Viviamo in un periodo strano, non c’è bisogno di ricordarlo. Dall’inizio del 2020 (e in alcune parti del mondo anche da prima) stiamo subendo i disagi di una pandemia che ancora non sembra voler mollare la presa. Inutile dire che la pesantezza della situazione va ben oltre il nostro amatissimo mondo dei videogiochi e che, naturalmente, almeno per quanto mi riguarda, ogni volta che spero nella migliore risoluzione possibile per l’attuale situazione, lo faccio soprattutto tenendo in considerazione tutte quelle persone che hanno seriamente sofferto per la cosa. In seconda istanza, penso al peggioramento della vita sociale che la diffusione del Sars-Cov-2 ha avuto come inevitabile conseguenza e non posso fare a meno di sperare in un ritorno alle vecchie sane abitudini: al camminare per strada respirando senza quell’odiosa mascherina, al gusto di abbracciare le persone senza paura e alla possibilità, in generale, di tornare a fare tutto con un pizzico di spensieratezza in più. Quindi, intendiamoci, anche se in quest’articolo parlerò (come è regolare che sia su queste pagine) soprattutto di videogiochi, è ovvio che il mio desiderio di “rinascita” abbracci un po’ tutta la vita in generale, mi auguro non ci sia bisogno di ribadirlo.
Detto questo, è innegabile che, anche per noi appassionati di videogiochi nello specifico, quello che stiamo vivendo sia un periodo decisamente strano e purtroppo, per molti aspetti, decisamente limitato. Per quanto la necessità di stare più spesso e per più tempo a casa abbia indubbiamente favorito l’abitudine a videogiocare, spingendo molte persone verso questa nuova passione (e/o consolidandone una già avviata), il Covid-19 ha comunque causato non pochi danni al mondo dell’intrattenimento elettronico, in particolare con la crisi dei semiconduttori. Il rallentamento nella catena produttiva di importanti componenti ha fatto diventare la disponibilità delle nuove console (PS5, Xbox Series X/S) e delle nuove schede video per computer una specie di miraggio, negli ultimi 13-14 mesi. Ecco, questo è ovviamente il primo punto in cui mi auguro che il 2022 possa rappresentare una sorta di rinascita. Non mi aspetto miracoli, naturalmente, ma appunto l’inizio di una risalita. La mia speranza, che in qualche modo vuole essere anche un pronostico moderatamente ottimistico, è che gradualmente, nel corso del nuovo anno, console e GPU tornino a essere acquistabili in modo più comodo e normale. In particolare, mi auguro (e in parte mi aspetto) che nell’ultimo quadrimestre del 2022 la situazioni torni a essere quasi del tutto normale. Con PS5 e le nuove Xbox spesso e volentieri disponibili su Amazon e nelle varie catene di elettronica e/o videogiochi.
In secondo luogo, mi aspetto un anno più esplosivo di quello che abbiamo appena vissuto anche per quanto riguarda i giochi veri e propri. Il 2021 non è assolutamente da buttare, intendiamoci, ma non è di certo l’anno più ricco in termini di quantità e qualità di giochi pubblicati. Mi è piaciuto moltissimo Returnal, senz’altro il mio GOTY personale, così come mi sono divertito a lungo e bene con Monster Hunter Rise, due giochi che tranquillamente sarebbero finiti nella mia Top 10 personale di qualsiasi altro anno. Ho apprezzato Ratchet & Clank: Rift Apart, non mi è dispiaciuto Resident Evil Village, mi sono goduto Death’s Door, mi ha fatto piacere recuperare Nier (non avevo giocato le versioni originali nel 2010, ma avevo adorato Automata) col mezzo remake di Replicant. E chiaramente ho accolto a braccia aperte il nuovo episodio di Forza Horizon, serie che ho sempre “in sottofondo” e che ogni tanto uso, tra un gioco e l’altro, per qualche sano momento di esplorazione spensierata su quattro ruote. Insomma, in generale, come dicevo, non è stato un anno da buttare, considerando anche giochi che non ho (o non ho ancora) giocato personalmente, ma che sono piaciuti a molti, o hanno comunque riscosso un buon successo di critica, come Deathloop, It Takes Two, Halo Infinite, Metroid Dread, Psychonauts 2 e altri.
