Titolo annunciato un paio di anni fa e dagli stessi di autori di Ashen, RPG action fantasy cooperativo. Flintlock The Siege of Dawn riprende elementi non solo di gameplay ma anche di stile e crea qualcosa di nuovo. Il nuovo titolo di A44 Games è sicuramente un salto in avanti, anche economicamente, rispetto al loro precedente lavoro e dimostra di avere dei design capaci. Saprà farsi spazio nel mercato videoludico? Flintlock the Siege of Dawn vuole abbracciare una grossa fetta di pubblico lasciando un’apertura ai giocatori più hardcore per le sue meccaniche soulslite.
Prima di iniziare vi invitiamo a leggere la nostra anteprima dove avevamo avuto un’idea “marginale” delle sue capacità. Molti hanno avuto accesso alla demo e potuto provare le prime due ore di gioco approfondendo anche alcuni aspetti meno chiari del gioco prodotto da Kepler Interactive. Ad oggi molti lo vedono ancora molto action, senza distinguere la profondità del gameplay nascosta dai trailer.
Sfida agli dei
Il gioco inizia come la demo, facciamo la conoscenza di Nor Vanek, soldatessa d’élite dell’esercito della Coalizione, mandata per respingere l’esercito di non morti che imperversa davanti alle Porte del Grande Abisso. Questa mini area funge da tutorial e prendiamo dimestichezza con i sistemi di movimento, l’attacco base, parry e il flintlock. Quest’ultima, è un’arma da fuoco che usata insieme all’ascia sono ciò che costituiscono parte del combat system ma ne parleremo più avanti. È tutto molto guidato e gli sviluppatori hanno cercato da subito di far apprendere le meccaniche di gameplay di Flintlock The Siege of Dawn.
Arrivati dinanzi al portone, il primo grande Boss piomba su di noi e come tradizione dei soullike perderemo lo scontro ma questo servirà a sbloccare un elemento importante di gioco e di storia. Solitamente veniamo a conoscenza della hub di gioco ma in questo caso scopriamo di esser stati salvati da un enigmatico animale. La prima notizia che ci viene comunicata è che la Porta del Grande Abisso si è aperta liberando divinità decadute e l’esercito di non morti. Enki è una volpe misteriosa con capacità magiche e dalla saggezza ancestrale che vuole guidarci prestandoci le sue capacità. In questa seconda area tutorial vengono implementati gli elementi magici al gameplay che facilitano gli scontri e la libertà di movimento nelle mappe. Da qui partirà il viaggio delle terre di Kian di Nor insieme ad Enki creando un duo sinergico per arrestare il potere delle divinità e riportare la pace.
Enki, raccontami una storia
Quanto segue non è spoiler anche se parliamo di narrativa. Enki, come molti personaggi secondari già visti, si inserisce spesso parlando con noi e raccontandoci la lore di gioco. La misteriosa volpe è molto sapiente essendo un personaggio molto antico e vuole farci prendere coscienza del mondo che abbiamo davanti in maniere attiva. Da un punto di vista di ritmi di gioco è ben calcolata ma purtroppo non si fonde con le nostre dinamiche: spesso inizierà a parlare tra orde di nemici facendo perdere il filo del discorso. Il parlato del gioco non è italiano anche se è sottotitolato, ma distrae spesso durante gli scontri dove il tempismo è fondamentale. Nell’esplorazione troviamo documenti e lettere che possono tranquillamente essere lette nel menù di gioco.
Ogni NPC incontrato ci aiuta a capire meglio, oltre ad affidarci missioni, quanto sta succedendo ed alcuni fatti antecedenti meno chiari per procedere. Il personaggio di Nor è un guerriero duro e se non fosse per il genere di gioco, non riusciamo ad esser empaticamente coinvolti con il suo scopo. Il team di sviluppo ha inserito Enki come elemento distrattivo ed anacronistico: le sue domande ed affermazioni portano il focus sulla storia e le motivazioni di Nor. Non vogliamo dire che parlerà sempre ad ogni angolo ma quando succede è interessante stare ad ascoltarlo. Il duo funziona e ci porta ad un coinvolgimento ma toccherà solo le corde di alcune persone in questo viaggio avventuroso.
Level design e verticalità
Dalle prime aree di gioco uno degli elementi evidenti è la verticalità delle mappe. Il team di A44 Games ha voluto chiaramente mettere il focus sulla complessità di queste macro mappe dando un senso di completa esplorazione. Come in altri titoli di stampo simile, ogni intreccio di corridoio, scorciatoia sbloccabile e biforcazione dimostrano l’abilità del level design di un videogioco. Flintlock The Siege of Dawn non percorre strade già viste ma usa espedienti tecnici per la libertà di esplorazione e complessità delle mappe. Al posto delle “porte scorciatoia”, sono stati inseriti questi grossi fiori con un teschio che creano un percorso di teletrasporti a corto raggio e collegati tra loro. Enki cavalca questi portali portandosi dietro Nor e ne troverete diversi nelle mappe che servono per velocizzarvi l’esplorazione: come un treno su un binario con diverse stazioni. Non siete obbligati a percorrere tutto il percorso ma potete saltare fuori prima per raggiungere zone più alte o lontane. In alcune aree potreste trovare più di un teschio utilizzabile creando un’invisibile maglia di percorsi a mezz’aria dove potete spostarvi.
