Close Menu
  • Articoli
    • Anteprime
    • Recensioni
    • Speciali
    • Guide
  • Notizie
  • Eventi
  • PlayStation
  • Xbox
  • Nintendo
  • PC
  • VR
  • Esports
  • Tech
  • POP
    • Film tratti da videogiochi
    • Serie TV tratte dai videogiochi
    • Libri e fumetti da videogiochi
Facebook X (Twitter) Instagram Pinterest YouTube LinkedIn Twitch Telegram
Game-eXperience.it
  • Articoli
    • Anteprime
    • Recensioni
    • Speciali
    • Guide
  • Notizie
  • Eventi
  • PlayStation
  • Xbox
  • Nintendo
  • PC
  • VR
  • Esports
  • Tech
  • POP
    • Film tratti da videogiochi
    • Serie TV tratte dai videogiochi
    • Libri e fumetti da videogiochi
Game-eXperience.it
Home»Articoli»Recensioni»The Last of Us 2, la recensione della serie TV: tra Luci ed ombre

The Last of Us 2, la recensione della serie TV: tra Luci ed ombre

Ellie e Joel proseguono il loro viaggio, ma questa volta il destino chiede loro di pagare un conto molto amaro.
Dino CioceBy Dino Cioce8 Giugno 2025Updated:8 Giugno 2025
Facebook Telegram WhatsApp Twitter
Joel ed Ellie della serie TV di The Last of Us
Condividi
Facebook Telegram WhatsApp Twitter Email LinkedIn

La Stagione 2 di The Last of Us torna a colpire dritto al cuore, proseguendo dal dove eravamo rimasti. HBO ci riporta in un mondo post-apocalittico crudo e poetico, dove il concetto di “Umanità” ha preso una direzione alternativa. La serie continua il viaggio di Ellie e Joel, ma questa volta non è solo una storia di sopravvivenza: è un vero e proprio pugno “emotivo” nello stomaco. La seconda stagione si basa su parte della narrazione dell’omonimo videogioco The Last of Us Part II.

Le aspettative erano altissime dopo il successo della prima. I fan – del videogioco e non – attendevano un adattamento fedele ma fresco, in linea con quanto visto nella prima run. Eppure, per quanto a livello di intensità non sia risparmiata, qualcosa si è perso per strada. La componente narrativa convince da una parta ma divide dall’altra, ma il vero passo falso è stato compiuto sullo sviluppo dei personaggi. Ancora una volta, la trasposizione seriale ha avuto il coraggio di osare, ma forse si poteva veicolare lo sforzo creativo verso aree più efficaci e, in prospettiva, convincenti. Un nuovo viaggio ci aspetta, questa volta in direzione Seattle.

La storia: una spirale di vendetta e redenzione

Joel della seconda stagione di The Last of Us su un divano

La trama di The Last of Us Stagione 2 è un vero e proprio vortice emotivo, con la narrazione che riprende anni dopo gli eventi della prima stagione. Ellie è cresciuta e vive a Jackson. La pace è fragile in un mondo devastato, ma in questa piccola comunità tutto sembra scorrere in serenità. Quest’ultima finisce per svanire in un battito di ciglia, con un evento traumatico che sconvolge tutto. La storia, dunque, proietta la giovane protagonista verso una spirale di vendetta e redenzione, ma non solo. La stagione esplora temi come il lutto e il perdono, stratificando le varie argomentazioni nel corso dei vari episodi.  Non è una semplice avventura post-apocalittica, è un vero e proprio dramma che scava nell’anima.

La storia, così come nella prima stagione, è fedele al videogioco (a livello sequenziale) ma aggiunge delle sfumature. Gli sceneggiatori Craig Mazin e Neil Druckmann riescono a creare un positivo equilbrio tra azione e introspezione. Anche se il ruolo degli infetti appare meno centrale rispetto alla prima stagione, il focus sembra spostarsi sui conflitti umani. Gli argomenti trattati sono forti e complessi, ed è forse questo il vero punto in cui si distanzia dalla prima stagione. Non dà risposte per nulla semplici, e questo aspetto la rende tanto potente quanto divisiva.

