Nelle ultime settimane l’audio è diventato uno degli argomenti più caldi tra i videogiocatori. Dolby Atmos, DTS, spazializzazione e audio 3D sono sulla bocca di tutti, e mai come in questa generazione l’audio è diventato assoluto protagonista dell’esperienza di gioco. Abbiamo quindi deciso di confrontare i due headset più introvabili del mercato, le Pulse 3D di Sony, da un lato, e l’Xbox Wireless Headset dall’altro. Seppur disponibili dal day one delle rispettive console, entrambi gli headset sono ancora oggi merce rara. Alla fascia di prezzo proposta, poco meno di 100€ per entrambe, difficile non mettere mano al portafogli ed entrare nel mondo dell’audio tridimensionale.
Dolby Atmos e Audio 3D in questi primi sei mesi di current gen sono diventati dei compagni di gioco immancabili in molte delle esperienze più attese. Basti pensare a Returnal o a Resident Evil Village, ma anche agli ultimi Forza e Gears of War 5 – tutti titoli dove il suono di nuova generazione fa davvero la differenza. Ma lo sappiamo, vi state chiedendo quale dei due headset sia effettivamente il migliore: mettetevi comodi e scopriamolo assieme.
PULSE 3D: Estetica ed Ergonomia
A saltare subito agli occhi delle Pulse 3D è il loro stile minimal, che richiama i colori di PS5: plastiche bianche/grigio tenue, fascia elastica, padiglioni e interno cuffie neri con piacevole gradiente opaco. Ad un primo sguardo l’headset appare elegante e comodo. L’arco superiore con fascia morbida garantisce un utilizzo prolungato dell’headset senza fastidi. I padiglioni, in foam morbida rivestita in finta pelle, hanno dimensioni generose e coprono interamente i lobi, con uno spazio di alloggiamento ragguardevole che conferisce alle Pulse 3D un’ottima ergonomia. Discorso un po’ diverso per le plastiche, che a fronte di una buona piacevolezza al tatto non veicolano allo stesso modo il concetto di robustezza. Se da un lato i 300 grammi di peso dell’headset ne rappresentano un punto a favore, dall’altro finiscono per aumentare questa sensazione di fragilità, specie nel caso di cadute accidentali.
Xbox Wireless Headset: Estetica ed Ergonomia
Microsoft offre al consumatore un headset dallo stile più serioso, impreziosito dai toni verdi che delineano il profilo dei padiglioni e il logo Xbox impresso in quello destro. Un design pulito e formale, per un peso contenuto di poco superiore ai 300 grammi e una forma tradizionale che va a braccetto con Series X, un po’ meno con le plastiche bianche di Series S. L’Xbox Wireless Headset trasmette un ottimo senso di solidità. Le plastiche appaiono robuste, con un buon feedback della foam morbida dei padiglioni e dalla finta pelle che le ricopre. Le forme generose dei padiglioni, che avvolgono interamente i lobi dell’utente per un notevole isolamento sonoro, garantiscono ottima ergonomia e comfort. L’archetto superiore di metallo con rivestimento morbido scarica il peso dell’headset senza indurre affaticamenti nelle sessioni più durature. Ottimo il microfono, che può essere arrotolato attorno al padiglione sinistro, garantendo una pratica soluzione in caso di non utilizzo.
Pulse 3D: Connessioni e Funzionalità
Le Pulse 3D montano due driver da 40millimetri a neodimio: una soluzione tradizionale, anche se le dimensioni dei padiglioni avrebbero permesso di osare qualcosa di più. All’interno della confezione, oltre all’headset, troviamo un ricevitore WiFi USB a 2.4GHz, compatibile con PS5, PS4/PS4 Pro, PC e Mac, e il cavo USB-C per la ricarica. Pur essendo wireless, le Pulse 3D possono essere usate in modalità Wired, connettendole direttamente al DualSense (o anche a pad della concorrenza, tra cui quello Microsoft, purché provvisti di ingresso jack 3.5mm: in questa configurazione, l’alimentazione delle cuffie è a carico del pad, a fronte di una durata di circa 10/12 ore in modalità senza filo.
L’handling del dispositivo risiede nella scocca del padiglione sinistro. Dall’alto al basso troviamo il pulsante per il missaggio audio di gioco/chat, lo switch per mandare in cuffia la voce, il regolatore del volume e lo switch on/off del microfono. Seguono una porta USB-Type C per la ricarica, un input mini Jack da 3.5mm e il tasto d’accensione. Tutti i comandi funzionano in modo reattivo, anche se la vicinanza dei tasti potrebbe rappresentare, nelle battute iniziali, un ostacolo da superare con un certo rodaggio. I due fori, sopra e sotto i tasti appena elencati, fungono da microfono. Una genialata in termini di design, che paga dazio nella pulizia della trasmissione audio: l’assenza di un microfono direzionale fa sì che le Pulse 3D catturino parte del rumore ambientale, che rimane abbastanza udibile ad un orecchio esperto.
Xbox Wireless Headset: Connessioni e Funzionalità
In termini di Handling, l’Xbox Wireless Headset non teme rivali. La quantità di pulsanti inseriti nella scocca è ridotta al minimo, e oltre alla porta USB-C per la ricarica, i soli tasti presenti sono quello di accensione-accoppiamento e di on/off del microfono. Al resto ci pensano due ruote montate sui padiglioni, con cui regolare il volume generale (padiglione destro) e mixare audio e chat (padiglione sinistro).
