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Home»Articoli»Recensioni»Amerzone – The Explorer’s Legacy, la recensione

Amerzone – The Explorer’s Legacy, la recensione

La recensione di Amerzone - The explorer's Legacy, remake della avventura classica, datata 1999, disponibile per PC e console.
Giovanni TomaselliBy Giovanni Tomaselli22 Aprile 2025
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Amerzone - The Explorer's Legacy, la boxart
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Parlare di Amerzone equivale a fare un salto quantico di quasi ventisei anni, a quel lontano 1999 in cui, proprio la fase terminale dell’età aurea delle avventure grafiche diede i natali ad una serie di avventure che avrebbero rivoluzionato il genere, rimanendo impresse nella memoria collettiva a quasi tre decenni dalla loro uscita. E’ questo il caso di Flight of the Amazon Queen, Beneath a Sky e, per l’appunto l’originario Amerzone. Il periodo sopraccitato è anche quello dell’ingresso, nel mondo delle avventure grafiche, del fumettista Benoit Sokal che, di li a breve, avrebbe dato i natali alla saga di Syberia e, per l’appunto, ad Amerzone: The Explorer’s Legacy. A quasi trenta anni dal day one originario, ecco giungere sulle nostre macchine da gioco di nuova generazione il remake di Amerzone: The Explorer’s Legacy. Ci troviamo dunque di fronte ad una mera operazione commerciale o ad un genuino tributo nei confronti dell’eclettico Sokal? Tra le due, sicuramente la seconda. Ma procediamo per gradi, con la nostra recensione di Amerzone – The Explorer’s Legacy.

Legacy still goes on

Amerzone - The Explorer's Legacy - la grafica di gioco

La figura di Benoit Sokal, ad oramai quattro anni dalla sua precoce scomparsa (ci ha lasciato, infatti,a soli sessantasette anni) è ancora ben presente nei ricordi di Microids, software house che lega il suo successo a doppio filo con l’ingresso del fumettista belga nel suo roster. Capolavori come Syberia, di cui abbiamo recentemente recensito il capitolo The World Before, ed Amerzone sono infatti direttamente ascrivibili alla bravura ed alla duttilità del mai troppo compianto Sokal.

A ben venticinque anni dal day one originario di Amerzone – The Explorer’s Legacy, i ragazzi di Microids hanno deciso di omaggiare la memoria del loro creatore con un remake, sviluppato negli ultimi tre anni, del piccolo grande capolavoro che diede inizio alla leggenda di Benoit Sokal e a quella di Microids come interprete e protagonista assoluta di un genere mai realmente scomparso dalla scena.

Quello che ci troviamo davanti è infatti un vero e proprio atto di amore nei confronti del capitolo originario, preso come base fondante e modello di questo remake, e la cui realizzazione è stata curata tenendo conto delle decisioni degli eredi di Benoit Sokal, un lusso che, in un mondo ipercommerciale ed indirizzato sempre e comunque al mero guadagno economico, non tutti possono permettersi. Con in mente l’assoluto rispetto per il compianto creatore, i ragazzi di Microids ci forniscono un remake di certo non perfetto ma che mantiene inalterato il (grande) fascino della versione originaria, rendendo possibile anche a chi, per mere ragioni anagrafiche non ha potuto goderne, di entrare nel dedalo di emozioni che Amerzone – The Explorer’s Legacy saprà regalarci.

Alla ricerca dell’Amerzone

Amerzone - The Explorer's Legacy - uno degli scenari di gioco

Come da programma, Amerzone – The Explorer’s Legacy ci mette nei panni di un giovane giornalista che, dopo aver rintracciato un vecchio esploratore, oramai in punto di morte, raccoglie le sue ultime volontà, intraprendendo quello che diventerà, a tutti gli effetti, il viaggio della sua vita, alla scoperta di una terra selvaggia, tanto bella quanto pericolosa.

Dopo aver raccolto le testimonianze dell’avventura, avvenuta in un passato oramai remoto, del defunto esploratore, partirà la ricerca di tutti quegli elementi che ci permetteranno di far luce sulla stessa e di organizzare, in tempo record, un viaggio volto a riportare un misterioso uovo nel suo luogo natio, evento la cui banalità cela invece una serie di risvolti narrativi che non intendiamo narrare per non rovinare il fascino della scoperta.