Nonostante questo, la narrativa presenta delle evidenti debolezze. Alcune sottotrame sembrano affrettate, quasi come se dovessero fare i conti con dei “tagli” narrativi finiti male. L’argomento della vendetta domina su tutta la storia, ma a volte si presenta come ripetitivo ed ostentato. Certi episodi si mostrano, inoltre, con un ritmo oggettivamente più lento rispetto agli altri, aspetto che avevamo “assaggiato” anche nel corso delle prima stagione. Non tutti i colpi di scena convincono, e qualcuno giunge anche come scontato e poco surprise. 

I personaggi: c’è chi cresce e chi no

Abby della seconda stagione della serie TV di The Last of Us

I personaggi sono il cuore pulsante della serie. Ellie interpretata da Bella Ramsey domina la scena, la sua rabbia e vulnerabilità sono palpabili. Joel portato in scena da Pedro Pascal resta un punto di riferimento, per quanto la sua presenza si presenta più limitata (ma sempre densa di emozione). Al cast si aggiungono dei nuovi personaggi come Abby (Kaitlyn Dever) e Dina (Isabel Merced) che aggiungono delle note di colore a tutta la componente narrativa. Ogni personaggio ha motivazioni chiare e complesse e i comprimari spiccano meglio rispetto alla prima stagione, ma per quanto Dina sia riuscita a comunicare dolcezza, l’Abby – in formato serie TV – è apparsa meno “spietata” rispetto a quella vista nel gioco.

Alcuni personaggi secondari meritavano più spazio, al netto di un’introduzione oltremodo frettolosa di certi ruoli. La complessità del personaggio di Abby può confondere chi non conosce il gioco, ma non doveva comunque ingenerare ciò. Alcune scelte narrative legate a Joel possono apparire discutibili, ma è figlio di un suo coinvolgimento marginale rispetto alla prima stagione. La stagione prova a bilanciare i molti personaggi sulla scena, ma a volte il focus si disperde. L’evoluzione di Ellie come personaggio è apparsa strozzata, vuoi per la scelta di distribuire la narrazione in più stagioni o per la direzione interpretativa della recitazione. Doveva fare quel salto di maturità ma talvolta ricorda troppo la ragazzina della prima stagione.

Dimensione artistica: l’arte eleva la narrazione

Joel ed Eugene della seconda stagione della serie TV di The Last of Us

Visivamente The Last of Us Stagione 2 è un capolavoro, ma di questo non avevamo alcun dubbio (ancora prima di vedere il primo episodio). Regia e fotografia sono, ancora una volta, magistrali. Ogni inquadratura sembra un dipinto, e il confronto con la prima stagione è vinto senza eguali. Le ambientazioni post-apocalittiche sono dettagliate, allargando uno scenario dal contesto urbano a quello più selvaggio. Dalle rovine di Seattle alle foreste innevate, ogni location convince, anche tenendo valido il paragone con l’esperienza videoludica. Tradotto: l’arte visiva eleva la narrazione. La colonna sonora di Gustavo Santaolalla è straziante, accompagnando ogni scena con delle note di pura emozione.

La regia alterna momenti intimi e sequenze d’azione. Le scene di combattimento sono crude e realistiche, senza risparmiare filtri. La luce naturale rende ogni episodio autentico, un aspetto che enfatizza maggiormente quell’empatia rispetto al contesto e alla narrazione. Gli effetti visivi per gli infetti sono impressionanti, celebrando un’ennesima ovazione verso la componente tecnica della produzione.

Le debolezze sono minime. Alcune scene d’azione possono sembrare ripetitive, ma senza che questo aspetto intacchi negativamente sull’esperienza. Qualche sbavatura l’abbiamo rilevata in qualche effetto speciale “troppo arteffatto”, ma nulla che potesse far urlare allo scandalo. La seconda stagione di The Last of Us è un esempio concreto di come la TV possa essere paragonata al cinema.

