Nella recensione di My Hero One’s Justice 2 esordivo elencando tutti i tie-in basati su anime che Bandai Namco ha rilasciato nei primi mesi del 2020 o ha intenzione di pubblicare entro la fine dell’anno: ne ho contati circa una decina, tutti basati su anime e manga che stanno vivendo in questi anni il loro periodo di maggiore successo grazie agli adattamenti televisivi come One-Punch Man, lo stesso My Hero Academia o Tokyo Ghoul, oppure anime che continuano ad essere molto popolari nonstante i decenni trascorsi dalla messa in onda della prima puntata come One Piece, Dragon Ball, Digimon o Capitan Tsubasa. Tanti anime in passato hanno avuto la loro trasposizione e tanti ancora la riceveranno, tuttavia ci sono serie nipponiche che in passato sono state completamente ignorate oppure che non hanno ricevuto il trattamento dovuto. Ecco a voi un elenco di cinque anime e manga che meriterebbero un nuovo adattamento in formato videogioco.
FullMetal Alchemist: Brotherhood
Cominciamo da uno dei miei manga preferiti ed a mio parere una delle migliori storie di sempre: la saga dei fratelli Elric ha in realtà ricevuto ben cinque adattamenti fra il 2003 ed il 2007, principalmente su PlayStation 2, ma ci sono due problemi con questi giochi: il primo è che dei cinque titoli solo tre sono stati localizzati fuori dal Giappone, due action RPG per PlayStation 2 prodotti da Square Enix ed un beat ‘em up a scorrimento per DS, e di questi solo il titolo per la portatile Nintendo è arrivato in Europa; il secondo riguarda il fatto che si tratta di adattamenti della prima serie dell’anime, che aveva come punto di partenza i primi volumi del manga ma che a causa di un rallentamento nella produzione del fumetto ha finito per raccontare una storia completamente inedita con risultati altalenanti (qualcuno ha detto Game of Thrones?). La seconda serie, Brotherhood, uscita fra il 2009 e il 2010 è estremamente fedele alla storia scritta da Hiromu Arakawa, l’autrice del manga, ma non abbiamo mai potuto assistere ad uno scontro fra i fratelli Elric ed il Padre con i suoi Homunculus sulle nostre console. Sarebbe bello vedere un action adventure stile Zelda con piattaforme ed enigmi ambientali da sbloccare usando le abilità di trasmutazione alchemica dei protagonisti e co-primari (non solo Edward e Alphonse, ma anche Mustang, Scar e Armstrong) mentre sconfiggiamo chimere, Homunculus e membri dell’esercito di Stato e ripercorriamo gli eventi del viaggio dei due fratelli per recuperare i loro corpi.
Claymore
L’universo dark fantasy di Norihiro Yagi ha ricevuto una trasposizione su Nintendo DS nel 2009, mai uscita al di fuori del giappone. E fidatevi se vi dico che, visto il risultato finale, è stato un bene che non sia mai stata pubblicata da noi. Davvero, è veramente brutto: un platform in side scrolling con una direzione artistica piuttosto carente (ed io mi chiedo, come fai a sbagliare la direzione artistica in un gioco ispirato ad un anime) con qualche bella idea come la possibilità di rendere Claire più potente facendo attenzione a non abusare dei suoi potenziamenti per non far prevalere la sua parte yoma, ma con un gameplay davvero scialbo. Detto questo, l’ambientazione medievaleggiante, i combattimenti all’arma bianca con le enormi spade che danno il nome non ufficiale all’Ordine alla quale appartiene la protagonista Claire, gli scontri contro gli yoma che attaccano i villaggi di umani e le faide interne all’ordine costituiscono alcuni fra gli elementi di un setting perfetto per uno stylish action alla Platinum, magari con elementi esplorativi e secondarie sparse in giro per ma mappa come in Nier: Automata. Magari sviluppato proprio dagli stessi Platinum Games, che tanto di questi tempi hanno poco da fare e stanno lavorando a pochi progetti contemporaneamente.
