà possibile potenziarsi ricorrendo ad armi e al contenuto di alcuni scrigni, disseminati sul campo di gioco, ma contenenti, per lo più, moneta di gioco utilizzabile (solo parzialmente, il resto andrà messo in soldi veri) per effettuare microtransazioni nello store digitale. Al contempo, il razziatore, che avrà libero accesso a tutte le aree di gioco, sarà occupato a raggiungere la sua ultima forma evolutiva e, una volta completata la mutazione, disporrà di un potere tale da poter distruggere, nel migliore degli scenari (per lui, ovviamente) una o più aree di gioco, rendendo di fatto impossibile l’apparizione della macchina del tempo nel luogo demandato.
E’ evidente un grosso problema di bilanciamento
Pur riuscendo, però ad attivare il modulo, la sproporzione bellica tra razziatore e giocatori sarà enorme e, molto spesso, si finirà con un perentorio game over a favore del primo. E’ impossibile non notare un palese, evidente ed irrisolto problema di bilanciamento che renderà, ben presto, noiose e ripetitive tutte le partite, facendo abbassare, a meno di eventuali patch correttive (nerf, where are you?) drasticamente la soglia di interesse rispetto a questo prodotto, apparentemente mal ideato e realizzato in modo peggiore.
Quanto al comparto tecnico, Dragonball: The Breakers non fa nulla per non metterci in difficoltà, portando ai nostri occhi un impianto grafico degno di un qualsiasi gioco mobile, con mondi di gioco fissi, brulli e non distruttibili (venendo dunque meno ad una delle caratteristiche ricorrenti di tutta la saga, dai primissimi episodi fino alla serie Dragonball Super) e modelli poligonali dei protagonisti e dei comprimari degni di un gioco Playstation 3.
Completamente assente una qualsivoglia colonna sonora, lasciando cadere il silenzio più totale in un ambiente di gioco che, già di suo, non da motivi di eccessivo interesse. Tutto ciò viene a formare un pout-pourrì abbastanza desolante, rappresentativo di una realizzazione affrettata e raffazzonata e di una direzione creativa tutt’altro che illuminata.
La recensione in breve
Dragonball: The Breakers rappresenta la prima incursione di DIMPS nel mondo dei survival multiplayer asincroni, una incursione capace di generare disappunto e delusione a causa di una accuratezza realizzativa più che blanda. Un grosso problema di bilanciamento indirizza i match sempre nella medesima direzione, impedendo ai sette giocatori di avere ragione del razziatore, ingenerando frustrazione, acuita dal dover acquistare potenziamenti in-game mediante microtransazioni. Un comparto tecnico degno di un gioco mobile e l'assenza assoluta di una qualsivoglia colonna sonora vanno a creare un melting-pot capace di disarmare finanche il fan più incallito di Dragonball. The Breakers rappresenta una grossa occasione persa, che non mi sento di consigliare.
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Voto Game-Experience