Il tempo dei confronti: da introduzione ad evoluzione

Joel della serie TV di The Last of Us

La prima stagione di The Last of Us era fenomenale. Ha conquistato tutti con la sua semplicità emotiva e il suo essere “aderente ma non troppo”. La seconda stagione alza l’asticella, ma cambia tono, dimostrandosi più cupa e complessa. Tutto è iniziato con il viaggio di Joel ed Ellie ed è proseguita con le conseguenze delle loro scelte (una in particolare su tutte). La Stagione 2 è sicuramente meno lineare ma più ambiziosa per via delle tematiche trattate. Ci vuole un gran coraggio a non replicare la formula originale e questo è un qualcosa che va riconosciuto ai suoi creatori.

Tuttavia, la prima stagione aveva un ritmo più costante, cosa che un pò si è persa in questa nuova serie. Alcuni episodi, purtroppo, peccano di eccessiva lentezza, pagando quella complessità delle tematiche trattate. La “semplicità” della prima stagione, in effetti, manca in qualche frangente. Tenendo a margine ogni ragionamento “purista” di sorta, alcune libere interpretazioni pensate in questa stagione potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno.  La prima stagione era un’introduzione, la seconda è un’evoluzione.

Dal videogioco alla serie: tra guadagni e perdite

The Last of Us Stagione 2 si ispira al videogioco The Last of Us Part II, uscito, in prima battuta, in esclusiva PS4 nel giugno del 2020 e poi riproposto su PS5 in una versione Remastered. Anche in questa nuova stagione la fedeltà al gioco si percepisce, soprattuto in occasione di quelle che sono le “scene iconiche”. Per quanto la storia segua la trama “originale” del videogioco, la serie aggiunge dei tocchi originali che rendono la narrazione sicuramente più cinematografica.

La serie riesce a catturre l’essenza del gioco. Tuttavia quest’ultimo aveva più spazio per esplorare i personaggi. La serie taglia alcune sottotrame, e questo comporta una semplificazione di certi aspetti ed eventi (al punto da arrivare a percepire la presenza di volute omissioni). Abby nel gioco aveva sicuramente più contesto alle spalle, e la versione filmica la mostra sicuramente più accessibile. La serie, purtroppo, la introduce frettolosamente. Nostro gusto squisitamente personale, la Ellie del videogioco (sempre con riferimento a The Last of Us Part II) è molto più convincente rispetto all’interpretazione di Bella Ramsey. Con molta probabilità il meglio deve ancora venire, e il crescendo si vedrà nel corso della terza stagione. Ma è una speranza, più che una supposizione.

La recensione in breve

7.7 Retromarcia

The Last of Us Stagione 2 è un trionfo imperfetto. La storia è potente e profonda e i personaggi riescono a trasmettere i messaggi prefissati. La dimensione artistica è da standing ovation, superando ogni nostra aspettativa. Rispetto al videogioco si presenta come un condensato di emozioni, lasciando per strada "cose" per esigenze di copione. Alcuni momenti sono lenti e pagano la complessita delle tematiche trattate (talvolta ostentate). Le interpretazioni di entrambe le protagoniste non hanno convinto del tutto, su tutti quella di Ellie. Sarà stata corretta la scelta di diluire il racconto degli eventi di gioco?

  • Voto Game-Experience 7.7
  • User Ratings (0 Votes) 0
Facebook X (Twitter) Instagram Pinterest YouTube LinkedIn Twitch Telegram RSS
  • Home
  • Chi Siamo
  • Cookie Policy
  • Privacy Policy
  • Contattaci
© 2025 Tutti i loghi, i marchi, le immagini e i video contenuti in Game-eXperience.it sono di proprietà dei rispettivi proprietari.

Tutti i diritti sono riservati, ed è vietata la riproduzione dei contenuti. | Foto credits: DepositPhotos

Proprietà di Digital Dreams s.r.l. - Partita IVA: 11885930963 - Sede legale: Via Alberico Albricci 8, 20122 Milano Italy - [email protected]

Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.