Conoscete la storia di SNK? La casa di sviluppo giapponese che ognuno di noi segretamente porta nel cuore per aver dato vita a Metal Slug, ha alle spalle un fallimento. In seguito a questo triste episodio, lo studio non ha cambiato il suo approccio verso i videogiochi fino alla metà degli anni 10’, dove l’azienda ha spostato l’attenzione per le pachinko data la popolarità dei suoi personaggi.
Fatto sta che SNK è una delle più grandi pietre nella costruzione del genere picchiaduro, con Art of Fighting, Fatal Fury, Samurai Showodown e ultima, non per importanza ma perché lodevole di standing ovation è The King of Fighters.
King of Fighters non è soltanto uno dei picchiaduro più difficili in circolazione, è anche il franchise di giochi di lotta che conta il più alto numero di capitoli singoli, ben 15, e proprio l’ultimo ‘’The King of Fighters XV” ambisce a riprendere il posto che gli spetta nell’olimo picchiaduresco.
Non è un posto per deboli
Il quindicesimo capitolo di The King of Fighters mantiene integra la formula e la filosofia che ha sempre contraddistinto la saga. Si tratta di un gioco di combattimento a squadre, dove è possibile scegliere fino a 3 lottatori ma utilizzarne uno per volta. Scordatevi di assist o cambi durante la battaglia, è un semplice 1 VS 1 senza round, vince chi resta in piedi.
Il sistema di combattimento non abbandona la sua indole tecnica e poco accessibile, condita da imput complessi e combo impegnative da iniziare. Tuttavia, grazie a un rallentamento generale del ritmo di gioco e delle animazioni, tutto scorre in maniera più ragionata e meno elitaria. Le combo sono sempre difficili da eseguire, ma non c’è più la necessità di slogarsi il pollice, e anche la lunghezza di ogni serie di attacchi è stata ridotta per incentrare il gameplay sulla fase neutrale, ovvero quando nessun giocatore ha il vantaggio sull’altro.
Due nuove introduzioni nelle meccaniche di gioco che ho gradito la ”rotolata” e l’hyper armor. La prima è una semplice capriola universale per tutti i personaggi che si può effettuare sia in indietro che in avanti mentre si para. Utile per sfuggire all’offensiva dell’avversario o per farsi strada mentre ci si avvicina a uno zooner. Con l’hyper amor s’intendono quegli attacchi che non vengono interrotti se si viene colpiti, e in questo modo si sceglie di sacrificare del meter per rompere la pressione dell’avversario.
Il tentativo di SNK per avvicinare i casual (perdonatemi il termine) a King of Fighters 15 è l’introduzione delle auto-combo. Premendo rapidamente il tasto dell’attacco debole si effettuerà una combinazione automatica, e in base al quarto tasto che si preme e all’indicatore a disposizione e al livello di indicatore disponibile ci sarà una super garantita. Lo stesso sistema è già stato visto in Dragon Ball Fighter Z, e se lì lo promuovevo, in Kof lo boccio. Le autocombo di FighterZ potevano funzionare per i casual, mentre in questo 15 non servono a molto.
Sono difficili da effettuare perché bisogna stare a contatto con l’avversario, non basta colpirlo, e non è una circostanza semplice se si affronta un altro giocatore. Inoltre, non fanno molto danno, e considerando la libertà di espressione che il gioco propone nelle combo, starei lontano da quelle automatiche.
È un buon sistema di combattimento, di gran lunga superiore a quella di King of Fighters XIV ma che reputo di poco sotto al XIII, ovvero il più ben fatto capitolo della serie.
Passi avanti, ma la strada del re è ancora lunga
Per quanto il passo in avanti in ambito tecnico rispetto al predecessore sia evidente, King of Fighters 15 non eccelle per il suo comparto estetico. I modelli dei personaggi sono ancor al di sotto di quello che ci si aspetta nell’anno corrente, e i volti di molti personaggi lasciano a desiderare. Samurai Showdown, seppur uscito primo, arginò questa carenza con lato estetico più stilizzato, e avrei gradito un approccio simile anche questa volta.
Nonostante ciò, la grafica da abbastanza giustizia al roster. Il numero di personaggi selezionati è veramente corposo, soprattutto per essere quello iniziale. Ben 39 personaggi utilizzabili sono tanti, e dove c’è tanta quantità, ne risente la qualità. Questo non vuol dire che i personaggi sono fatti male, anzì, i vecchi ritorni sfoggiano un buon design, mentre non si può dire lo stesso per i visi meno noti. Il nuovo frontman, Shun’ei, proprio non mi piace, c’è poco da fare.