Slam Dunk
Cosa ci sarebbe da dire su un gioco basato su un manga che parla di basket? Il fumetto di Takehiko Inoue da 126 milioni di copie che racconta la storia di Hanamichi Sakuragi e della sua trasformazione da teppista senza talento a giocatore di basket è stato trasposto più volte negli anni ’90 in… giochi di basket! Solo che dopo le conversioni del 1995 per Super Nintendo e Game Boy, la serie non ha più avuto alcun tipo di adattamento e le uniche comparsate della Shohoku sono state sul picchiaduro Jump Ultimate Star per Nintedno DS e tramite delle mod non ufficiali della versione PC di NBA 2K13 di 2K. Certo, negli ultimi anni abbiamo visto come in tema di giochi di basket il settore sia dominato dal già citato NBA 2K ed i competitor facciano fatica a trovare posto nel mercato, soprattutto perché non all’altezza di un confronto con il gigante in mezzo alla stanza, fatta forse eccezione per NBA Playgrounds che propone però un approccio arcade allo sport (e comunque il secondo episodio vede alla produzione proprio 2K). Nonostante questo, un gioco su Slam Dunk avrebbe dalla sua non solo la licenza di uno degli spokon più amati e venduti, ma anche ottimi titoli fonti di ispirazione da prendere come esempi. Se Bandai sta producendo un nuovo titolo dedicato a Holly e Benji, non vedo perché Slam Dunk dovrebbe rimanere tagliato fuori.
L’Uomo Tigre
Altro giro, altro spokon, altro videogioco che praticamente non richiederebbe neanche troppo sforzo per essere concepito. Magari quelli più giovani non lo conosceranno o l’avranno sentito solo nominare, ma l’Uomo Tigre (in originale Tiger Mask), nonostante sia un manga della fine degli anni ’60, è ancora oggi molto noto e facilmente riconoscibile grazie alla maschera della tigre, emblema inconfondibile di questo wrestler. Nonostante la seconda serie animata risalga agli anni ’80 e recentemente sia stata prodotta una terza serie TV ambientata in una linea temporale alternativa, l’Uomo Tigre non ha mai avuto un suo videogioco ufficiale, limtando la sua esperienza su console ad apparizioni nel roster di altri giochi di wrestling, quasi tutti di produzione giapponese e privi di una release occidentale. L’Uomo Tigre è diventata una gimmik popolare nel wrestling giapponese ed il primo wrestler ad indossare la maschera della tigre fu Satoru Sayama che fu di ispirazione per la creazione di un personaggio di un videogioco, King di Tekken, e che probabilmente ha ispirato anche il Pokémon Incineroar, inserito poi nel roster di Super Smash Bros. Ultimate. Nonostante tutto ciò, non esiste un gioco di wrestling dedicato interamente alla storia di Naoto Date ed ai suoi personaggi. Perciò ripeto: gioco di wrestling, Tiger Mask. Ci vuole davvero tanto?
Neon Genesis Evangelion
Anche qui parliamo di uno dei miei anime preferiti, stavolta però molto difficile da trasporre in modo fedele in quanto Evangelion non parla solo di combattimenti fra enormi mecha ed esseri giganti di natura divina, ma è un’analisi sulla psicologia umana incarnata dal carattere dei suoi protagonisti e fa riferimento a diversi temi filosofici analizzati da alcune delle menti più brillanti dell’800 e del ‘900. Ma se posso prendere a sberle gli angeli (o apostoli) controllando dei robottoni, perché no? Anche in questo caso, Evangelion ha ricevuto diversi adattamenti, nessuno dei quali rilasciato al di fuori del Giappone: molti sono action RPG usciti su Nintendo 64, Saturn e PlayStation 2 che si proccupano più di coprire fedelmente gli eventi dell’anime (spesso riutilizzando cutscenes prese direttamente dal prodotto di animazione) che ad offrire un’esperienza di gioco gratificante. Eppure di titoli basati sui combattimenti fra mecha ne abbiamo tantissimi esempi, alcuni veramente ben fatti che potrebbero costruire l’ossatura di un ipotetico gioco ispirato alla serie di Hideaki Anno. A maggior ragione avrebbe senso se uscisse in questo periodo in cui si sta rilanciando la serie sia con la sua ripubblicazione in streaming su Netflix (cosa che non può essere sfuggita a qualcuno considerando l’enorme polemica sull’adattamento ad opera di Cannarsi), sia per l’imminente (circa) uscita dell’ultimo capitolo del Rebuild cinematografico. Con la speranza che fra l’annuncio e la pubblicazione non passi lo stesso tempo impiegato per la produzione di Evangelion 3.0 + 1.0.