Pur trattandosi, infatti, di un prodotto ultraconosciuto, risalente a ben cinque lustri fa, non tutti potrebbero essere a conoscenza del meraviglioso comparto narrativo, marchio di fabbrica di Benoit Sokal, di Amerzone – The Explorer’s Legacy che, pur non raggiungendo il livello qualitativo della saga di Syberia, mantiene, a decenni di distanza, inalterato il fascino iniziale.

Remake, nel segno della continuità

Amerzone - The Explorer's Legacy

Riproporre un classico, attualizzandolo, è una operazione fattibile seguendo due strade. Quella della remaster, modificando gli asset grafici e poco altro, e quella del remake, in cui un gioco viene riprogettato dalle fondamenta. Per Amerzone – The Explorer’s Legacy, è stata scelta la strada del remake, non fosse altro perchè sarebbe stato altamente controproducente mettere mano ad un motore di ben venticinque anni fa sortendo risultati degni di nota.

Lo sforzo dei ragazzi di Microids è stato, infatti, quello di preservare l’integrità dell’esperienza di gioco ricostruendolo brand-new, dalle fondamenta, per raggiungere risultati soddisfacenti tanto dal punto di vista della giocabilità, quanto da quello più strettamente grafico. I risultati, va detto, sono però a fasi alterne, ambedue apprezzabili ma tutt’altro che perfetti. Se dal punto di vista della giocabilità troviamo un prodotto tutto sommato soddisfacente, con la possibilità di scegliere ben due livelli di difficoltà, uno più adatto ai novizi, l’altro idoneo ai fan della vecchia scuola, con tanto di enigmi aggiuntivi, rispetto a quelli inizialmente presenti e linee di dialogo create ex-novo per questa versione, la “coperta” mostra i suoi “limiti” scontrandosi con un sistema di controllo progettato in modo “atipico”.

Tutti i movimenti vengono infatti demandati allo stick sinistro (almeno nelle versioni Xbox Series X/S e PlayStation 5), lasciando dunque lo stick destro, usualmente utilizzato per variare il campo visivo, completamente inutilizzato, Va da sé che, più di qualche volta, ci siamo trovati, per via di usi e consuetudini oramai sedimentati, a muovere inutilmente lo stick destro: nulla che non possa esser risolto con un filo di pratica, ma si nota la progettazione “old-school” di questo remake.

Comparto tecnico altalenante

Amerzone - The Explorer's Legacy

Nel 1999, l’originale Amerzone riuscì ad appassionare un nutrito numero di appassionati di avventure grafiche sia grazie ad una trama di primissimo livello, che per merito di un comparto grafico avveniristico per i tempi. La scelta di realizzare questo remake ha portato alla completa riprogettazione, in guisa revisiva, del comparto grafico che riesce, nella maggior parte dei casi (principalmente negli spazi aperti) ad essere evocativo e molto ispirato.

Ad una tale magnificenza, si oppongono però i modelli dei personaggi che incontreremo nella nostra peregrinazione. Una discreta realizzazione grafica degli stessi si scontra con più di qualche imprecisione nelle fasi di motion capture, che li vede scattosi e mai perfettamente “credibili” ed integrati in un mondo di gioco altresì ben realizzato. La resa grafica, rimanendo in tema, su Xbox Series X è davvero gradevole, non fosse altro per qualche marchiano errore di ottimizzazione che vede la console Microsoft incapace di tenere il frame rate stabile, tanto in modalità prestazioni quanto in modalità fedeltà grafica. Nulla che non possa essere fixato con una patch correttiva ma, almeno al momento, dobbiamo purtroppo ravvisare questa evidente criticità.

Il comparto sonoro, realizzato dal buon Inon Zur, è invece poesia per le orecchie: sempre piacevole ed appropriato accompagna con appropriatezza ogni singolo momento della nostra peregrinazione nell’Amerzone. Questo remake, inoltre, non dispone della localizzazione completa in italiano, ma solo della versione sottotitolata, limitando le tracce full audio ad Inglese e Francese: comprensibile, da un punto di vista, ma per un remake a distanza di ben venticinque anni, forse ci saremmo aspettati qualcosa in più.

La recensione in breve

7.8 Rispettoso

Amerzone - The Explorer's Legacy è un remake rispettoso dell'originale, capace di mantenere inalterato il fascino primigenio dell'opera originale, pur venticinque anni dopo la prima release. Un comparto tecnico altalenante svilisce, solo parzialmente però, lo sforzo di attualizzazione del team Microids, capace comunque di consegnarci un gioiellino senza tempo, ora fruibile anche dalle nuove generazioni.

  • Voto Game-eXperience 7.8
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