Però, ribadisco, mi aspetto decisamente, dal 2022, un miglioramento anche da questo punto di vista. Personalmente, e chi mi conosce starà già sorridendo perché sa benissimo cosa dirò tra poco, il gioco che aspetto con più ansia, voglia ed entusiasmo è sicuramente Elden Ring. Sono un fan sfegatato dei giochi di Hidetaka Miyazaki (Demon’s Souls, Dark Souls, Bloodborne, Sekiro) e amo molto anche gli open world: il nuovo prodotto di From Software promette di mettere insieme le due cose e, a giudicare da quanto ho visto nella beta, qualche mese fa, rischia di farlo in modo magico. Già solo per Elden Ring, in effetti, è quasi inevitabile che il 2022 mi piaccia più del 2021. Ma non nego che ho una dose tutt’altro che irrilevante di acquolina in bocca anche per Horizon Forbidden West. Quando penso al seguito di Zero Dawn mi aspetto una grande prova di maturità da parte di Guerrilla, team che già col primo episodio della saga di Aloy mi aveva stupito, e non poco, per la capacità di approcciare un genere totalmente nuovo. Passare da uno sparatutto in soggettiva come Killzone a un action-RPG open world in terza persona come Horizon non deve essere uno scherzo, per un team di sviluppo. Ma la software house olandese si è comportata egregiamente, per l’occasione. Certo, come ogni prima iterazione di una nuova IP, è normale che ci fossero tante cosette da sistemare e, in generale, ampio spazio per aggiunte e miglioramenti vari. Ed è esattamente quello che mi aspetto da Forbidden West, su cui sono particolarmente ottimista. L’unica cosa che mi dispiace è proprio la quasi contemporaneità con Elden Ring, per quanto riguarda l’arrivo sul mercato: Horizon sarà infatti disponibile dal 18 febbraio, mentre l’erede di Dark Souls uscirà il 25 dello stesso mese. I due giochi si pesteranno un po’ i piedi, da questo punto di vista. Ma forse è un problema soprattutto mio, che vorrei avere più tempo a disposizione per recensirli entrambi, senza dover rushare. Per chi li gioca e basta non sarà affatto un problema rimandare uno dei due al momento in cui si sarà ottenuta la piena soddisfazione con l’altro.
Il 2022 sarà anche l’anno di God of War Ragnarok, ma in questo caso devo confessarvi che, rispetto a Horizon Forbidden West, sono un po’ meno ottimista. Il cambio di director e quanto si è visto finora (non moltissimo, a dire il vero) hanno montato in me la sensazione di un more of the same non necessariamente ispirato quanto il primo episodio del nuovo corso (uno dei migliori giochi del 2018 e, in generale, della scorsa generazione). Comunque, di sicuro anche Ragnarok va a contribuire alla sensazione generale che il 2022 potrà essere un gran bell’anno. E poi, un po’ di hype in meno a volte non è un male: una sorpresa positiva rischia di diventare doppiamente gradita. Sono incredibilmente curioso, poi, su quello che Nintendo ha in serbo per noi con il seguito di Breath of the Wild (altro gioco tra i migliori in assoluto dello scorso decennio), da cui davvero non so bene cosa aspettarmi, ma in questo caso i sentimenti sono fortemente positivi, così, sulla fiducia.
Al di là dei singoli giochi, comunque, quello che mi aspetto dal 2022 è anche un graduale passaggio alla maturità della nuova generazione di console. Il 2021 ha fondamentalmente coinciso con il primo anno di vita di PS5 e delle nuove Xbox, un anno in cui il grosso dei videogiochi usciti è stato concepito e realizzato con in mente anche (se non soprattutto) le macchine di vecchia generazione. Sarà così anche per gran parte di giochi in arrivo nel 2022, come i già citati Elden Ring, Horizon Forbidden West, God of War Ragnarok e anche per tanti altri (Gran Turismo 7, Gotham Knight, Dying Light 2: Stay Human, Hogwarts Legacy), infatti mi aspetto molto di più, in questo senso, dal 2023 e dal 2024, ma confido nel fatto che già dal 2022 cominceremo ad assaporare un po’ di vera nuova generazione.
Ecco, un gioco che potrebbe dare il là alla forte sensazione new gen è Starfield, la nuova IP di Bethesda Game Studios che arriverà a fine anno. Anche in questo caso non si è visto ancora molto del gioco, ma mi aspetto di saperne molto di più a cominciare dall’evento Microsoft del prossimo E3.
Sarà un anno ancora di transizione, insomma. Ma sarà la seconda parte della transizione che stiamo vivendo. Con il gusto della rinascita. O quantomeno dell’inizio della rinascita. Quindi, con buona probabilità, un anno più entusiasmante, di quello appena passato. E poi, come dicevo, ci sarà Elden Ring. Sì, dai, sarà per forza un anno migliore. Ed è quello che auguro a tutti voi: sia per quanto riguarda i videogiochi, sia in generale. Buon 2022!