Ho sempre pensato che recensire videogiochi fosse più un onore che un onere. E sebbene non abbia alle spalle una carriera decennale di racconti sulle pagine virtuali di tutta Italia, sono ormai diversi anni che pongo la mia firma a siglare pezzi di differente natura. In questi anni mi sono ritrovato a gestire titoli di differente respiro e peso specifico. E sebbene in molti potrebbero pensare che la recensione di Red Dead Redemption 2 sia stata la più difficile, vi assicuro che la spada sulle spalle di God of War nel 2018, mai avrei pensato potesse essere così gravosa.
È passato qualche anno ormai da quei momenti e di titoli importanti ne sono comunque usciti, ma Final Fantasy 16, non arriva sul mercato come un qualsiasi titolo tripla A. L’opera diretta da Takai con la supervisione del producer Naoki Yoshida, arriva sul mercato portando con sé il suo retaggio di saga presente sul mercato da 35 anni. Sopra di esso, come un macigno, un’eredità scomoda fatta di capitoli non eccelsi come il 13 e il 15 (se si segue solo la numerazione canonica dei single player). Non mi nasconderò: il futuro della saga dipende tutto da questo nuovo capitolo action e con un po’ di brividi di adrenalina dunque, vi dico che è arrivato il momento di raccontarvi tutto (o quasi) quello che dovete sapere sul titolo nella nostra recensione di Final Fantasy 16.
Una narrativa inarrivabile
Che la Creative Business Unit di Yoshida fosse maestra nel raccontare storie era ormai noto, specie se si ha seguito da appassionati le vicende di uno degli MMO più solidi degli ultimi anni: Final Fantasy 14. E forse anche da questo pedigree si è partiti per decidere chi dovesse essere in Square Enix l’artefice della rinascita della saga single player. Fa sorridere che l’unico uomo in grado di gestire questo peso abbia deciso di raccontare una storia basata, tra gli altri, sulla Fenice: esper, eone, eikon,ecc. storico di questo franchise, ma soprattutto animale in grado di risorgere dalle sue ceneri.
Si tratta infatti di una buffa metafora della storia del franchise e del suo stato attuale dato che, dopo alcuni inciampi, ci troviamo di fronte alla sua possibile rinascita. Non accennerò, per scelta, a nessun elemento di trama. Mi perdonerete dunque, se vi dirò che fin troppo è stato mostrato tra demo e trailer e che a mio modo di vedere (sebbene tutto ciò non potrà – fidatevi – rovinarvi l’esperienza) ogni parola è superflua se atta a descrivere un elemento così centrale nell’esperienza di questo sedicesimo capitolo.
Un’analisi però è doverosa e dunque senza entrare nel dettaglio delle dinamiche del racconto, sappiate che quanto proposto da Yoshida & Co. è davvero un’opera di livello assoluto. Regia, messa in scena, scrittura, caratterizzazione artistica e dei personaggi, rasenta a mio modo di vedere la perfezione. Lo fa soprattutto nella stesura di una trama avvincente, sempre dinamica, ricca di colpi di scena e mai fuori fuoco. Davvero Final fantasy 16 è quanto di più avvincente si possa volere da un’opera videoludica dai respiri cinematografici.
Le ispirazioni “a la” Game of Thrones sono molto evidenti e anche molto pertinenti. Final Fantasy 16 è un titolo maturo che si prende la responsabilità di ciò che vuole raccontare senza mezzi termini o misure. Il racconto è un viaggio che sfiora ogni singola sfumatura della natura umana. Vizi, psicosi, passioni, sofferenze, tutto è presente in maniera potente, ma sopratutto intelligente. Non è infatti una celebrazione della violenza, ne una manifestazione gratuita di elementi per fare scalpore. Quanto proposto è una storia matura che si prende i rischi di una scelta netta nel momento del rilancio del brand, ma che a conti fatti vince sicuramente la scommessa da questo punto di vista.
