Lo sviluppo di videogiochi indie sta vivendo le stesse difficoltà di cui riportiamo notizia, su larga scala, per i grandi studi e per i principali publisher. Nel caso dei piccoli team, però, il problema è ancora più marcato, perché la mancanza di fondi e investimenti esterni porta alla chiusura di progetti molto promettenti.
In un approfondimento in merito alla questione su Games Radar vengono raccolte le testimonianze di diversi sviluppatori coinvolti. Nei mesi scorsi abbiamo sentito della chiusura delle operazioni di Die Gute Fabrik (Mutazione, Saltsea Chronicles), Eggnut (Tails Noir) e Aggro Crab (Another Crab’s Treasure), tutti per mancanza di fondi che consentissero di continuare con le operazioni di sviluppo di nuovi giochi.
Anche Keoken Interactive (Deliver Us Mars, Deliver Us the Moon) sta incontrando enormi difficoltà a farsi finanziare nuovi giochi. Lo sviluppatore Keon Deetman ha rivelato in un’intervista di aver ricevuto qualcosa come 200 rifiuti per proposte su nuovi videogiochi negli ultimi due anni.
Capiamo che alcuni giochi non vengano approvati o non debbano essere fatti. Ma ideare, adattare e rivedere cinque diversi giochi con più di 40 publisher e sentirsi rifiutare perché sono troppo particolari, perché non sono abbastanza particolari, perché il budget è troppo alto, perché il budget è troppo basso, perché sono troppo commerciali, perché non sono abbastanza commerciali ti porta a pensare che forse il problema non sei tu, ma qualcos’altro.
Diverse voci ritengono che sia la stessa gestione della creazione di nuovi videogiochi a essere sul punto di fallimento. Il periodo post-Covid, la recessione, l’inflazione e le ondate di licenziamenti stanno portando a una spirale negativa che non sembra potersi arrestare e che sta rendendo il mercato videoludico sempre più a numero chiuso. Gli studi indie sono quelli che stanno pagando le conseguenze peggiori.