Giocando a Stray mi è tornato in mente che non era la prima volta di videogiochi con animali come protagonisti. Nel corso degli oltre 30 anni suonati di carriera videoludica alle spalle – passate a giocare tra Super Nintendo, Sega Mega Drive, Playstation e Xbox – in altre occasioni ho visto il mondo raccontato da un punto di vista “animalesco”. Con i gatti vado sul sicuro. Avendo due bellissime femminucce a casa, Irene e Zoe, ogni giorno scopro sempre nuove cose del loro mondo, che non gira tutto attorno al mero ciclo cibo-coccole-nanna. Oddio, forse tutto questo è una buona parte della loro giornata tipo, ma non deragliamo (altrimenti rischio di essere linciato dai capi della barracca).
Mi sono sentito come il ragionier Belluca, protagonista della novella di Luigi Pirandello “Il treno ha fischiato”. La testa che vola tra i ricordi in un viaggio metafisico tra memorie d’infanzia, momenti particolari ed emozioni mai dimenticate. Mi piacerebbe fotografare, in questi momenti, la mia presenza catatonica, giusto per sapere quanto tempo vado off-line. Detto tra noi – e sono arci-sicuro che succede spesso anche a voi – è probabile che soffra di una Sindrome di Stendhal 2.0. Di fronte ad un’opera d’arte è impossibile restare impassibili. Perché sì, i videogiochi su un puro e semplice esempio di arte.
Ok, se l’anamnesi è questa la prognosi è quella di ricordare alcuni videogiochi che, al pari di Stray, vedono gli animali come protagonisti. Voglio portarvi, però, degli esempi aderenti per logiche di gameplay e contesti, dove la storia si svela con il racconto. Dove l’esperienza di gioco è vissuta sulla nostra pell…iccia.
STRAY
Tutti pazzi per Stray. Nel mentre pubblicavamo la nostra recensione, diveniva un trend su Twitch. E intanto Annapurna Interactive dimostra, ancora una volta, che di videogiochi ne capisce e come. Al felino arancione non serve il dono della parola per raccontarci la sua storia. L’isteria iniziale da sete di conoscenza lascia agevolmente il posto al dolce piacere della scoperta. Il tutto è aiutato dalle atmosfere, tra luci e suoni di una versione “slim fit” di Night City, e una colonna sonora da playlist di Spotify.
Stray deve la sua fama a Murtaugh, Oscar e Jun. Sono loro i protagonisti che hanno prestato il loro talento felino agli sviluppatori francesi di BlueTwelve Studio. Non solo motion capture ma anche i loro comportamenti hanno guidato il team di sviluppo in quello che merita un posto tra i GOTY 2022. Non sono accette sorprese in senso negativo, altrimenti un carico di sabbietta usata verrà fatto recapitare agli organizzatori.
SPIRIT OF THE NORTH: ENHANCED EDITION
Poteva sembrare un interessante esperimento indie, come sta capitando ultimamente da qualche anno a questa parte. Dopo l’arrivo dell’Enhanced Edition dello scorso e l’inclusione all’interno del catalogo del PS Plus Premium, tutto quello che ho sempre pensato su questo gioco alla fine si è rivelato una sacrosanta verità. Pura e semplice magia. La critica non lo ha osannato, ad onor del vero i punteggi non sono stati dei migliori. Onestamente me ne sono fregato all’epoca e l’ho rifatto pochi giorni fa, quando l’ho ricominciato a giocare.
Sempre di animali si parla insomma, e in questo caso il protagonista è una volpe che ci porta alla scoperta di miti e leggende in quello che sembra essere una rivisitazione dell’Islanda. La narrazione è densa di folklore, con la presenza costante della Guardiana dell’Aurora Boreale.
Un guerriero? Un esploratore? Nessuno delle due? Non l’ho mai capito e nemmeno mi è importato più di tanto. Non vedo l’ora di finire di scrivere questo articolo per portare a termine la sua missione un’altra volta come la prima volta. Detto tra noi, non credo che sarà l’ultima.