Sebbene la narrativa principale sia davvero qualitativamente di livello, non si può dire lo stesso del contenuto secondario. Le missioni di contorno, se analizzate dal punto di vista delle scrittura, non arrivano mai (tranne in una decina di casi) a livello della trama principale. Purtroppo questo impedisce al giocatore di godersi una componente che avrebbe sicuramente aumentato il senso di avvolgimento e di caratterizzazione di un mondo ricco di intrighi. La Valisthea presentata è infatti una base splendida che avrebbe potuto ospitare tutta una serie di racconti secondari in grado di aumentare ulteriormente l’empatia verso la situazione politica e sociale in cui versa il continente.
L’annosa questione del gameplay
La deriva action di Final Fantasy 16 è stata ampiamente discussa e anche criticata aspramente in alcuni casi. Giocare Final Fanatasy 16 è differente che vederlo in azione. Per scelta di sviluppo, il gameplay di questo capitolo rappresenta un action che punta, nelle sembianze, a ricordare da vicino le acrobazie più celebri di titoli come Devil May Cry e Bayonetta. Nella pratica però, il sistema di combo e di possibilità offerte si discosta molto da quei due capisaldi, proponendo un mix frenetico sì, ma estremamente peculiare.
Con la demo disponibile e con la nostra anteprima già pubblicata un mese fa, è chiaramente superfluo andare a fare una descrizione tecnica tasto per tasto, bensì a nostro modo di vedere, è più utile soffermarsi sul feeling e sulle sensazioni che giocare Final Fantasy 16 ci ha fornito. E anche in questo caso sono presenti gioie e dolori.
Una volta nell’azione, Final Fantasy 16 è un grande parco divertimenti di spettacolo e coreografie. Le possibilità offerte tra colpi principali e abilità degli Eikon sono vaste e stratificate, ma spesso risultano fini a se stesse. La chiave del sistema di combattimento è solo quella di ottenere più velocemente possibile lo stordimento dell’avversario per effettuare i maggiori danni possibili. Questa serie di azioni è oggettivamente piacevole sia da vedere che nella messa in pratica. Le combo sono divertenti da eseguire e spesso richiedono tutta una serie di concatenamenti non così immediati.
Il problema però, risiede nelle motivazioni per le quali ci si dovrebbe tuffare in questa sequenze di combo articolate. Perché farlo se l’utilizzo delle abilità che infliggono più stordimento e più danno offre lo stesso risultato ma in tempistiche minori? Il grosso vero problema di Final Fantasy 16 dunque, è l’assenza di una ricompensa per il giocatore in svariate situazioni.
A rimarcare questa spiacevole situazione vi sarà la completa assenza di una componente GDR. Una caratteristica dei più celebri Final Fantasy era la possibilità di giocare con parametri ed equipaggiamento per fare in modo che diverse magie, evocazioni e azioni portassero il giocatore a sfruttare debolezze elementali. Tutto ciò in Final Fantasy 16 semplicemente non esiste. Gli equipaggiamenti lavorano al massimo su percentuali di danno maggiori e tempi ridotti di cooldown per le abilità Eikon. Non esiste quindi un sistema di debolezze elementali nonostante la presenza di magie e danni magici. Che voi utilizziate Aero o Blizzard piuttosto che Fulgor insomma, questo non vi porterà nessun beneficio così come lo conosciamo da anni nella saga.
Questo problema poi, si ritrova anche nella questione esplorazione. Perseguire la via del completismo e della esplorazione minuziosa della mappa non porta a nulla. Ci sono alcune quest che vi permetteranno di ottenere armi e armature celebri e potenti, ma al di là del mero aumentare il danno da 250 a 300 ad esempio, non avrete un vero e proprio motivo per utilizzare il vostro tempo in queste attività. Perfino la caccia alle creature più “temibili” sarà un mero riempitivo. Un diversivo per interrompere la sinusoide di alti e bassi che contraddistingue il proseguimento della trama principale.
