A meno che non abbiate vissuto su Marte, o non abbiate una grossa idiosincrasia con i gialli d’autore, il nome Agatha Christie vi porterà alla mente una simpatica vecchietta (e, no, non sto parlando della signora Fletcher, pur visibilmente ispirata alla scrittrice anglosassone) dalla cui mente sono nati alcuni dei migliori personaggi del settore. Miss Marple e, per l’appunto, Hercule Poirot sono solo alcune delle sue creature, personaggi che riuscirono, per via del successo ottenuto, a brillare di luce propria sovrapponendo la loro immagine a quella della pur famosa autrice.
Ed è appunto all’ultimo dei due sopraccitati personaggi, che si ispira questo Agata Christie – Hercule Poirot: the London Case, titolo che ci permetterà di entrare nella mente di uno degli investigatori privati più famosi di sempre, sfruttando tutte le abilità del re delle deduzioni per portare a soluzione un intricato caso. Riuscirà, dunque questo secondo capitolo a bissare il successo di Hercule Poirot: The First Cases o, almeno, a fornirci una avventura appagante con cui divertirci? La risposta, ahinoi, non è proprio positivissima: ma scopriamone di più, con la recensione di Agatha Christie – Hercule Poirot: the London Case.
Nuova storia, stessi guai
La storia ci porta, in media res, a bordo di una nave diretta a Londa, nave su cui Hercule Poirot dovrà incontrare il signor Arthur Hastings, sua spalla storica (oltre che inguaribile donnaiolo…), al momento committente di un incarico di custodia cui il caro Hercule Poirot è stato assegnato dalla assicurazione Lloyd di Londra.. Sarà infatti compito del famoso detective privato francese mettere sotto sorveglianza un importante quadro, permettendo così l’arrivo nella capitale britannica e l’allestimento di una mostra d’arte il cui piatto forte sarà, nemmeno a dirlo, il quadro trasportato sul cargo partito da Bruxelles.
Giunti in loco, assistiamo all’allestimento della mostra da parte della curatrice, per giungere poi a scoprire, dopo aver fatto la conoscenza di tutti i personaggi con i quali ci troveremo ad interagire, l’avvenuto furto del prezioso dipinto, raffigurante Maria Maddalena, proprio nell’immininza dell’inaugurazione della mostra. Chiuse tutte le porte della sala d’arte, per impedire la fuga del colpevole, toccherà ad Hercule Poirot dirimere il mistero e comprendere, grazie alle sue mirabolanti deduzioni, il piano allestito per la sottrazione del dipinto e gli interpreti del misfatto. Come se la situazione non fosse, di suo, già abbastanza intricata, il buon Poirot dovrà tirare le fila di un omicidio avvenuto nella galleria d’arte.
Ci troveremo dunque a raccogliere dati ambientali e ad interagire con ciascuno dei personaggi ivi presenti, al fine di ottenere tutti i dati necessare ad impostare una serie di deduzioni logiche capaci di far luce attraverso le tenebre del mistero appena creatosi, andando a svelare con le buone o con l’inganno, i segreti che ciascuno dei nostri compagni di sventura celano dietro una apparente aura di innocenza e di assoluto stupore riguardo gli eventi appena occorsi.
L’esplorazione ambientale è il cuore del gameplay…
Il prologo, sul cargo, ed il primo capitolo fungono da veri e propri tutorial, utili ad introdurci alle meccaniche che, per quanto già viste in Hercule Poirot: The First cases, datato 2021, sono state rivisitate, riviste e debitamente modificate. Cuore del gameplay saranno le fasi di esplorazione ambientale, volte alla ricerca di indizi, prontamente immagazzinati nella mappa mentale di Hercule Poirot.
Parallelamente a quanto visto nel capostipite della serie ci troveremo dunque a muovere il nostro personaggio nel mondo di gioco alla ricerca di “hitbox”, sotto forma di punti sensibili (e cliccabili) capaci di fornirci informazioni vitali per la prosecuzione del gameplay. Rispetto, però, a Hercule Poirot: the first cases assistiamo ad una variazione per quel che riguarda la gestione della telecamera. Alla telecamera isometrica fissa del primo episodio, si sostituisce una camera, sempre isometrica, ma con visuale leggermente più ampia, variabile.