OKAMI
Restando sul tema di miti e leggende, ma subendo un attacco d’arte incredibile, Okami racconta la storia del lupo bianco Shiranui. Egli altro non è che l’incaranazione di Amaterasu, invocata sulla terra per sconfiggere il demone Orochi, liberatosi dalla sua prigionia. I ritmi di gioco ringraziano un signore chiamato Hideki Kamiya alla direzione del progetto. Capcom non ama i ritmi compassati per cui il titolo è un fast paced action dove non si va molto per il sottile. La narrazione è affidata a delle schermate dove il dito scivola sempre sul tasto per “skippare”.
Vi confesso che Okami l’ho sempre immaginato come un ipotetico spin-off di Shadow Dancer, con il fedele lupo che da sempre accompagnava il temerario ninja prendersi una pausa e godersi il ruolo da protagonista. Di fatto Shiranui si muove e combatte come un ninja, in un mondo dove umani e demoni reclamano la sua anima. Se siete dei possessori di Nintendo Switch, in particolare, è un gioco che vi consiglio di recuperare quanto prima.
ORI (serie)
È quasi impossibile evitare il legame empatico con il tenero – non ho la minima idea che specie sia – protagonista della serie di ORI. Qui passiamo da un’esplorazione libera ad una pseudo vincolata dalla schematicità di un platform. Ma è solo una mera illusione visto che gli stage sono perfettamente rivisitabili anche in un secondo momento, con altrettante cose da fare. L’ho ricordato anche prima con Okami e anche in questa occasione è di nuovo l’arte a raccontare la storia.
Colonne sonore e ambientazioni che ricordano vagamente il pianeta Pandora in Avatar, pellicola realizzata da James Cameron. E poi tanti, ma tanti, ma tantissimi colori. Momenti da immortalare in un quadro in cui perdersi e contemplare. Anche se non hanno il dono della parola, la semplice gestualità di questi animaletti è in grado di esprimere più di 1000 parole. La serie di Ori, anche se apparentemente non ne abbiamo bisogno, ci prende per mano e ci ricorda affettuosamente che il divertimento vive nella semplicità delle cose.
AWAY: THE SURVIVAL SERIES
L’ultima tappa del nostro viaggio alla ricerca dei videogiochi più interessanti che vedono gli animali come protagonisti, ci porta alla corte di Away: The survival series. Più che un videogioco sembra quasi un documentario. L’obbiettivo dei canadesi di Breaking Walls è quello di fornire una lezione di sopravvivenza, vestendo i panni di un rettile piuttosto che un coleottero. È vero, non ci sono storie da ascoltare e misteri da svelare. Si deve “solo”, per modo di dire, sopravvivere.
In verità, il fattore immersione ci porta a retrocedere di diversi anelli della catena alimentare. Dove il confine tra preda e cacciatore è molto labile. Oggi tocca a me e domani spero non tocchi a te. Morte tua, vita mia. Termino la fiera dei luoghi comuni perché il rischio di diventare patetico è dietro l’angolo. Non esiste, però, miglior modo per sintetizzare i concetti base di questo interessante esperimento indie.
ENDLING EXTINCTION IS FOREVER
Dove arriva a spingersi l’amore di una madre per i propri cuccioli? Endling Extinction Is Forever dimostra che non esiste una limite certo e conosciuto per questa risposta: quanto è necessario. La protagonista di questa avventura indie firmata da Herobeat Studios è “solo” una volpe, con una responsabilità non da poco. L’unico scopo di questo platform narrativo è quello di garantire la sopravvivenza della sua progenie. Non si tratta solo di fiutare e procacciare cibo, ma anche di seguire tracce, evitare con intelligenza rischi e pericoli e salvare i propri cuccioli da un destino infausto e crudele.
È vero abbiamo “sforato”, visto che si trattava di 5 videogiochi che vedevano gli animali come protagonisti. Consideratelo un bonus entry, come quando alla fine ti accorgi che hai fatto una cavolata e cerchi di fare il “bello” per rimediare. La verità è che viene difficile evitare ciò che non merita di essere evitato. Vi avviso, però, di una cosa, e mi rivolgo soprattutto ai genitori-gamer: alcuni momenti li vivrete sulla vostra pell…iccia.