Il device supporta Bluetooth 4.2 e il WiFi proprietario a 2.4GHz, che garantisce piena compatibilità con tutte le console Microsoft, con PC e Mac tramite USB, e il supporto ai device mobile tramite Bluetooth via codec SBC. Il target principale di questo headset è il gaming, ma si comporta positivamente anche con l’ascolto di musica e cinema. Attenzione però, manca il supporto alla connessione su Pad con jack da 3.5mm: dimentichiamoci pertanto un utilizzo del device su altre console, al di fuori della famiglia Xbox. L’Xbox Wireless Headset può quindi gestire contemporaneamente due segnali in input: un plus strepitoso per la fascia di prezzo proposta, che permette di ascoltare l’audio proveniente dalla console e, allo stesso tempo, usare come sottofondo musicale una playlist via Bluetooth o effettuare una chiamata da cellulare.
Menzione d’onore al microfono, dotato di auto-muting e di cancellazione attiva del rumore. Selezionando il livello massimo tra i tre disponibili, gran parte dei rumori ambientali viene eliminata senza minare la qualità dei dati trasmessi. Ricordiamo che la gestione dell’headset, su Xbox, è integrata nella dashboard della console, mentre per PC è disponibile un’app dedicata che permette di gestire il microfono e di alternare tra i preset di ascolto disponibili.
Pulse 3D: Prova sul campo
In termini di spazializzazione, è impossibile non lodare il risultato raggiunto dal Tempest Engine. L’Audio 3D rappresenta una delle feature di punta di PlayStation 5, e garantisce un livello di immersione impressionante rispetto a quanto visto sinora. Le Pulse 3D permettono di godere di questa tecnologia in un contesto wireless – vi ricordiamo che le API del Tempest Engine sono utilizzabili da qualsiasi headset stereo connesso via jack 3.5mm al DualSense. Banco di prova per le Pulse 3D sono stati titoli come Spider-Man Miles Morales e Demon’s Souls, ma soprattutto Resident Evil Village e Returnal. Il risultato è ottimo. il suono è avvolgente, e la possibilità di riconoscere nitidamente la posizione della fonte sonora dona una nuova dimensione al nostro playthrough. La pioggia che batte sul casco di Selene e i tuoni in lontananza in Returnal, o i passi sopra la nostra testa nelle segrete del Castello Dimitrescu, rappresentano un valore aggiunto impressionante alle sessioni di gioco. Pur dimostrandosi a tratti leggermente meno precisa di Atmos, l’accoppiata Tempest Engine e Pulse 3D è promossa con ottimi voti.
E se lato gaming possiamo dirci del tutto soddisfatti, anche l’ascolto di cinema e musica è assolutamente positivo. Le Pulse 3D suonano molto bene alle frequenze medio/alte, con qualche pecca alle basse frequenze – dove i bassi vengono boostati in modo un po’ innaturale, per un suono che risulta leggermente artificioso. Gli audiofili più esigenti farebbero bene a rivolgere il proprio sguardo altrove: ma alla fascia di prezzo proposta, e alla luce della natura prettamente gaming, difficile chiedere qualcosa di più a queste Pulse 3D.
Xbox Wireless Headset: Prova sul campo
Il comportamento dell’headset di Microsoft è esemplare alle basse frequenze, con un suono corposo che dona sostanza e concretezza all’ascolto. Convincente il comportamento dei mid, sebbene più ci si alzi in frequenza e più il missaggio con gli alti va a perdere tratti di cristallinità. All’aumentare del volume abbiamo percepito delle lievissime distorsioni o un calo di nitidezza nella spazializzazione, ma per la fascia di mercato a cui è rivolto questo headset difficilmente troverete qualcosa di più performante. Forte di un rapporto qualità/prezzo strepitoso, il comportamento in materia di audio posizionale supera le aspettative. La scelta di un codec tra quelli supportati influisce sull’ascolto, ma a fronte di situazioni limite in cui è inevitabile un minimo appiattimento, il risultato è sorprendente.
Le nostre prove con il recente Call of Duty, Forza Horizon 4, Gears of War 5 o The Medium hanno siglato degli ottimi risultati. Xbox Wireless Headset supporta le codifiche Windows Sonic, Dolby Atmos e DTS. Poco convincente il primo, con un risultato in termini di spazializzazione spesso appena distinguibile. Dolby Atmos si conferma scelta per eccellenza per il gaming, e crea una spazialità sonora a 360 gradi che, nei titoli supportati, dona all’esperienza di gioco un livello di immersione impressionante. Chiude il terzetto DTS, che al costo di circa 20€ offre l’esperienza più orientata all’ascolto cinema/musica: a dimostrazione del fatto che, in casa Microsoft, anche la versatilità ha il proprio peso.
Il Verdetto
Alla luce di quanto detto, quale headset ci ha quindi convinti maggiormente? Una scelta difficile, e al netto delle preferenze di ciascuno è impossibile non promuovere entrambe a pieni voti. Se da un lato le Pulse 3D suonano in modo eccellente con le esclusive PlayStation e con l’ultimo Resident Evil, dall’altro il Dolby Atmos nei titoli Xbox regala un’esperienza impressionante. Call of Duty è pazzesco, ma anche Gears of War 5 o il meno recente Shadow of the Tomb Raider suonano che è una meraviglia. Se dunque in termini di ergonomia e comodità è un pareggio, Sony vince la battaglia dell’estetica col suo stile minimal e accattivante. Microsoft, grazie alla doppia connettività e al supporto Atmos/DTS, porta a casa il punto in termini di funzionalità e fruizione generale. In termini di spazializzazione, la partita si gioca ovviamente nel campo dei titoli. Entrambi gli headset, lo ribadiamo, offrono delle feature eccellenti per la fascia di prezzo proposta: ma la differenza, come sempre, la fanno i titoli supportati.