La posizione potrà essere infatti ruotata, non liberamente però, di 45 gradi a destra o a sinistra, per volta, per meglio esaminare anche gli anfratti più remoti della mappa di gioco. Questo meccanismo non è però esente da difetti: le posizioni preimpostate, spesso e volentieri, chiudono eccessivamente l’angolo di visuale, costringendoci ad una ulteriore rotazione per meglio visualizzare i punti di interazione.
Oltre al sopraccitato problema, notiamo una gigantesca imprecisione nella gestione delle hitbox. Spesso e volentieri, pur avendo identificato correttamente il punto da esaminare, ci troveremo nella condizione di dover cambiare posizione per “sbloccare” l’interazione ambientale, evidentemente prefissata solo con Hercule Poirot in una determinata posizione.
…con qualche bega di troppo.
Se a ciò aggiungiamo che, spesso e volentieri, premendo nelle vicinanze di un oggetto interattivo azioneremo una hitbox completamente differente, presente sulla mappa, capirete quanto il sistema interattivo sia “difettato” o, per lo meno, passibile di miglioramento mediante patch correttive che speriamo arrivino quanto prima.
I risultati derivanti da questa dinamica di esplorazione ambientale ci permetterano, quindi, di acquisire una serie di indizi grazie ai quali far luce su quanto accaduto. Sarà dunque il momento di entrare in contatto con le famose “mappe mentali“, una sorta di archivio poliziesco in cui Poirot immagazzinerà tutti gli indizi raccolti, oltre ad elementi che andranno ad incrementare la conoscenza inconscia di ciascuno dei co-protagonisti di questo Agatha Christie – Hercule Poirot: the London Case.
Una volta immagazzinato, ciascun indizio potrà essere esaminato e combinato con altri indizi ivi presenti, al fine di creare una deduzione, elemento capace di spingere in avanti la narrazione e garantirci altre possibilità di dialogo o interazione nel “mondo” al di fuori della mente di Poirot.
Anche qui, purtroppo, assistiamo ad un netto passo indietro rispetto ad Hercule Poirot: the first Cases. Dove nel primo episodio era necessario combinare debitamente degli indizi per sbloccare determinate linee di dialogo di possibilità di interazione, in questo Hercule Poirot: the London Case sarà invece procedere in maniera completamente iterativa, provando ad accoppiare a caso i vari elementi, fino a raggiungere la “deduzione” giusta, andando a svilire il gusto della “scoperta razionale”.
Innovare nel segno della continuità
Questo Agatha Christie – Hercule Poirot: the London Case, altro non è che una versione 2.0 di quel Hercule Poirot: the first Cases che tanto ho apprezzato (e che rappresentò il mio debutto qui sulle pagine di Game Experience), trasponendo tutto il know how maturato dalla ricezione positiva del primo capitolo, in spunti di innovazione (limitata, per carità) per questa seconda iterazione.
Ci troviamo dunque di fronte ad un prodotto speculare al primo, ma con qualche marginale innovazione, principalmente sotto il comparto grafico. Alla grafica cartoonosa del primo episodio si sostituisce un più serioso stile simil-realista, capace di donare una parvenza di “maturità” ad un titolo che mantiene però un approccio scanzonato, nonostante la matrice narrativa di netta impostazione giallista. Ci troviamo dunque di fronte ad un motore grafico capace di rendere, molto meglio di prima, effetti di luce e di ombra: non c’è assolutamente traccia di RTX, ricordiamoci sempre di non essere di fronte ad un AAA, ma gli effetti avanzati sono un piacere per gli occhi.
Riguardo la telecamera, invero, si è fatto, come già specificato nella recensione, un grosso passo indietro: al netto della poca praticità del sistema di rotazione a spot fissi, lo stesso motore grafico tentenna ad ogni rotazione, pur girando il gioco su un pc di tutto rispetto, ben oltre le specifiche minime (ma anche di quelle consigliate, eh…). Agatha Christie – Hercule Poirot: the London Case rappresenta un tentativo di apertura, per via di una eccessiva semplificazione, verso una utenza ancora più casual, andando a svilire, pur solo parzialmente, le tipicità che avevano contribuito a render apprezzabile la serie.
La recensione in breve
Agatha Christie - Hercule Poirot: the London case rappresenta un passo indietro rispetto al primo episodio della serie, tanto quanto per livello della narrazione, quanto per via di un gameplay estremamente semplificato nella fase deduttiva.
Un prodotto gradevole, minato però da qualche problema di gestione delle hitbox e della telecamera. Se siete appassionati di gialli, fateci un pensiero: al netto di qualche bega, si farà apprezzare debitamente.
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Voto Game-Experience