L’incedere del gameplay infatti, è ampiamente sbilanciato. Durante l’incedere della trama principale, sarete assaliti dalla sensazione che l’opera viri prepotentemente verso il film interattivo con lunghe sessioni di gioco in cui si guardano filmanti. La presenza di questi contenuti secondari di puro gameplay senza ricompense dunque, è chiaramente presente per garantire una componente ludica adeguata all’interno di questa mastodontica produzione. Detto questo, un effettivo bisogno di deviare dalla rincorsa alla parola “The End” non c’è.
Neanche la presenza di una vera e propria modalità Final Fantasy alla fine del primo completamento innesta di linfa vitale questa situazione. Purtroppo rigiocare il titolo serve solo per godersi un effettivo livello di sfida elevato, ma niente che stravolga l’infrastruttura ludica o la ampli in nessun modo. Stesso discorso per le modalità arcade presenti in gioco. Potrete godere visivamente degli scontri coi boss in rapida successione, potrete provare a fare delle combo pazzesche, ma senza un vero motivo dato che al netto del miglior punteggio mondiale, non avrete profondità di build da “testare”.
Grafica e contorno
Quello che sicuramente non è difficile notare è il comparto grafico e sonoro dell’ultima opera di Square Enix. Siamo infatti di fronte a una qualità esorbitante che facilmente ci troviamo a definire una esperienza finalmente next-gen. Sì, il gioco non raggiunge stabilmente i 60 frame con la modalità performance, ma da quando questo è diventato una discriminante? Se quanto proposto risulta incredibilmente soddisfacente da vedere e da giocare anche senza i 60fps, ha davvero senso continuare a battere questo chiodo? Per noi no. Final Fantasy 16 ci ha soddisfatti da questo punto di vista, e solo in un caso il gioco ha subito un rallentamento problematico in una scena.
Il supporto alla tecnica è poi qualcosa di fenomenale. Final Fantasy 16 presenta una caratterizzazione artistica e una colonna sonora di pura eccellenza. Da una parte ambientazioni, armature, stile dei nemici e dei protagonisti brilla in ogni situazione, offrendo poli variegati, segnati dal loro passato e dalle condizioni ambientali in cui sopravvivono, ma anche segnati dall’etere come coerentemente ci si aspetterebbe. Soken, compositore della soundtrack, sforna poi un capolavoro che probabilmente rimarrà nella storia del medium. Find the Flame, brano iconico, verrà sicuramente ricordato al pari di mostri sacri del genere composti da Nobuo Uematsu, e sebbene Final Fantasy 16 non si avvicini ai capolavori del franchise, ci sbilanciamo nel dire che se di eredità e retaggio dobbiamo parlare, quelli di Uematsu sembrano aver trovato un ottimo ricettacolo di nome Soken in cui sopravvivere.
La recensione in breve
Final Fantasy 16 è uno step fondamentale per il futuro del franchise, ne siamo consapevoli. La strada intrapresa è quella giusta e quanto fatto dal team di sviluppo è sicuramente qualcosa di coraggioso e difficile. Che va premiato, al netto delle sue problematiche. È difficile staccarsi dal passato, ed è difficile farlo guardando con nostalgia ad opere che hanno caratterizzato per 35 anni la vita di molte generazioni. Quanto proposto è una storia commovente, forte, cruda che racconta se vogliamo anche la situazione attuale del franchise. Questo sedicesimo capitolo non è perfetto, si tratta infatti di un titolo che scende a molti compromessi. Il principale tra questi è sicuramente la componente ludica, subordinata a un racconto d’impatto, che cerca di riportare l’opera verso prima di tutto il racconto di una storia avvincente. Yoshida chiede ai fan un salto nel vuoto, un balzo della fede che potrebbe portare a un nuovo futuro radioso per il franchise e sinceramente, dopo più di 50 ore di gioco, noi ci sentiamo di seguirlo non in maniera incondizionata, ma usufruendo della più forte arma che l’uomo abbia mai posseduto: la propria volontà.
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Voto Game-Experince