Al posto di percorrere la strada a ritroso, vi trovereste direttamente o quasi al punto da cui siete partiti volando sopra la mappa ma a mezz’aria. Anche questo è level design, ma questa escamotage estetico stanca velocemente. I teschi in ogni macro area sono tanti e non sempre utili soprattutto quando si cercano oggetti nascosti o materiali: la loro funzione è solo di spostamento veloce o come piattaforme invisibili. Sono presenti dei mini dungeon di main e secondary quest e sono un mix degli elementi sopracitati ma non sono significativi in qualità complessiva. Indubbio che dal punto di vista del quadro genere ogni area sia bella da vedersi, ci sia voglia di esplorare e l’inserimento da subito della Photo Mode è ben accetta.
Un combat system preciso
Abbiamo giocato il titolo a modalità normale per capire il bilanciamento di gioco e quanto poteva esser frustrante parlando di soulslite. Vi ricordiamo che Flintlock The Siege of Dawn è un gioco soulslite che ha radici nella difficoltà del genere soulslike ma non è fortemente punitiva la sua natura. Se cercate un’esperienza rilassata per godervi la storia e l’esplorazione vi invitiamo da subito a fare la modalità storia: molto semplice, con un livello di sfida molto basso. Se siete veterani del genere vi invitiamo da subito alla modalità difficile. A parte qualche delay nella risposta dei comandi, il combat system funziona ed è divertente lasciando spazio per qualche libertà. Il pattern dei nemici è vario e va studiato per capire il timing e quali strategie adottare.
Se prendiamo l’esempio dei soldati troverete i soldati semplici, quelli con armatura, quelli d’élite ed altri ma ognuno di essi è caratterizzato da vari attacchi ed anche numericamente diversi. Come in molti RPG, avete un attacco base e un attacco caricato con ascia insieme alla pistola con pietra focaia per contrastare i nemici. Quest’ultima ha poche cariche e vanno usate solo per stoppare l’attacco dei nemici quando il loro attacco si fa troppo violento. Ogni attacco portato a termine, precisione nel deflettere i colpi e danno evitato aiutano a ricaricare la vostra flintlock, fondamentale nei vostri scontri. Esistono anche altre tipologie di armi ma in questa recensione parleremo solo delle prime che incontrate. Ogni nemico ha un mix di attacchi e tra questi ci sono gli attacchi interrompibili evidenziati da “bollini rossi” che non lasciano interpretazione sulla vostra risposta. Il doppio salto esplosivo o la schivata vi aiutano negli scontri anche a prendere tempo sulla strategia ma non sempre a chiudere lo scontro: il gioco è tarato per esser meccanicamente preciso ad ogni reazione ma senza cadere nella frustrazione dell’errore. Se volete accanirvi con l’attacco base sul nemico e giocare di schivate potrebbe non essere la soluzione universale e di veloce risoluzione.
Vi ricordiamo che la vostra precisione negli scontri determina la Reputazione che equivale all’esperienza che guadagnate e potete spendere nell’apprendere nuove abilità o nel potenziamento delle armi. Subire danni azzera il moltiplicatore di reputazione ma per ogni azione corretta portata a termine fa ripartire il contatore. Questa scelta di design alza notevolmente la qualità del gioco e premia i giocatori più esperti. Purtroppo la longevità del gioco unita a questo combat system è mal calcolata. L’esperienza complessiva è appagante ma non è bilanciata sulla varietà di scontri e situazioni. Quando sono carichi, ipoteri di Enki sono devastanti e cambiano le sorti degli scontri in base all’uso che ne volete fare: è un companion che esegue attacchi distraenti ed in seguito diventa elemento attivo. Le capacità magiche creando un elemento di contrasto con i vostri attacchi con ascia ma sono sinergici non solo ai vostri danni ma anche al ritmo di gioco. C’è una progressione di crescita del personaggio ma è mal bilanciata rispetto al livello sfida e di divertimento in genere.
La recensione in breve
Flintlock: The Siege of Dawn è l’opera più coraggiosa di A44 Games e ci ha colpito in positivo. Il combat system e il dinamismo degli scontri sono la sua forza cercando di catturare un pubblico ampio di videogiocatori. La libertà esplorativa e le scelte di design sono un elemento che è stato ben studiato quando ci si approccia alla main quest, missioni secondarie e ricerca di oggetti. Il gioco prodotto da Kepler Inteactive è un’opera grossa ed adatta a raccogliere molti giocatori ma che non fa breccia come l'originale Ashen che brillava di luce propria. Certe scelte di design non sono bilanciate con la sfida introdotta.
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Voto Game-Experience