Nel complesso ogni personaggio può dire la sua, se giocato con la giusta pratica e approfondito a dovere, tuttavia alcuni hanno tanta scelta in più rispetto ad altri, e ciò scalfisce in parte il roster, rendendolo in parte squilibrato. Avrei anche gradito la metà dei personaggi utilizzabili per un maggiore equilibrio, ma King of Fighters è incentrato sui team composti da lottatori singoli, e di conseguenza comprendo la scelta del team di sviluppo. Un applauso va fatto alle Climax Move, ovvero le mosse finali. Poche sono insufficienti, mentre la maggior parte sono le migliori Super mosse mai viste in un King of Fighters. La mia preferita è quella di Ralph dove emerge con il fuoco alle spalle in stile Terminator.
Quanto offri?
Per quanto riguarda le modalità di gioco in giocatore single, oltre all’Arcade non c’è molta offerta. Belli i finali di gruppo che continuano le storie aperte decenni fa, ma non mi sarebbe dispiaciuta la presenta della modalità Sopravvivenza come nel XIV, o anche dei semplici artwork sbloccabili nella galleria. Da sbloccare ci sono soltanto le musiche ascoltabili, e qui c’è un gran lavoro dietro. In The King of Fighter XV è presenta la colonna sonora di ogni capitolo della serie mai pubblicato, come se questo non dovesse bastare, anche le OST di altri celebri giochi SNK, come Metal Slug.
Il più forte del mondo
Ma arriviamo finalmente all’online. Samurai Showdown, ultimo gioco del team prima di questo XV, è un buon picchiaduro, ma scalfito da un pessimo netcode. The King of Fighters XV è invece il primo capitolo della saga a presentare il Rollback Netcode, e questo è un gigantesco passo avanti. Con il rollback, le battaglie online con giocatori della stessa Region sembrano quasi partite giocate in locale quando entrambi i giocatori hanno la console connessa a Internet tramite cavo. Il risultato è buono anche con chi usa il Wi-Fi, seppur con qualche problema minore.
Nel complesso giocare a The King of Fighters XV online va che è un piacere, ma l’aspetto che più ho gradito è il sistema di Rank.
Il sistema di Rank nei picchiaduro è un problema che affligge quasi ogni titolo, e in tutta sincerità, pochi sono i sistemi che mi sento di promuovere, in particolare quello di Street Fighter V, seppur resta immobile e non invoglia il giocatore a tornare a giocare di stagione in stagione. The King of Fighters XV invece opta per un metodo semplice quanto efficace. Ogni rank è composto da 5 Stelle, vincendo una partita si ottiene una stella, venendo sconfitti si perde la stella. Niente di complicato, ma in questo modo c’è una buona gerarchia fra i vari livelli e si deve comunque giocare un numero onesto di partite prima di salire al prossimo livello, o finire a quello dov’eravamo prima.
Il Verdetto
The King of Fighters XV non mira a modificare l’identità elitaria che da sempre è un punto cardine della serie, seppur rendendo il tutto più accessibile grazie a un ritmo meno serrato. Eccelle in ogni componente del suo sistema di combattimeno, dall’essere divertente e complesso nella base fino all’online, che con un gran netcode e un ottimo sistema di Rank è anche il migliore in circolazione. L’estrema complessità del gioco potrebbe tenere i giocatori meno esperti alla larga, e anche il titolo non fa molto per attirare novizi, e la mancanza di modalità single player non è un incentivo per chi non vuole entrare subito in pista e affrontare altri combattenti.
Come videogioco in sè è un titolo discreto, ma come picchiaduro, The King of Fighters XV è un grandissimo picchiaduro.
La recensione in breve
The King of Fighters XV non mira a modificare l’identità elitaria che da sempre è un punto cardine della serie, seppur rendendo il tutto più accessibile grazie a un ritmo meno serrato. Eccelle in ogni componente del suo sistema di combattimeno, dall’essere divertente e complesso nella base fino all’online, che con un gran netcode e un ottimo sistema di Rank è anche il migliore in circolazione. L’estrema complessità del gioco potrebbe tenere i giocatori meno esperti alla larga, e anche il titolo non fa molto per attirare novizi, e la mancanza di modalità single player non è un incentivo per chi non vuole entrare subito in pista e affrontare altri combattenti.
Come videogioco in sè è un titolo discreto, ma come picchiaduro, The King of Fighters XV è un grandissimo picchiaduro.
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Voto Game-Experience