Sledgehammer Games è lo studio di sviluppo dietro Call of Duty: Vanguard, prossimo capitolo della serie Activision, publisher che, come tutti saprete, è attualmente al centro di una violenta bufera segnata da una causa e diverse accuse legate a molestie, abusi, discriminazioni e comportamenti disdicevoli di cui si sono macchiati alcuni suoi dipendenti, molti dei quali sono ora ex-dipendenti.

Aaron Halon è il capo di Sledgehammer Games, e a seguito della recentissima presentazione di Call of Duty: Vanguard si è espresso sulla causa che vede protagonista Activision Blizzard. Una decisione, la sua, piuttosto controcorrente rispetto al silenzio mantenuto dalla maggior parte degli sviluppatori del publisher sotto accusa. Un silenzio che, si suppone, derivi da direttive provenienti dai piani alti dell’azienda. Un silenzio che, tuttavia, non era possibile mantenere per sempre.
“Prima di cominciare, vorrei parlare di alcuni recenti eventi, le storie di dolore condivise di recente dalle persone sono semplicemente devastanti. Amiamo creare giochi, è quello che facciamo, ma un fatto più importante di questo è che siamo tutti esseri umani, siamo qui ognuno per l’altro, lavorando fianco a fianco e aiutandoci vicendevolmente nei momenti buoni come in quelli difficili”, ha detto Halon. “Per quanto riguarda Sledgehammer Games e tutti i team che supportano Call of Duty: Vanguard, la violenza di qualsiasi sorta va contro tutto ciò a cui teniamo come studio. Chiunque, a prescindere da titolo, ruolo, sesso, orientamento, etnia, deve essere trattato sempre con dignità, rispetto e uguaglianza”.

Un messaggio condivisibile, per quanto scarno e scontato, su una questione che, come ammette lo stesso Halon, non può essere troppo approfondita. “Non possiamo commentare la questione della causa”, ha infatti precisato. Il messaggio prosegue con i dovuti ringraziamenti e con l’assicurazione che l’impegno dello studio è quello di far sentire tutti benvoluti e al sicuro. Un messaggio positivo, ma resta ancora da vedere come evolverà la situazione e quali eventuali ripercussioni la causa avrà sui team di sviluppo interni ad Activision Blizzard.